Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 22 giugno 2015

Laurearsi sotto le bombe

Luciano Granieri


Si è svolto  sabato scorso, 20 giugno,  l’incontro degli attivisti  di Assopace Palestina, l’associazione guidata da Luisa Morgantini, già vice presidente del Parlamento europeo, con l’incarico delle politiche europee per l’Africa  e per i dritti umani. L’appuntamento del 20 giugno, tenutosi  a Supino, era parte di una convention di due giorni, sabato 20 e domenica 21,  in cui gli attivisti di Assopace Palestina, si sarebbero dovuti  confrontati, sul bilancio delle attività svolte e sulla pianificazione dei programmi futuri. 

Dalle ore 15,30 di sabato, presso la sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria, Luisa Morgantini, ha riferito sul suo ultimo viaggio a Gaza e a  Hebron  (a questo incontro è dedicato l’articolo). A seguire, dopo la cena,  sono stati proiettati dei  corti sulla Palestina compreso un film girato da Franca Marini,  che ha partecipato alla proiezione raccontando la sua esperienza. Domenica 21 dalle ore 9,30 sono proseguiti i lavori di programmazione per le attività future, fino alle 13,00 orario della chiusura dell’evento. 

Durante l’incontro di sabato, Luisa Morgantini ha riferito su  quanto accaduto durante il suo ultimo viaggio. Ad At-Twani    il comitato popolare per la resistenza non violenta e le donne delle colline a sud di Hebron - dove Israele continua il piano di ampliamento delle colonie  e l’evacuazione dei palestinesi  - il 13 giugno scorso, hanno organizzato una giornata dedicata alla memoria di  Rachel Corrie, Vittorio Arrigoni, Tom Hurndall e Angelo Frammartino. Per la prima volta nella martoriata terra di Palestina, non si  sono commemorate  vittime palestinesi, ma attivisti internazionali.  

Per ricordarli è stato costruito un memoriale in pietra  e piantati alberi di ulivo.  Frammartino è la vittima meno nota rispetto agli altri. Angelo era in Palestina nel 2006 in un campo di lavoro organizzato dalla Cgil. Fu accoltellato da un giovane Palestinese di Nablus, che  lo aveva scambiato per un colono israeliano. La giornata è stata bellissima soprattutto per la presenza delle donne . In un paese molto conservatore come At-Twani  tale partecipazione non era così scontata. 

In Cisgiordania invece,30 membri  dei comitati popolari si sono laureati . Questi giovani hanno intuito  che era necessario affiancare alla  lotta   lo studio. Aiutati dagli attivisti di Assopace Palestina i membri del comitato ,  dopo aver frequentato le scuole superiori, hanno seguito un master di due anni su i temi della legalità internazionale e della  lotta popolare. Sono arrivati finalmente alla laurea, studiando sotto le bombe e gli attacchi israeliani. La volontà è stata tale che sono riusciti nel loro intento, pur subendo arresti e angherie continue. 

Dopo aver raccontato  queste due toccanti, ma belle storie, Luisa si è soffermata sulla situazione politica attualmente in essere in Palestina. Allo stato attuale lo scenario è drammatico. Mentre i droni israeliani, continuano a martellare   e si succedono continui soprusi ai danni della popolazione di Gaza, la coalizione di unità nazionale costituita da Hamas e Fatah nell'aprile del 2014 è in disfacimento. Tutto ciò a danno dei cittadini palestinesi, i quali non si sentono più rappresentati da nessuno dei due movimenti, e rimangono praticamente soli ed inermi innanzi alle angherie israeliane.  

Anche su questo bisognerà ragionare nel pianificare nuovi viaggi e nuove azioni in difesa dei palestinesi. Ma gli attivisti di Assopace Palestina lo sanno benissimo e siamo certi che la loro opera a Gaza, a Hebron e in tutta la Cisgiordania, attraverso il coinvolgimento dei comitati popolari da loro organizzati , riuscirà almeno ad alleviare li immani sofferenze che quelle popolazioni sono costrette a subire. 

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