Saranno in molti, oggi, a compiacersi della morte di Don Gallo. Le ipocrisie che una volta si celavano nelle
penombre ammuffite dei palazzi e delle stanze riservate, e che oggi invece
sono sbandierate come vanto di un potere senza più limiti, senza alcun freno non
diciamo etico, ma neppure opportunistico, faranno sentire meglio tanti di coloro
che Gallo aveva messo davanti alle loro
responsabilità per una vita intera.
Per fortuna gli fu tolta la parrocchia,
liberandolo delle catene della
disciplina, in modo che potesse dire e fare quello che le anime sanno giusto
e i portafogli borghesi
temono.
Quante ne hai salvate, di anime corrotte dalla
miseria, Don Gallo? O meglio,
dalle miserie, non solo economiche, nelle quali i tuoi "ultimi"
continuano a nascere ed
espiare altrui peccati mortali? Non
bastava la denuncia, li andavi a
raccogliere, li portavi al coperto, quei relitti pieni di disperazione, e
lo potevi fare perché eri
forte.
La forza delle idee, delle ideologie anche, che
non solo non hai rinnegato, ma
hai saputo sposare fra loro in un matrimonio misto che, manco a dirlo, per molti è "contro
natura": perché prete e comunista, col Vangelo e i diritti civili e sociali come guida,
come visione del mondo. cioè come ideologia.
Siamo contenti che tu ci abbia onorato della tua
fraternità, saremmo più contenti
se fossimo capaci di raccogliere il tuo esempio, l'insegnamento concreto e poeticamente
rivoluzionario della tua molteplice fede.
Le nostre bandiere sono inchinate e ti rendono
omaggio, come i nostri poveri
cuori, ancora una volta feriti ed orfani di un padre sereno.
Soffriamo in silenzio, torna alla terra con il
nostro profondo rimpianto.
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