Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 27 luglio 2016

Propaganda Referendaria

Luciano Granieri


Bisogna discutere il merito della riforma costituzionale, evitare di influenzare il giudizio che i cittadini dovranno esprimere al referendum confermativo, con motivazioni che nulla hanno a che fare con il testo”. Questo il mantra che ricorre ogni volta si comincia a discutere della faccenda. A dir la verità tale posizioni fu espressa immediatamente dal Coordinamento Democrazia Costituzionale  e dal Comitato per il No alle modifiche Costituzionali. Da parte  degli inventori della riforma (Matteo Renzi e Maria Elena Boschi) l’impresa si è rivelata molto più complicata. Come mai? Era difficile spiegare ciò che essi stessi avevano scritto? Era astruso  leggere, capire e spiegare ciò che essi stessi avevano vergato sotto dettatura? Mistero.  Fatto sta che sui contenuti della  riforma, attesa da 70 anni dai cittadini, come dichiarò Renzi lo  scorso autunno, non fu data alcuna  spiegazione. Quella  dichiarazione, fra l’altro,  resa dal Premier il 17 settembre, ci regalò  una clamorosa verità storica. Cioè che i cittadini italiani, in attesa da 70 anni delle riforme, si  erano  stancati dell’attuale Costituzione già tre anni prima che questa fosse promulgata.

Con me o contro di me
A fine gennaio, quando il Senato approvò le modifiche costituzionali,  il Premier Renzi fece un pomposo annuncio sull’importanza della conferma referendaria. Erano rilevi sul contesto? Affatto. Renzi dichiarò solennemente che in caso di mancata affermazione al referendum   si sarebbe dimesso provocando la crisi di Governo e nuove elezioni. Ma  in caso di dimissioni del Primo Ministro, le elezioni non sono automatiche, o sbaglio? Cioè il Presidente della Repubblica dovrebbe sondare la disponibilità a formare un altro Esecutivo, incaricando un Presidente del Consiglio diverso, prima di sciogliere la Camere. Ma si sa le modalità con cui Matteo Renzi si è formato sull’assetto della  Repubblica , sono state talmente veloci che qualcosa deve essere sfuggito.  Da quel giorno fu un proliferare di dichiarazioni  sul “O con me o contro di me” sul “Metterci la faccia” , ma di contenuti delle modifiche Costituzionali nulla. Nel frattempo chi si era dato penna di leggere la riforma si era immediatamente reso conto di quanto fosse pasticciata,  contraria agli obbiettivi che si volevano raggiungere e lesiva dei diritti democratici .

Facismo e Antifascismo
 Proruppe poi nell’agone  la contrapposizione fra fascisti e antifascisti, con il suo portato di presunte verità e falsità storiche. Iniziò la ministra Boschi a sostenere  che chi avesse votato No alla riforma si sarebbe espresso Come Casapound. E ancora, rivolta all’Anpi (Associazione  Nazionale Partigiani D’Italia) schieratasi per il No, dichiarò che i partigiani veri,  i combattenti, avrebbero sicuramente approvato le riforme. Infatti, secondo la Ministra,   la maggioranza  degli iscritti oggi  all’Anpi non ha partecipato  alla  resistenza  e, a differenza di chi veramente era stato sulle montagne a combattere, è  privo  del  vero spirito partigiano. Non sarà che i combattenti iscritti all’Associazione sono sempre di meno, perché ahimè il loro percorso di vita, causa l’età, arriva alla fine?

Arruolamento  dei morti.
Dopo le reprimenda  quasi unanime di partigiani,combattenti e non, è iniziato un altro tormentone. Il soldo alla causa di statisti e politici del passato. Secondo i nostri baldi giovani riformatori, Enrico Berlninguer avrebbe votato Si, come pure  Pietro Ingrao, perfino Terracini,  Presidente della 2° Sottocommissione della Costituente sarebbe stato favorevole ad alcuni articoli riformatori. Figli e nipoti dei politici evocati, si sono indignati, diffidando i maldestri nuovi  costituenti ad usare a vanvera i nomi dei loro illustri cari.

Campagna acquisti dei vivi.
Fallita la campagna acquisti dei morti è iniziata quella dei vivi. Come controbattere l’autorevole spiegamento  di  noti costituzionalisti, esimi professori, Presidenti Emeriti di Corte Costituzionale, schierati contro la Deforma Costituzionale? Cercando di formare    un altrettanto importante compagine in supporto del Si  . Fra  gli  accademici  messi sotto contratto i più conosciuti, hanno  ammesso, però, che il testo fa schifo, ma se s’ha da cambiare s’ha da cambiare, quindi  non c’è  da fare troppo gli schizzinosi. Si è provato ad accattivarsi le simpatie di  sportivi ed attori. Il "padronale" Buffon ha aderito,   la Pellegrini ha risposto “no grazie” mentre il grande Benigni ha cambiato la sua valutazione dal No al Si in virtù di  una lauta prebenda di 200 mila euro elargita per la   replica di una sua  trasmissione di qualche anno fa, proprio sulla Costituzione,  andata in Tv nella primavera scorsa.

La catastrofe
Altro canale ampiamente battuto è stato quello catastrofista alla cui regia si è distinta Confindustria, cioè i padroni. Se la riforma verrà  bocciata  cadrà il Parlamento, il Governo, ci aspetteranno tempi bui di  povertà, fame e carestia.  Imperverseranno  invasioni  di terroristi islamici, Al Quaeda ,   nuove Brigate Rosse.  Terremoti e tsunami   flagelleranno la terra. Il tutto perché se dovesse rimanere l’attuale assetto costituzionale, che prevede il Senato elettivo, in presenza delle dimissioni del governo Renzi e di nuove votazioni (rimane sempre il mistero del perché le dimissioni di un presidente del Consiglio porterebbero automaticamente ad elezioni), la nuova legge elettorale creerebbe confusione in quanto  è concepita per la sola elezione della Camera. Certo, è da geni licenziare una norma  elettorale costruita su  un assetto costituzionale ancora da realizzarsi, ma la velocità è velocità, loro danno per scontato che una turbo opinione  pubblica approverà le riforme.  

Finalmente il merito

Dopo la batosta presa alle elezioni amministrative  e dopo che i sondaggi inizialmente favorevoli al Si stanno virando pericolosamente verso l’esito opposto, ci si è  accorti che forse sarebbe  stato meglio parlare un po’ anche del merito della riforma.  Dunque via con i comitati del Si a tediare porta a porta i cittadini sulle mirabilie delle modifiche, ad organizzare banchetti informativi. Operazione miseramente  fallita anche questa, banchetti non se ne sono visti,  dei militanti porta a porta neanche l’ombra. Rimane comunque  il  mistero   di come il Pd abbia potuto raccogliere 600mila firme per richiedere un referendum già stabilito dalla  legge. Saranno firme vere?  L’ultima speranza è affidata al tour che la Ministra Maria Elena Boschi sta compiendo in tutte le città d’Italia per spiegare l’indispensabilità della sua riforma. Il 3 agosto  prossimo sarà a Frosinone presso il palazzo della Provincia alle ore 18,30. Noi del comitato Provinciale Coordinamento Democrazia Costituzionale, saremo li a capire se la Ministra ha studiato. Le  precedenti uscite hanno dimostrato che  Madama Mariaelena  non è tanto preparata sulla sua Riforma. Noi Si. Perciò voteremo  ed invitiamo a votare No.

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