L’ho detto e ridetto più volte, l’idea che il mercato si
autoregolamenti e, seguendo le sue prescrizioni
, si possa assicurare benessere e prosperità a tutti è
totalmente sbagliate e falsa.
Non preoccupatevi non è il solito post sulla
crisi del capitalismo, è solo un tentativo di dimostrare quanto ciò sia
vero dall’interno dei meandri
del trading popolati dai business plan, dal moderno management, quello che si autosuggestiona con meeting, briefing, brian storming, tutto rigorosamente
in video conferenza, fra un aereo e l’altro.
Prendiamo come archetipo del profitto sicuro una Società per Azioni che
opera nel settore dei servizi legati ai trasporti. Il nome non importa, inventatelo
voi. Questa società nasce nel 2003. Nei primi anni di attività i manager si
portano a casa un milione e seicento mila euro di compensi.
Attraverso vari cambi di management la società
arriva ad assicurare ai propri dirigenti
altri ingenti introiti. Con il trascorrere
degli anni si aggiungono diverse migliaia di consulenti esterni, retribuiti anche loro. Insomma per farla breve dopo dieci anni gli emolumenti per manager direttamente coinvolti e
consulenti esterni ammontano a tre milioni di euro.
Una tale ben retribuita aggregazione di
cervelli, con il proprio prezioso lavoro, avrà sicuramente
assicurato profitti per miliardi di euro attraverso l’erogazione di importanti
servizi e prestazioni di alto livello. Ebbene in dieci anni di attività questi
signori non hanno prodotto un bel nulla, niet, niente di niente.
Anzi l’unico progetto partorito si è rivelato sbagliato, tutto da
rifare.
Secondo le regole del mercato,
del business, gli azionisti di una tale macchina mangia soldi,
dopo aver elargito compensi per tre milioni di euro senza ottenere uno straccio di risultato, avrebbero dovuto sciogliere la società e
denunciare per truffa tutti i management
susseguiti in questo decennio. Ma come detto il mercato da solo non è in grado
di autoregolarsi. Ed infatti dopo così
tanto tempo di inutile spreco di denaro la società anziché sparire perché improduttiva,
rinnova i suoi vertici manageriali.
Una
follia secondo le regole del mercato, ma se gli azionisti che pagano, senza
riscuotere dividendi, non sono facoltosi uomini d’affari ma i cittadini della
Provincia di Frosinone e se la società in questione si chiama Società Aeroporto
di Frosinone Spa, tutto si spiega. Quanto
ho sinteticamente riportato è realmente
accaduto La Società Aeroporto di Frosinone nasce nel 2003 è una Spa in cui figurano come
azionisti pubblici, il Comune di Ferentino, la Provincia di Frosinone e il
comune di Frosinone.
La società ha bruciato
un milione di euro per spese di progettazione 600 mila euro per la Valutazione Ambientale
Strategica e una marea di soldi per pagare consulenze esterne fra cui spiccano
30 mila euro regalati al guerrafondaio americano Edward Luttwak, l’obbiettivo malsano era la costruzione di un’aeroporto
civile in piena Valle del Sacco, fine che fortunatamente non si è mai
realizzato anche se pare non si siano perse le speranze.
Perché in questo caso non valgono le regole del business? Perché nonostante
la Corte dei Conti e la Ragioneria dello Stato abbiano più volte sottolineato l’inopportunità di tenere in vita
una società altamente costosa ed improduttiva, oggi si procede al suo rilancio con
il rinnovo del consiglio di amministrazione?
La riposta è semplice, perché alle regole del mercato si affiancano le leggi
non scritte dei comitati elettorali. Una
società come Adf, serve a pagare
cambiai elettorali, a sistemare politici trombati, a favorire imprenditori e manager amici. Non è un caso che alla guida
di Aeroporti di Frosinone si siano succeduti esponenti di tre fazioni politiche
differenti.
Dal fondatore Scalia, già presidente della Provincia, di estrazione
Pd al di lui parente Gabriele Picano, di Scelta Civica, fino al neo presidente
Francesco Trina (detto Zaccheddu)
del Pdl. Mai come in questo caso
il clima di pacificazione invocato dal governo Letta si è realizzato alla perfezione.
Rimane comunque il grosso
interrogativo su quale sarà l’obbiettivo del nuovo consiglio di amministrazione
presieduto da Francesco Trina. Si continuerà ad insistere per costruire un’aeroporto
regionale, nonostante le solenni bocciature incassate da tutti gli organo
preposti, ENAC, ENAV, ministero della difesa, nonostante la enorme cappellata del cambio di destinazione
d’uso dell’area da agricolo a
industriale realizzato maldestramente dimenticando di interessare alla procedura
una particella, sita nel bel mezzo della futura pista?
Si procederà alla costruzione di un eliporto cambiando
perfino la ragione sociale della società come vuole il Comune di Frosinone,
oppure si farà finta di lavorare e si continuerà ad usare la società come area
di scambio elettoralistico?
A proposito nel nuovo consiglio si amministrazione è
entrato anche il grande muratore Frusinate già padrone della città il quale
evidentemente ha deciso che sarebbe stato il caso di marcare stretto quei 60
ettari di zona servizi annessa all’aeroporto che diventeranno edificabili con
un rapporto area cubatura tale da costruirci le nuove twin towers per evitare che altri errori sul cambio di
destinazione d’uso. Una cosa è certa ,
gli emolumenti, i compensi e tutto quanto è necessario per tenere in
piedi questo inutile quanto clientelare carrozzone saranno come al solito a carico dei cittadini
azionisti ignari e turlupinati. Non sarà
veramente l’ora di porre fine a questa colossale truffa?
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