Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 15 novembre 2012

L'incubo "Piombo Fuso" ritorna nella più grande prigione a cielo aperto mai esistita.


Dalla Redazione di PalestinaRossa:


1400 morti, di cui quasi un terzo bambini. In meno di un mese, tra dicembre 2008 e gennaio 2009 Israele ha lanciato su Gaza una pioggia ininterrotta di missili e bombe, su case, ambulanze, scuole. Una popolazione, quella di Gaza, rinchiusa tra mura e check point, che non può uscire dalla gabbia in cui si trova, e che costantemente deve scappare da bombardamenti e cascate di missili.
Ora l'incubo di "Piombo Fuso" sta tornando: negli ultimi giorni sono morte più di 10 persone, e solo nella giornata di oggi diversi attacchi aerei hanno colpito edifici civili a Gaza city e a Beit Lahia, provocando 9 vittime, tra cui una bambina di 4 anni e il comandante militare di Hamas. Israele ha così dichiarato l'inizio dell'operazione "Pillar of Defence", dicendo di voler intensificare gli attacchi sulla Striscia anche forte del fatto che le sue dichiarazioni non scandalizzano nessuno, anzi, trovano supporto da chi si riempie ancora la bocca di termini come terrorismo e sicurezza per Israele.
Il Nobel per la pace Obama si è affrettato a dare pieno sostegno ai carnefici sionisti, mentre il resto del mondo o tace o applaude silenzioso, mentre la divisione all'interno della compagine politica palestinese fa da ulteriore supporto all'occupazione sionista.
Le scelte e i progetti dell'ANP, così come quelli di Hamas non fanno altro che allontanare il popolo palestinese dall'unità, unica strada da percorrere per rivendicare i propri diritti liberandosi del giogo sionista. Il popolo palestinese ha il diritto di unirsi e di lottare contro l'occupazione, il popolo sionista ha il diritto di resistere.
Chiunque creda nell'universalità dei diritti umani e nella legge internazionale ha il dovere di supportare la resistenza palestinese.
Quella tra Israele e Palestina non è una guerra, ma una pesantissima violazione permessa all'unico Paese che si permette tutt'oggi di violare più di 74 Risoluzioni ONU.
Il mondo tace, e intanto a Gaza si muore.
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Riportiamo di seguito un appello degli internazionali a Gaza:
Mercoledì, 14 Novembre 2012


Alle 15.35 di oggi Gaza è stata scossa da molteplici attacchi militari israeliani lanciati da droni, elicotteri apaches, caccia F16 e navi militari. Una delle prime persone uccise è stata Ahmed Al Jabari, comandante in capo dell’ala militare di Hamas. Le fazioni palestinesi hanno giurato vendetta e i militanti hanno sparato dozzine di razzi verso Israele. Dopo il primo attacco, le forze aree israeliane hanno condotto più di 50 bombardamenti su tutta la Striscia di Gaza che hanno causato almeno 8 morti, compresi 2 bambini e un neonato. Il Ministro della Salute ha inoltre dichiarato che più di 90 persone sono state ferite.

Cresce il timore che Israele possa lanciare un’offensiva di terra su larga scala, paura alimentata dal lancio di volantini nel Nord della Striscia da parte dell’esercito israeliano che annunciavano un’imminente invasione via terra dell’area.
Israele ha lanciato l’operazione denominata “Pillar of Defence” questo pomeriggio con l’uccisione mirata di Al Jabari la cui macchina è stata bombardata nell’area di Thalatin a Est di Gaza City. Mohammad Al-Hams, la guardia del corpo di Al Jabari che viaggiava con lui in macchina è rimasto gravemente ferito ed è morto poco dopo in ospedale. In seguito a questo attacco, una serie di bombardamenti è stata lanciata in tutta la Striscia di Gaza, colpendo aree abitate a Khan Younis, Tel Al Hawa, Sheikh Zayed Square e At Twan nel nord di Gaza, Al Sabra a Gaza City, Rafah, Beit Lahia, Khuza’a, al Bureij.
Le navi da guerra israeliane sono entrate nel mare di Gaza e si sono posizionate vicino alla costa, sparando verso terra. Verso le ore 20, le forze navali israeliane hanno sparato tra i 12 e i 15 colpi di artiglieria verso la base navale di Hamas a nord ovest del campo rifugiati di Shati a Gaza City.
Si moltiplicano le ipotesi secondo cui l’offensiva si prolungherà per diversi giorni e il Primo Ministro israeliano ha dichiarato che è pronto a espandere l’operazione. In una conferenza stampa tenuta oggi il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha dichiarato: “le provocazioni che abbiamo subito e il lancio dei razzi verso gli insediamenti nel sud di Israele ci hanno costretto a intraprendere quest’azione. Voglio che sia chiaro che i cittadini israeliani non ne subiranno le conseguenze. L’obiettivo è di fermare i razzi e danneggiare l’organizzazione di Hamas”. Nonostante ciò, la maggior parte delle vittime di questo attacco sono state civili. La popolazione di Gaza si è rifugiata nelle case e il personale della maggior parte delle organizzazioni internazionali è sotto coprifuoco.
Gli ospedali di tutta la Striscia sono stati invasi dalle vittime degli attacchi. Nella conferenza stampa tenuta di fronte all’ospedale Al Shifa, il Dr Mafed El Makha El Makhalalaty, Ministro della Salute, ha spiegato che gli ospedali soffrono delle carenze causate dalla prolungata chiusura della Striscia di Gaza e dal crescente numero di attacchi avvenuti nelle ultime settimane, in cui molti bambini sono stati uccisi. Gli attacchi di oggi hanno lasciato gli ospedali privi di medicine e forniture mediche. Inoltre, ha sollecitato un intervento immediato da parte della comunità internazionale per fermare il massacro.
La stampa araba riporta che gli ospedali nel Sinai sono stati posti in stato di allerta per affrontare l’emergenza e ricevere i feriti di Gaza.
La popolazione terrorizzata di Gaza sta subendo i continui attacchi di droni, bombardamenti, fuoco navale di questa offensiva militare indiscriminata e sproporzionata. Rimane imprigionata all’interno della Striscia di Gaza e costituisce un facile obiettivo nella guerra controllata a distanza.
Ci rivolgiamo alle persone di coscienza in tutto il mondo perché si oppongano a questa aggressione illecita contro i civili palestinesi.
La comunità internazionale deve intervenire con urgenza per fermare questi violenti attacchi.


Per maggiori informazioni, contattare:


Adie Mormech (Inghilterra) +972 (0) 592280943
Gisela Schmidt Martin (Irlanda) +972 (0) 592778020 - blipfoto.com/GiselaClaire
Joe Catron (USA) +972 (0) 595594326
Julie Webb-Pullman (NZ, Australia) +972 (0) 595419421 - todayingaza.wordpress.com
Lydia de Leeuw (Olanda) +972 (0) 597478455 - asecondglance.wordpress.com
Meri Calvelli (Italia) +972(0)598563299
Adriana Zega (Italia) +972 (0) 597241318



Aderiscono inoltre a questo comunicato: Valentina Venditti, Silvia Reitano, Salvo Maraventano, Valerio Baldissarra.

Siamo un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e lavorano negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e promuovere i diritti della popolazione civile palestinese di fronte all’occupazione israeliana e alle operazioni militari. Oltre ad essere noi stessi testimoni oculari, raccogliamo informazioni dalle nostre reti personali in tutta la Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale medico e dalle ONG internazionali presenti a Gaza.
Verifichiamo ciò che divulghiamo e speriamo che i nostri resoconti possano contribuire a rendere più accurata la copertura mediatica della situazione di Gaza.


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