Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 4 giugno 2015

QUATTRO FASCISTI MASSACRANO UN OPERAIO RUMENO. DOV'E' LA NOTIZIA?

Partito Comunista dei Lavoratori


Sui giornali di oggi, con tre giorni di ritardo e imboscato di soppiatto nelle pagine interne, si legge di un crimine odioso. A Roma, tre giorni fa, in Piazza Tuscolo, una squadraccia di quattro fascisti ha prima individuato, poi braccato, infine massacrato un operaio rumeno casualmente incontrato di primo mattino in un bar, amputandogli col coltello due falangi della mano. Il tutto al grido:” bastardo rumeno, tornatene al tuo paese o ti ammazziamo”. 
Immaginiamo per un momento lo stesso scenario ma capovolto: “ quattro rumeni ( o quattro rom) inseguono un italiano e gli amputano la mano, in quanto italiano”. Simile notizia avrebbe guadagnato le prime pagine della grande stampa, riempito telegiornali, occupato tutti i talk schow, diventando brodo di coltura dei peggiori veleni xenofobi, e arma elettorale di tutte le canaglie alla Salvini e della loro propaganda spazzatura. 
Ma simile episodio come sappiamo, è del tutto inverosimile, a differenza di quello realmente accaduto. E di quelli che normalmente accadono e accadranno- spesso sottaciuti- sulla scia dell'isteria collettiva xenofoba. 
Questo semplice raffronto misura una volta di più la natura della società borghese. Non solo lo squallore dei fascisti e del leghismo lepenista. Ma anche l'infinita ipocrisia di una “democrazia” che seleziona le notizie in base all'ascolto di mercato ( audience significa vendite, pubblicità, profitti). E che anche per questo concima il terreno ideale per la demagogia reazionaria dei fascisti. 
E' l'ennesima riprova che l'antifascismo conseguente o è anticapitalista o non è.


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