L’assessore alle politiche sociali di Cassino non perde occasione per autocelebrarsi. Nell’ennesimo COMUNICATO STAMPA, viene descritto l’operato del proprio assessorato. L’articolo fa riemergere alcune provocazioni precedenti lanciate da Fausto Pellecchia agli amministratori di Cassino che manifestano una sorta di “dissonanza cognitiva”. Fa tenerezza l’assessore quando parla di centralità della persona facendo riferimento alla Commissione Salute dell’Osservatorio Europeo. Come se scoprisse solo ora quali fossero i principi ispiratori di un assessorato così importante per le persone più esposte di questa società cioè le persone che per varia natura risultano essere svantaggiate rispetto ad altre. Cara assessore, mi dispiace deluderla ma uno dei motivi perché il PRC si è collocato all’opposizione è proprio per il suo operato che ha disatteso proprio la centralità della persona che era ed è il nervo del programma di Bene Comune sulle politiche sociali. Lei parla di rete è non ha ancora realizzato in rete un progetto individualizzato di reinserimento per persone svantaggiate previsto al punto 7 del programma – politiche sociali. Anzi il progetto 7 adulti, l’unico progetto in rete già esistente fatto insieme al SERT ed al CIM di Cassino è stato letteralmente stracciato dall’agenda politica. A noi risulta il mancato coinvolgimento dei servizi sociali del territorio ed il Centro per l’impiego. Bastava ricomporre la struttura delle UTI già previste con l’ambizioso progetto Nautilus. Si parla di progetti per detenuti e si dimenticano le misure alternative alla detenzione ed i lavori socialmente utili previsti per chi incorre in infrazioni del codice della strada. Progetti che possono qualificare anche il Tribunale di Cassino. Però, in attesa che si costituisca la Consulta sociale prevista nel regolamento e statuto comunale, finalmente abbiamo, dopo diverse denunce, visto inserire le Organizzazioni Sindacali nell’Osservatorio sociale. L’unica cosa che si dimentica è chiedere loro cosa ne pensano sui singoli provvedimenti adottati, a partire dai voucher. A noi risulta che le OO.SS. sono contrarie ai voucher lavorativi. A partire dalla FP CGIL che a più riprese ha cercato di evidenziarne le criticità ad iniziare dall’assessore al Bilancio, del Personale e dal partito di Vendola che nella commissione servizi sociali è ben rappresentato. La posizione del sindacato è chiara perché i voucher sono svuotati da qualsiasi progettualità individuale e perché mettono a dura prova gli interessi dei lavoratori del comune di Cassino che sono stati appena ringraziati pubblicamente dal sindaco per il loro operato. Peccato che il sindaco e la Di Russo dimenticano che la copertura finanziaria dei voucher viene presa dal capitolo di bilancio di spese del personale, ciò significa che più spese vanno per i voucher meno soldi vanno nelle tasche dei dipendenti comunali sempre per tornare al tema della centralità della persona. L’assessore parla di trasparenza ma qui sono state escluse persone dai voucher solo perché già un componente del proprio nucleo familiare ne fosse fruitore senza che il regolamento ne preveda l’esclusione. Si parla di trasparenza quando invece a più riprese abbiamo chiesto di provvedere a verificare il gradimento di soddisfazione delle persone coinvolte per la misurazione della qualità del servizio per individuare appunto il grado di soddisfazione della persona che usufruisce dei voucher come qualità percepita. Manco a parlarne. Ma di quale centralità della persona si parla quando è stato appena deliberato dal consiglio comunale il regolamento dei Centri diurni di socializzazione per disabili “Arcobaleno senza prevedere il coinvolgimento di una importante e specifica associazione che opera sul territorio (Associazione “Nei Giardini che nessuno sa”) che in tempi non sospetti (2009) aveva già consegnato all’assessorato ai servizi sociali una proposta di regolamento sicuramente diversa da questa votata. Ed eccoci a sbagliare di nuovo dimenticandoci della centralità della persona. Infatti a parte che si viola il programma perché è prevista l’esternalizzazione della struttura invece della internalizzazione ma anche nei contenuti risulta essere scadente. Infatti il regolamento proposto non diversifica le disabilità fra gravi e lievi, non prevede la possibilità di utenza in età scolare ma solo ultradiciottenni con obbligo scolastico assolto. Il numero di disabili ammessi sono 30 senza indicare i criteri di selezione. Per il personale da impiegare al centro non è indicato il criterio di selezione dettagliato, i requisiti del responsabile, del coordinatore e degli operatori con i titoli di studio necessari. E che dire sull’insensibilità dimostrata per non aver ancora dato luogo ad un indagine sanitaria sulle sedi di via Zamosh dell’Università di Cassino visto i diversi decessi di lavoratori tra i quali anche il ns. compagno Antonio Capaldi colto anchegli da neoplasie. Di questo il nostro consigliere Vincenzo Durante ha già presentato una mozione specifica e già deliberata dal consiglio comunale. Insomma di quale trasparenza, partecipazione e di quale centralità della persona si parla?
Cassino 10 agosto 2012 PRC Circolo Cassino
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