La Juve ,di cui Exor, cassaforte della famiglia Agnelli è
proprietaria per il 64%, fattura circa 360 milioni l’anno e paga 256
milioni di stipendio ai propri
calciatori. Fca di cui la Exor, cassaforte della famiglia Agnelli, è socia di maggioranza con il 21% delle
azioni, fattura circa 8miliardi l’anno, ma gli stipendi dei 67mila dipendenti
italiani incidono infinitamente meno.
Higuain recente acquisto della Juve, il
cui socio di maggioranza è la Exor, lo stesso di Fca, è costato 110 milioni fra
prezzo d’acquisto (94 milioni) e stipendio (16 milioni). Con la stessa cifra si
sarebbe potuto assicurare un aumento di
stipendio di 150 euro mensili agli operai Fca, coloro cioè che contribuiscono a
fatturare 8 miliardi l’anno e non 360 milioni come Higuain e soci.
Tale ragionamento
è stato fatto da Gerardo Giannone, operaio
della Fca di Pomigliano in regime di salario di solidarietà, al netto 900 euro
più o meno al mese. Al di là della delusione e della rabbia di un probabile tifoso
del Napoli che ha assistito alla vendita del giocatore più forte della squadra
del cuore alla rivale di sempre, cioè la Juve, il discorso non fa una piega.
Se
poi consideriamo che la Exor, cassaforte della famiglia Agnelli, maggiore azionista della Juve( 64%) e maggiore
azionista di Fca( 21%) ha spostato la sede fiscale da Torino ad Amsterdam, col
vantaggio di non pagare l’Irap e di realizzare profitti detassati dagli scambi
azionari, forse il malcontento dei tifosi non bianconeri diventa più aspro, ma
purtroppo rassegnato.
Al di la della passione calcistica, non è errato
affermare che la famiglia Agnelli è stata ed è una delle caste, se non la casta, più potente in Italia. Ne consegue che la squadra di calcio di cui è
proprietaria gode dei favori che si devono ad un padrone così influente e non
mi riferisco ai favori arbitrali, che pure ogni tanto ci sono. La parentesi calciopoli era evento troppo evidente per non determinare conseguenze.
Prendiamo lo Juventus Stadium, si è detto
mirabilie dell’impianto bianconero, esaltando la lungimiranza e l’abilità di una società
sportiva capace di costruirsi privatamente uno stadio di proprietà. Siamo
veramente sicuri che la Juve abbia fatto tutto da sola senza intaccare il pubblico
interesse? La città di Torino ha chiesto
alla società bianconera, in cambio della
cessione di proprietà, di fatto per 99 anni, di un’area di 350.000 mq, 20
milioni di euro, cioè la miseria di 58 centesimi a metro quadro. Non solo, lo
stesso Comune di Torino ha approvato, sic et simpliciter , una variante al piano regolatore che ha
consentito alla società calcistica degli Agnelli di acquisire, per un altrettanto tozzo di pane, terreni
adiacenti allo Stadium utili a realizzare
due grandi centri commerciali che consentono di monetizzare ulteriori
introiti oltre ai profitti del campo di calcio. Ma i tifosi del Torino a Torino sono
considerati?
Gli investimenti per la realizzazione di un’arena calcistica, sono
indubbiamente ingenti, però se il Comune
ti regala l’area dello stadio più altri spazi per edificare centri commerciali in barba all’interesse pubblico, l’operazione
è molto più semplice e consente di incrementare in un anno quei guadagni che, attraverso l’acquisto
di calciatori e la partecipazione, fallimentare ma costante, alla Champions League sono passati da 11,6 a 34,6 milioni in un anno.
Questi
sono solo gli ultimi fatti, ma la Juve è stata sempre la squadra della famiglia
più potente in Italia, proprietaria della Fiat e di una complesso intreccio di
attività altamente remunerative.
Capello, Landini, Altafini, e più recentemente
il Capello allenatore, Zebinà, Emerson, fino all’attualità, Pjanic e
Higuan sono state le appropriazioni che la compagine juventina, dall’alto della
sua potenza economica, si è concessa ai danni delle squadre che in quel momento
erano le più accreditate per contendergli la leadership in Italia. Miliardi di
lire, milioni di euro, in spregio agli stipendi degli operai Fiat, sempre più
miseri, e sempre più lasciati in balia della cassa integrazione.
Oggi si fa un
gran discutere di Costituzione, ebbene l’attività della Exor, o Fia,t o Fca, o
come la vogliamo chiamare, nel dissanguare gli operai e spendere milioni per i
calciatori non è molto in linea con l’art.41
il quale giustifica la proprietà privata ma essa non deve svolgersi in contrasto
con l’utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. A pensarci bene
offrire un motivo per gioire a milioni di perdenti che tifano i pluridecorati
bianconeri perché non in grado di affermarsi da soli nella società potrebbe costituire funzione di
alto valore sociale. Del resto il calcio è metafora della vita e da sempre il
quotidiano è formato da padroni e subalterni. Per ora, lasciando stare la lotta
di classe, nello sport questo è un postulato non scardinabile. Rassegnamoci.
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