Francesco Notarcola –
Presidente della Consulta delle associazioni del Capoluogo
Presidente
dell’Osservatorio Peppino Impastato
L’assemblea diocesana di ieri sera(venerdì) ha rappresentato
un momento di confronto molto interessante, partecipato ed utile nella
difficile ricerca di un forte e serio impegno comune che ci porti fuori dalla
drammatica realtà di degrado e di desolazione, di impoverimento progressivo che
stringe in una morsa soffocante l’economia dell’intera provincia e le già difficili condizioni di vita della sua popolazione.
Sarebbe un grande peccato ed un grave errore considerare questo momento fine a
se stesso.
Ci è parso che le proposte avanzate, in quella sede, dal rappresentante
di Unindustria hanno il sapore del
vecchio. Esse vanno, perciò,
attentamente esaminate, smontate,
ricostruite, adeguate in un’ altra e diversa occasione di incontro e di approfondimento che Lei potrebbe
organizzare.
C’è la necessità, a nostro parere, di cambiare ruoli e comportamenti della classe
dirigente locale per garantire la massima trasparenza alla gestione della cosa
pubblica e per finalizzare l’uso delle risorse finanziarie ed umane alla
ripresa dello sviluppo ed al soddisfacimento dei bisogni primari della gente
che vive del proprio lavoro. A tal fine, occorre uno stop deciso ed urgente alla gestione clientelare e di parte, mettere fine ai colossali sprechi del denaro
pubblico ed alla corruzione dilagante, battere il consolidato e sempre più
esteso intreccio tra politica ed affari.
Occorre ripristinare
la legalità e i diritti del cittadino, sempre più umiliato ed offeso
nella sua dignità e nei fondamentali valori morali.
Noi raccogliamo
convinti il suo appello a ribellarci perché, da sempre, sappiamo che solo il protagonismo attivo dei cittadini
può permetterci di superare questo stato di disagio profondo e di crisi. Riteniamo, però, che la
ribellione individuale è perdente e motivo di ritorsione e di ricatto.
La ribellione deve essere, quindi, organizzata e finalizzata e deve svolgersi in
modo pacifico e sereno, nel più assoluto rispetto delle regole democratiche e della normativa vigente. Per essere
vincente,la ribellione deve avere una
strategia precisa, partecipata, elaborata e condivisa da cittadini e
associazioni. Si deve saper indicare gli obbiettivi da conseguire ed un percorso di iniziative e di impegno senza soluzione di
continuità.
Intorno alla Sua persona si possono raccogliere tutte le
forze vive ed attive del Capoluogo, dei comuni della diocesi e dell’intera
provincia.
E’ per questo che Le proponiamo di considerare la
possibilità di indire, al più presto, una
marcia per il lavoro e la salute da
tenersi a Frosinone. Una manifestazione silenziosa che percorre le vie del
Capoluogo, conclusa da un Suo dire. Potrebbe essere il primo momento importante
della ribellione e del risveglio di tante coscienze addormentate, un’occasione di
partecipazione dei tanti giovani disoccupati, un attimo di riflessione e di
ripensamento per i rappresentanti delle Istituzioni e per la nostra classe dirigente, esperta
nell’aggredire, nel saccheggiare e nell’avvelenare il territorio, l’acqua e
l’aria, incapace di concepire e valutare il profitto come elemento di sviluppo
e di progresso.
Mentre i giovani sono senza lavoro e chiudono fabbriche,
scuole ed ospedali e ci riempiono di rifiuti da Colleferro a S.Vittore del
Lazio abbiamo l’obbligo di ribellarci.
Noi faremo, come sempre, la nostra parte per mobilitare al
massimo l’associazionismo ed i cittadini.
Frosinone 21 settembre 2013
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