Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 18 gennaio 2013

La "cornice europea" e il finto dibattito elettorale

Claudio Conti. fonte http://www.contropiano.org

Un'intervista a Olli Rehn e le dichiarazioni di Draghi disegnano i confini entro cui il prossimo governo potrà giostrarsi: spazio zero.

Ce lo ha ricordato per primo, con l'aplomb dovuto da parte dell'unica istituzione europea con compiti davvero operativi, Mario Draghi, presidente della Bce. "Nell'area dell'euro il clima del mercato obbligazionario ha risentito dell'influsso negativo esercitato dalle revisioni al ribasso delle previsioni di crescita. L'accresciuta incertezza politica in Italia, inoltre, è stata all'origine di alcuni flussi di capitali, con l'obiettivo di ricercare investimenti più sicuri (flight-to-safety), verso i titoli emessi dai paesi con rating AAA".
Non si poteva essere più "tecnici" di così, né più chiari. Se la classe politica italiana non darà segnali chiari di voler proseguire l'opera iniziata da Monti & co., ci saranno "spostamenti di flussi" ancora più significativi, con ovvie conseguenze sullo spread e gli investimenti finanziari esteri su asset italiani. Una mezza verità, che guarda solo ai capitali euro-statunitensi, perché quelli cinesi e arabo-petroliferi sono in questo momento molto attivi nella ricerca di ghiotte possibilità di acquisizione di "asset" del Belpaese.
Ma comunque un richiamo all'ordine piuttosto perentorio (del resto la "lettera d'agosto" 2011 l'aveva firmata proprio lui, iniseme a Trichet, anche se non era ancora presidente della Bce).
Olli Rehn, invece, è decisamente più "politico" e definitivo. Finlandese, commissario all'economia dentro la Commissione Ue, esponente del "rigorismo" meno flessibile e più dogmatico, la dece senza mezzi termini, usando quasi le nostre stesse parole scritte al momento de "l'invasione" della Troika. "Qualunque sia il governo che uscirà dalle urne è essenziale che l'Italia resti sul cammino riformista, in linea con gli impegni europei che hanno già rafforzato la fiducia globale nell'economia e nelle politiche del paese".
Inutile spiegare che la "fiducia globale" altro non è che la ritrovata certezza nell'"obbedienza" italiana ai diktat provenienti dalla Troika, o che il prezzo pagato dalla popolazione sia sproporzionato rispetto all'obiettivo. Quel che a Rehn - e alla Troika - interessa dire è che "avete la strada segnata", non esiste alcuna possibilità che un governo faccia qualcosa di diverso da quel che vi abbiamo prescritto. Potere giocare (Bersani, Berlusconi, Casini, Vendola, ecc) a chi fa un po' più il destro o sinistro, ma "il programma" da mettere in atto ve lo abbiamo scritto noi, nelle pagine dell'Agenda Monti", e dovete solo obbedire. Ogni ipotesi fare altro è bestemmia pura e avrebbe conseguenze funeste.
Una dittatura senza spazi di contrattazione (gli "aggiustamenti" sono sempre possibili, ma si tratterà di sfumature). Per la "ripresa", concede, si dovrà aspettare l'inizio dell'anno prossimo (una carota da sventolare serve sempre, tipo un po' di "luce in fondo al tunnel").
Insomma: non vi appassionate troppo al gioco elettorale, perché chiunque vinca vincerà un posto da esecutore obbediente.

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