Ultimamente abbiamo ricevuto svariate critiche da parte di compagni che individualmente o come gruppi, ci hanno fatto pervenire il proprio disappunto in modo più o meno severo, in merito ad alcune scelte editoriali comparse nel nostro ultimo catalogo.
Tali critiche sono state prese in seria considerazione in una recente riunione di redazione e pertanto comunichiamo ai lettori quanto segue:
1) Riteniamo che l'antifascismo sia un valore centrale, irrinunciabile e di piena, urgente, attualità. Rifiutiamo qualsiasi tesi di superamento della dicotomia tra fascismo e antifascismo che porta con se l'idea del superamento di quella tra capitale e lavoro, destra e sinistra e, in ultima analisi, anche l'opposizione all'imperialismo risulterebbe in questo modo svuotata di senso.
2) Rifiutiamo decisamente qualsiasi ipotesi politica che in nome di un malinteso e distorto "antimperialismo" promuova convergenze o addirittura alleanze tattiche con settori provenienti dall'ambito fascista in qualsiasi sua declinazione, e, a maggior ragione, se contigui alle deliranti idee delle destre "sociali".
Compagni che prendono questa strada dimenticano purtroppo l'indissolubile legame tra il fascismo e il capitalismo, e dunque, l'imperialismo. Non ci può essere alcun accordo "antimperialista" con ambienti che, seppur mascherati, hanno sempre goduto delle generose elargizioni da parte di quell'imperialismo che dicono di combattere, e una tale ipotesi avrebbe come conseguenza la necessaria rinuncia a essere al fianco delle classi oppresse di ogni paese.
3) Sappiamo che i testi che assumono alcune categorie analitiche derivate dalle analisi di Costanzo Preve o di alcuni suoi epigoni, costituiscono la “base teorica” di soggetti coi quali non abbiamo, né vogliamo avere, nulla a che fare.
Riteniamo dunque che tali tesi non dovrebbero più avere spazio tra le nostre pubblicazioni.
I redattori della casa editrice Zambon:
Anna Bellini
Lucio Bilangione
Adriana Chiaia
Alessandro Pagani
P.S.
Adriana Chiaia, purtroppo assente dalla riunione di redazione per seri problemi di salute, assidua collaboratrice della casa editrice Zambon da più di dieci anni con saggi e traduzioni, curatrice della collana Le radici del futuro, dichiara di condividere pienamente il comunicato della redazione italiana in quanto esso riassume sinteticamente le ragioni della lotta che da più di un anno conduce sulle nuove tendenze della casa editrice. Lo ha fatto con noti scritti come Non siamo un ghetto o con proposte costruttive di riorganizzazione della casa editrice, sostenendo la necessità di una collegialità delle redazioni tedesca e italiana, nella scelta degli autori e nella valutazione delle opere presentate (come si verifica in ogni seria casa editrice) e inoltre pazientemente dimostrando la erroneità di alcuni paragoni storici con cui l’editore sostiene le sue posizioni (Togliatti nella cosiddetta svolta di Salerno non si alleò con la monarchia e Badoglio, ma convinse il comitato antifascista dei vari partiti esistenti in Italia meridionale a entrare in un governo che era l’unico governo italiano riconosciuto internazionalmente, URSS compresa, rimandando ogni decisione istituzionale sullo stato italiano alla conclusione della lotta armata partigiana che si svolgeva al nord). Purtroppo tutte le ragioni suddette, tenacemente e pazientemente espresse, si sono scontrate con la più assoluta sordità dell’editore.
La redazione italiana continuerà all’interno della casa editrice la sua lotta, certa che un numero sempre maggiore di lettori pensanti e dotati di senso critico condividerà il suo punto di vista. Anche perché il terreno reale delle lotte che l’intero movimento antifascista conduce quotidianamente contro i rigurgiti fascisti (Forza Nuova, Casa Pound, ecc.), anche se camuffati da improbabili populismi, dimostra concretamente la impraticabilità dell’alleanza fascismo-antifascismo.
Adriana Chiaia
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