Su quanto SCRITTO IERI in
relazione alle vicenda del vice sindaco
di Frosinone Fulvio De Santis, si devono alcune precisazioni. Ciò per dovere di giusta informazione. In particolare Fulvio De Santis, oltre che
vice sindaco, ricopriva il ruolo di
assessore all’ambiente e ai trasporti nell’attuale giunta Ottaviani. Le indagini che lo riguardano sono relative a
questa funzione. L’accusa , origine del
provvedimento restrittivo che lo riguarda, è di
corruzione per l’aggiudicazione dell’appalto rifiuti da 26 milioni in
favore della ditta Sangalli di Monza. Contrariamente a quanto scritto
precedentemente De Santis non è agli
arresti domiciliari ma è recluso presso il carcere di Monza. In breve la
dinamica fraudolenta secondo l’accusa dovrebbe essere la seguente: L’assessore
all’ambiente si sarebbe impegnato con la Sangalli a scegliere come
consulente per la redazione del bando di gara un tecnico di fiducia dell’impresa
lombarda in maniera da preparare un capitolato su misura, per l’azienda brianzola. Attraverso l’intermediazione dell’architetto Giovanni
Battista Ricciotti di Frosinone, l’operazione avrebbe dovuto fruttare una
tangente pari al 2% del valore dell’appalto, ossia più di 2milioni di
euro. Sempre secondo l’accusa la
Sangalli avrebbe versato tangenti ad amministratori e funzionari di altri comuni lombardi e pugliesi. I capitali necessari a pagare le bustarelle
sarebbero stati ottenuti attraverso la creazione di fondi neri. In particolare
la Sangalli pagava fatture gonfiate a fornitori compiacenti , i quali restituivano in nero le quote
eccedenti il prezzo della prestazione realmente pattuita. Complice di questo
sistema, che avrebbe consentito alla Sangalli di accantonare
700mila euro di fondi neri, sarebbero
stati gli altri gli i imprenditori ciociari
Giancarlo Tullio già arrestato, Enzo, Silvio e Stefano Stella , tuttora ai
domiciliari. Questo a grandi linee il funzionamento del meccanismo. Tanto si
doveva precisare per la cronaca. Ma
quello che interessa sottolineare in
questo contesto, non è la cruda sequenza dei fatti. Sugli organi di stampa mainstream la vicenda è descritta con dovizia di
particolari, ma i suoi risvolti politici e sociali .
E’ di tutta evidenza che a un cittadino
frusinate non fa piacere venire a conoscenza di un’inchiesta volta ad accertare una truffa per 2milioni di euro di
denari pubblici dopo che è stato condannato a farsi carico di un debito di
50milioi di euro di cui non ha nessuna responsabilità . La cittadinanza frusinate non fa salti di gioia nell’apprendere che vi è la possibilità di una truffa ai loro danni
di 2milioni di euro, dopo avere subito i tagli di molti servizi , l’aumento del costo di altri,la
privatizzazione onerosa di altri ancora,
con una politica fiscale lacrime e sangue imposta per i prossimi dieci anni dalla
scelta della giunta, di cui De Santis
era parte, di dichiarare lo stato di predissesto . La rabbia dei disoccupati di questa città è
destinata inevitabilmente ad aumentare a seguito della vicenda di De Santis,
per non parlare del servizio di
smaltimento rifiuti, per il quale la
cittadinanza è chiamata a pagare la
seconda parte della tassa entro metà dicembre, che a
seguito di questi episodi subirà un
inevitabile deterioramento dell’erogazione. La vessata cittadinanza frusinate non può
contare neanche sull’azione decisa di un’opposizione che dovrebbe chiedere le
dimissioni in massa della giunta e invece
si accontenta di chiedere spiegazioni . Si tratterebbe di dimissioni
ineccepibili dovute da un’
istituzione che solo dopo poco più di una anno di governo è già travolta, nella persona del vice sindaco nonché
assessore all’ambiente e ai trasporti,
da un episodio poco edificante anche se ancora tutto da verificare. A questa anomalia democratica dell’esistenza
di un’opposizione silente deve contrapporsi il singolo cittadino. E’ il cittadino che deve costituirsi come opposizione per difendere i
propri diritti. E’ il cittadino che deve pretendere di avere accesso agli atti,
di controllare le procedure di assegnazione degli appalti, di verificare l’entità
e l’utilità di consulenze esterne e privatizzazione dei servizi. Per esercitare un azione partecipata propositiva e di controllo è necessario
che il cittadino sia consapevole di determinati processi. Forse è questa consapevolezza che manca o non
è sufficiente.
Ecco allora che il ruolo
delle associazioni presenti sul territorio potrebbe diventare determinante.
Sono proprio quegli attori che hanno acquisito una maggiore consapevolezza, non
perché dotati di intelligenze particolari, ma perché più attivi nello scenario politico e sociale
della città, a doversi fare carico della
responsabilità di rendere in po’ più consapevoli anche il resto della
cittadinanza, in modo da condividerne la partecipazione dal basso al governo della
città. Diventa indispensabile quindi che
i membri di movimenti e organizzazioni, che pure in città abbondano, comincino a
collaborare in modo più stretto e allo stesso tempo ad uscire fuori da
carbonari luoghi di autocompiacimento ed aprirsi alla cittadinanza. Bisogna incontrare quella gente che non sa o fa finta di non sapere che o governi una
giunta di centro destra e una di centro sinistra il potere a Frosinone è sempre nelle mani delle solite famiglie di
grandi imprenditori edili. Bisogna aprirsi
ai cittadini per condividere con loro la necessità di capire dove sta il vero
nemico. E’ una responsabilità che dobbiamo prenderci al più presto, altrimenti
il gioco delle pastoie clientelari, della melma amministrativa diventerà sempre
più soffocante e il degrado della nostra
città sempre più inesorabile.
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