“Con il Lazio l’Europa
diventa più forte” era il titolo dell’evento organizzato dalla Regione
Lazio e tenutosi a Roma il 24 giugno scorso presso l’auditorium parco della
musica di Roma. Un’intera giornata di
lavori, in cui i dirigenti della Regione, dei dipartimenti nazionali, e
membri delle commissione Europea, hanno
presentato la programmazione unitaria dei fondi europei 2014-2020.
Il
programma prevedeva una seduta plenaria nella mattinata, a partire dalle 10,00
nel corso della quale si sarebbero succeduti interventi di responsabili
regionali della gestione dei fondi, fra i quali: Alessandra Sartore, assessore della programmazione
economica, nonché coordinatrice della cabina di regia unitaria per lo sviluppo, il presidente Nicola Zingaretti. Membri della Commissione Europea: Zoltàn
Kazatsay della direzione generale occupazione e inclusione sociale, Charlina Vitcheva, direttore del dipartimento per la crescita
intelligente e sostenibile per l’Europa del sud. Membri
delle istituzioni governative quali: Vincenzo Donato, capo dipartimento per
le politiche di coesione (presidenza del consiglio dei ministri), Maria
Ludovica Agrò , direttore agenzia coesione territoriale del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica,
Salvatore Pirrone, Direttore generale Politiche attive e passive del lavoro
presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuseppe Blasi Capo
dipartimento Sviluppo rurale presso il
Ministero delle politiche agricole , alimentari e forestali.
Nel pomeriggio
avrebbero avuto luogo i tavoli tecnici relativi alla natura dei fondi: I POR
FESR, destinati a progetti inerenti lo sviluppo economico e alle attività
produttive, i POR FSE destinati a pianificazione di ordine sociale e sviluppo
culturale, i PSR FEASR, destinati alle politiche agricole.
La programmazione dei fondi europei, in
realtà è già partita da un anno con l’apertura di tavoli di partenariato a cui
avrebbero dovuto sedere, imprese, enti pubblici, organi intermedi, associazioni
e singoli cittadini secondo una selezione, così come determinata dalla
Commissione europea, il più possibile
condivisa e partecipata. Il tutto per evitare che ad usufruire della torta, che
sul Lazio incide per circa 4 miliardi,
fossero i soliti noti, fenomeno già avvenuto per il settennato appena concluso.
Possiamo testimoniare che su questo fronte
nulla è cambiato. Infatti, come Osservatorio Peppino Impastato, abbiamo
inoltrato regolare domanda di partecipazione al partenariato, possedendone i
requisiti, richiesta puntualmente
rigettata. Ad occupare le poltrone, anche questa volta, proprio di soliti noti a cominciare delle più
eminenti associazioni cattoliche.
Eppure
i dettami della Commissione sono altri.
I dirigenti della comunità europea, nel loro intervento sono stati
categorici, in particolar modo Charlina
Vitcheva, sulla qualità della progettazione, sulla sua replicabilità per tutto il territorio Europeo. Come già affermato in altre
occasioni, non è più il tempo di finanziare sagre della porchetta. Per il
pressapochismo delle progettazione e del controllo sulla realizzazione dei
progetti, nel settennato scorso l’Italia ha dovuto restituire diversi miliardi
di euro, tutto ciò a causa di partner poco attenti a questi aspetti, e molto più concentrati solo sulla riscossione dei soldi.
Attraverso l’Osservatorio
Peppino Impastato abbiamo intenzione, assieme ad altre associazioni, di
proporre progetti, nell’ambito dei bandi inseriti nelle 45 linee guida di prossima promulgazione, che gravitano nel campo dell’inclusione
sociale della diffusione della legalità.
Sarà difficile perché non abbiamo santi in Paradiso, ma tentar non nuoce. Confidiamo nella rinnovata rigidezza della commissione nel valutare progetti di
qualità.
Molto è stato svelato delle
criticità sui fondi del precedente settennato e della programmazione a venire,
in un intervento di protesta del sindacato
di base USB, riammesso ai tavoli di
partenariato dopo vibranti proteste per un iniziale ingiusta inclusione, e il
movimento “Carovana delle periferie”. All’inizio dell’assise, Guido Lutrario,
rappresentate dell’Usb, sI è impossessato del microfono, grazie anche alla
forzata disponibilità del presidente Zingaretti, e ha esposto un riassunto del
contenuto di 13 domande che le due associazioni avrebbero voluto porre allo
stesso Zingaretti e al vice presidente Smeriglio. Nel post che segue
pubblichiamo il documento dell’Usb e della Carovana delle periferie e un video girato, al volo col cellulare, dalla mia amica
Anita Mancini, che documenta lo
svolgersi della protesta.
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