Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 15 novembre 2012

Violenza della paura

Luciano Granieri


 Analizzando con più calma quanto accaduto ieri nel corso delle manifestazioni  organizzate in tutta Italia e in 25 paesi  europei,  per lo   sciopero generale europeo  indetto dal Ces,  emerge  in tutta la sua drammaticità  un’esibizione di violenza inaudita.  Nel corso dei vari cortei organizzati  a Roma, ma anche in  molte altre piazze d’Italia l’esplosione di  una    devastante  ferocia   non ha avuto precedenti  in altre manifestazioni,  da Genova in poi. Ci troviamo di fronte ad una violenza inedita, che travalica le aggressioni  delle forze dell’ordine verso i manifestanti, che pure sono state gravissime.  Per la prima volta  la virulenza usata dai poliziotti era pervasa da un intento  intimidatorio.  Le manifestazioni di ieri  hanno rivelato nuovi soggetti conflittuali che la repressione nostrana non era abituata a fronteggiare. Non si è trattato della consueta  dinamica per cui alla puntuale intromissione di black blok, rispondeva  la carica verso  il corteo. Né c’era da contrastare  i soliti centri sociali o movimenti della sinistra antagonista. Per un po’ i media hanno provato a propinare questa versione trita e ritrita, ma le immagine girate sul web e  le testimonianze di che ha partecipato hanno raccontato un’altra storia.  A  reclamare il loro diritto al futuro erano gli studenti medi.  Adolescenti,  spesso accompagnati dai propri genitori, ma anche   universitari,    insegnanti precari e disoccupati, una marea plurale e convinta cui non si poteva addebitare nessuna provocazione tale da suscitare una reazione violente da parte delle forze dell’ordine . Persone a mani nude che in maggioranza  mai erano scese in piazza. Per la prima volta a protestare non erano categorie di cittadini, ma interi microcosmi sociali al completo, che univano le proprie istanze con altri microcosmi.  Questa inedita alchimia conflittuale (almeno per l’Italia perché in altri paesi è già in atto) , ha creato scompiglio perché  ha smascherato la  strategia della guerra fra poveri  messa in atto dal potere finanziario per imporre le proprie ricette di   pauperizzazione del tessuto sociale a favore dell’accumulazione indiscriminata.  E’ una inedita dinamica  in cui il nemico di classe del capitalismo finanziario  si aggrega .  La  classe operaia, si unisce alla classe studentesca , agli  insegnanti,  al mondo universitario nella sua globalità,   alla classe delle famiglie, cattolicamente intese o laicamente intese, si salda con la middle class. Sta maturando un’ ampia coscienza condivisa dell’appartenere alla grande classe dei subalterni che può costituire un fronte di forte opposizione all’oligarchia del potere  finanziario. Questo nuovo soggetto sociale, in divenire, vede in prima linea   i  giovani   che si sentono minacciati nel loro presente e nel loro futuro . La negazione di una istruzione pubblica mina in modo irreversibile la possibilità di assurgere ad una vita  dignitosa  nella collettività.  Non solo furto di futuro, ma indecorosa manipolazione del presente. La minaccia di questa nuovo  quadro conflittuale  va stroncata sul nascere   con  una reazione dalla ferocia mai registrata prima.  Ecco dunque la inaudite aggressioni verso giovani inermi, inseguiti e picchiati anche dopo essere stati dispersi. Ecco le botte  alla   gente comune non organizzata in movimenti , che era in piazza per reclamare il diritto ad una esistenza dignitosa. Ecco lo sfoggio di violenza atto a diffondere la paura  e il terrore fra chi  osava per la prima volta e in  modo del tutto inconsueto,  alzare la testa.  Fra l’altro, in questa occasione è venuta meno anche la funzione anestetizzante dei finti difensori del popolo.  Partiti  riformisti e sindacati  di regime o si sono guardati bene di supportare la protesta,  o l’hanno fatto a malincuore, organizzando cortei all’acqua di rose da cui si sono sentiti in dovere di criticare la violenza maturata negli altri contesti,  condannando però gli aggrediti più che gli aggressori.  Sintomatica la gita turistica della CGIL fra le bellezze artistiche della Città Eterna  o le comparsate di Vendola e Fassina in quel di Pomigliano, interessati più alla campagna elettorale per le  primarie che alla condizione della classe subalterna.  Volendo trarre  un bilancio, fa male al cuore vedere adolescenti con la facce sanguinanti trascinati come bestie  sul selciato dai celerini. E purtroppo questo scenario ha accomunato tutte le piazze  europee. Però la spropositata violenza con cui le guardie del capitale finanziario hanno picchiato, da il segno di come la minaccia sia percepita con preoccupazione dall’ èlite ultraliberista di tutta Europa.  Sarebbe necessario però  che questa nuova conflittualità trovasse ascolto e rappresentanza  nelle organizzazioni che una vota avevano a cuore le sorti del proletariato.  Ma i partiti comunisti europei non sembrano, al di là di impegni generici , interessati ad ascoltare questa  nuova domanda politica, raccolti nella loro sorda  solitudine autoreferenziale o impegnati a seguire le sirene riformiste .  Eppure l’occasione di ritrovare una legittimazione ideologica schierandosi a fianco di questa inedita classe proletaria allargata non  dovrebbe essere snobbata  con tanta leggerezza. Potrebbe essere l’occasione di uscire dall’isolamento e dalla delegittimazione ideologica, Se non ora quando? 




Foto di Eugenio Oi
Musiche: Taranta Terapy con i brani: Cor’i Ssa Terra, Para una bumma,  Zumpa
                  Danile Sepe con il brano: Radisol

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