Fra
poche ore si apriranno i seggi a Piazza Gramsci per le elezioni di consiglio e
presidente della Provincia di Frosinone. Come è ormai arcinoto noi non votiamo.
L’onere di scegliere gli amministratori provinciali spetta ad altrettanti
amministratori locali, sindaci e consiglieri. Se la cantano e se la suonano.
Questo è l’unico cambiamento portato dalla legge Delrio all’istituzione
provinciale che conserva peraltro le stesse competenze dell’era prerenziana .
Che se la cantino e se la suonino è emerso
chiaramente dallo squallore delle manovre avviate per decidere candidati
presidenti e liste collegate . Queste dinamiche hanno messo a nudo, in
particolare nella nostra Provincia, il disastro che alligna nei comitati
elettorali locali. Il Pd, partito al quale appartiene la maggioranza di
amministratori chiamati ad eleggere i vertici della Provincia, ha espresso due candidati presidenti, l’uno in
contrapposizione dell’altro, rendendo complicata una faccenda che sembrava
navigare sul velluto.
E’ difficile
capire come da un partito i cui dirigenti dovrebbero condividere una comune
idea di Provincia possa originare una rottura così grave da alimentare
una guerra intestina, talmente aspra, da esprimere due candidati opposti. Qual
è il candidato che rispecchia maggiormente la visione del partito il sindaco di
Ferentino Antonio Pompeo, sostenuto dal
senatore Francesco Scalia o il sindaco di San Donato Val Comino Enrico
Pittiglio, supportato dall’ex Europarlamentare Francesco De Angelis ? E quali le differenze programmatiche? Sono interrogativi
fuori luogo perché originano dal presupposto errato che una candidatura si
saldi su una piattaforma programmatica. In questo caso candidature e liste sono
il frutto di un orrendo mercimonio di poltrone ed incarichi. Cosa sia meglio
per i cittadini della Provincia di Frosinone non è un problema che riguarda gli
aspiranti presidenti provinciali.
La
vocazione al mercanteggio era talmente acclarata che dalla sponda centro destra
neanche c’hanno provato ad indicare un proprio candidato. E’ stato molto più remunerativo
vendersi al miglior offerente fra i due candidati di provenienza Piddina. Evidentemente le contro partite in poltrone
ed incarichi offerti da Scalia sono state più convincenti, tanto da arruolare a
supporto del candidato Pompeo sia l’Ncd di Pallone che i Forzisti di Abruzzese.
Questi ultimi convinti in extremis a
sposare la causa del Senatore dopo estenuanti trattative intercorse anche con l’altra
fazione guidata dall’ex Europarlamentare
.
Personalmente sospetto che l’aspra lotta sopravvenuta fra gli opposti
schieramenti sia solamente un gioco delle parti e che la spartizione fra i
sostenitori di Pompeo e quella di Pittiglio sia già delineata.
Ma continuiamo il
ragionamento mettendo da parte dietrologie
sospetti. Oltre la contesa fra i candidati alla presidenza, è in atto la
competizione per le poltrone di consigliere oggetto di una votazione separata e
con le liste contrassegnate dai simboli di partito. Per Pompeo concorrono le
liste “Democratici per Pompeo” cioè la parte del Pd guidata da Scalia, “Forza
Italia”, “Nuovo Centro Destra”. Per Pittiglio invece sono schierati i
componenti la lista del “Pd” ,la sponda piddina facente capo a De Angelis, a cui presumibilmente daranno la loro preferenza anche gli amministratori
socialisti.
Ma esiste un micro mondo al di fuori della contesa fra Pd vero e Pd
falso. Ci riferiamo alla lista “Acqua
rifiuti sanità e lavoro” che non supporta alcun candidato presidente. E’ una formazione
composta da molte sensibilità, compreso una reunion di vecchi amici-nemici ovvero, esponenti di Pdci e Rifondazione. Un rassemblement tentato più volte in passato con esiti sempre
disastrosi. L’unione dei comunisti in realtà sarebbe auspicabile ma è un’operazione
complicata che necessiterebbe di nuove
modalità, di percorsi innovativi e,
soprattutto di facce nuove. Un alchimia impossibile
da realizzare nel contesto delle
elezioni provinciali.
Infine esiste l’anima astensionista che è
quella dell’amministrazione comunale di
Alatri guidata dal sindaco Giuseppe Morini. Il primo cittadino di Alatri è talmente
impegnato a fare il sindaco, e a battersi per difendere il diritto alla salute
dei suoi cittadini, e di quelli della Provincia, da non ritenere produttivo
esprimersi a favore dell’uno o dell’altro contendente. Personalmente è un atteggiamento che
apprezzo. Che utilità avrebbe esprimersi per l’amministrazione della Provincia
quando i problemi del territorio sono altri e ben più gravi come la crisi del
sistema sanitario provinciale? E quando, aggiungo io, gli obbiettivi degli aspiranti presidenti sono tutt’altro che
orientati all’interesse dei cittadini?
Sia come sia, Aut non rinuncia all’abitudine
consolidata, in occasione di ogni tornata elettorale, di augurare buon voto a
coloro che andranno ai seggi. Nel caso
possa essere utile riassumiamo le complesse trattative che hanno
determinato gli schieramenti per le elezioni alla Provincia con foto e
filmati.
Buon Voto e buona visione.
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