Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 13 novembre 2012

Se il fine giustifica i mezzi, usiamo Grillo per abbattere il Demofascismo

Luciano Granieri


 Fascisti e Democristi ecco i veri nemici del popolo. Sopravvissuti indenni  allo sfascio da loro provocato della prima e della seconda Repubblica,  i  Demofascisti  gravano ancora sulle nostre spalle. Risorgono  dopo la seconda guerra mondiale  iniziando, sin dal 2 gennaio 1948, a manomettere la Costituzione italiana. Un lento processo di destabilizzazione che oggi ci consegna  l’indicazione del PREMIER (non del presidente del consiglio) nella scheda elettorale, il pareggio di bilancio,  ci propina uno stato presidenzialista di fatto, mascherato da repubblica parlamentare.  Ai  cittadini non è consentito  più di “associarsi  liberamente in partiti per concorrere in metodo democratico a determinare la politica nazionale” (Art.49) , essi   sono stati estromessi  dai partiti stessi che un’oligarchia demofascista ha trasformato in comitati elettorali al servizio dei poteri  forti.  Il Demofascismo  si è macchiato delle stragi di stato,  quando le lotte operaie e studentesche degli anni ’70 stavano per scalzarlo, ha avuto e continua  ad avere   rapporti d’affari con la mafia, è stato inquisito e condannato nelle vicende di  tangentopoli,  oggi  è screditato e politicamente delegittimato dal   totale asservimento al potere  finanziario capitalista. Eppure  Fascisti e Democristi sono ancora attivi nel far danni alla società civile. Un ultimo esempio è rappresentato dagli squallidi giochetti sulla legge elettorale.  La commissione affari costituzionali del Senato (che andrebbe ribattezzata commissione affari propri del senato), ha votato un sistema   che  demo cristi e fascisti, certi di essere squalificati  dal voto popolare , hanno studiato proprio per neutralizzare l’effetto,  per loro devastante, della consultazione popolare .  Il giochetto di modificare la legge elettorale ad uso e consumo del Demofascismo  non è nuovo.  Ha avuto il suo massimo splendore nell’era berlusconiana. Il funzionamento è semplice. Quando il  Demofascismo  è in vantaggio nei sondaggi, la legge elettorale sarà funzionale a consolidare la vittoria, al contrario quando il Demofascismo è in svantaggio le regole saranno  concepite  in modo di ridurre il divario  con la coalizione  che  vincerà.  E, comunque,  costringere questa a trattare con i demofascisti, i quali  alla fine,  riusciranno  a preservare i privilegi di cui hanno  sempre goduto.  Secondo tradizione i Democristi e i Fascisti –  in combutta con   avventurieri e ladri di galline  che nel Pdl hanno trovato prosperità dietro  la grande ala protettrice di Berlusconi -insieme con i Democristi  doc quelli peggiori ,  quelli contraddistinti  dal  trasformismo e opportunismo,  quelli come Pierferdinando Casini per capirci, hanno votato un sistema  in cui per  ottenere il premio di maggioranza la coalizione vincente deve racimolare il  42,5% dei consensi. Con questa legge l’armata  riformista, data per favorita, ma lungi dal raggiungere il 42,5% dei voti, dovrà trattare con il democristo per eccellenza: Casini, che dall’alto del suo 5 o 6%, potrà come al solito, insieme agli altri demofascisti , condurre per l’ennesima volta il gioco, oppure benedire un nuovo governo tecnico  guidato dal banchiere, democristo anche lui,  Mario Monti. Questo acuto dispositivo, fra l’altro, crea una barriera difensiva  imperforabile all’attacco dei grillini. Un movimento outsider  che , a causa dell’impresentabilità di demofascisti e riformisti, potrebbe raggiungere una percentuale di voti in doppia cifra tale da diventare addirittura il primo partito. Sciagura da evitare. Una vittoria dei riformisti può essere gestita -in fondo nelle loro fila militano diversi  democristi,  molti sono favorevoli ad un nuovo governo Monti e poi  i riformisti italiani  sembrano la Roma di Zeman capaci di perdere   3 a 2 dopo essere andati in vantaggio  2 a 0 . Un’affermazione del M5S, invece sarebbe ingestibile.  Non se ne conosce la permeabilità all’inciucio e soprattutto è  contro il banchiere democristo. Una mina  vagante che va assolutamente disinnescata, tanto che il presidente del Senato,  il demofascista di lunga tradizione    Schifani, ha candidamente ammesso che questa legge elettorale deve essere approvata anche per impedire al M5S di vincere le elezioni. Alla faccia dell’imparzialità che costituzionalmente dovrebbe contraddistinguere  la seconda carica dello Stato. Dunque per cambiare veramente il destino che ci sta trascinando in fondo al baratro è necessario finalmente liberarsi dalla teppaglia fascista e democrista.  Non è impresa semplice perché è necessario cambiare completamente la coscienza politica  della gente  che da sempre, lassista e pigra,  si è fatta confondere dai  demofascisti,  dal loro borghese finto  paternalismo  che  spaccia  i diritti per privilegi  da concedere in cambio del  voto.  Occorre, attraverso la presenza militante , città per città, quartiere per quartiere,  a partire dai contesti locali,  dimostrare che i Demofascisti  da sempre sono stati i catalizzatori  del  predominio del capitale sul lavoro.  Una atavica lotta di classe che oggi si è trasformata, tout court,  in contrasto fra povertà e ricchezza.  Per fare questo è necessario tempo  e costanza,  nel scendere sempre in piazza , creare e supportare momenti di conflitto che oggi stanno proliferando in tutta Europa, connettere tutte queste conflittualità allo scopo di costruire e consolidare un blocco sociale granitico che sia in grado di rimuovere l’impenetrabile barriera che i Democristi  hanno costruito a difesa del captale. Poi,  finalmente,  colpire direttamente il potere del capitalismo finanziario.  Un’operazione incerta e di lunga prospettiva, che però può avere una piccola accelerazione dalla rabbia di pezzi di società che piano piano stanno scoprendo l’imbroglio del Demofascismo.  A tal proposito un nuova opportunità può affiancare la strategia della conflittualità sociale, necessaria  ma dai lunghi tempi di attuazione.  L’occasione da cogliere   è offerta  dal contesto delle prossime elezioni politiche.  Facciamo in modo che il movimento outsider, oggi dato come secondo partito, sparigli i giochi e arrivi molto vicino a quella soglia del 42,5% .  Facciamo in modo che i Demofascisti  non  si trovino davanti la solita accondiscendenza dei riformisti, ma un osso che, a meno di sconfessioni clamorose, sia molto più duro, indigesto e soprattutto  contrario al governo Monti.  Avete capito bene sto dicendo di votare per Grillo.  Pur non condividendo nulla  del metodo dittatoriale con cui il movimento è gestito , pur cosciente che il programma dei grillini è lacunoso, monocorde nel denunciare la corruzione, pur consapevole che il M5S è comunque l’espressione di un’insoddisfazione tutta borghese che sfocia nel populismo,    che non ha la   minima valenza ideologica,   né una coscienza di classe  e presenta  una prospettiva politica di corto raggio ,  devo ammettere che  è l’unico appiglio per  provare a scardinare  il Demofascismo.  Oggi è questa l’urgenza.  Usiamo quindi  il  M5S populista quanto, si vuole, dispotico, e volgare,  per toglierci di torno la cancrena demofascista.  Poi ,rimosso l’ostacolo, con la speranza che nel frattempo il  conflitto  sociale abbia ottenuto qualche risultato,  ci si può concentrare nella lotta senza se e senza ma al vero nemico, il capitalismo finanziario, abbandonando le invettive grilline   utili per aizzare la rabbia ma destinate a far deperire  il movimento per l’ inconsistenza propositiva.  E’ un discorso cinico, soprattutto verso il M5S, ma la guerra è guerra. L’unico rischio  è che i grillini, una volta passati dall’altra parte della barricata,  non si facciano a loro volta imbrattare dalla melma demofascista , qualche avvisaglia si è avuta già in Sicilia nel consiglio regionale guidato da Crocetta .   E’ evidente che in questo caso,  ci sarà ben poco da fare, se non……. Meglio non scrivere altro.

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