Rompo il silenzio-''stampa'' (silenzio provvisorio, da troppo
di ''parole in
corso'', che per ora almeno – poi che ''tutto'' è 'in corso d'opera',
semi-lavorato, anacoluto, parolazione 'a fondo perduto', 'a somma zero', al
vento, ''pieno a perdere'' – si risolve in nulla-di-fatto [e finito]...), per
far 'rimbalzare' un'informazione, e un appello.
''Cass'integrati''
della Fiat di Pomigliano d'Arco e 'deportati' nel reparto-confino di Nola
stanno facendo un picchetto nella piazzetta attigua alla Villa comunale di
Pomigliano d'Arco antistante il caseificio «SanGennaro».
Lì, la settimana
scorsa avevano occupato uno spazio, una specie di stanzone da anni dismesso e
inutilizzato, per farne un centro di discussione e azione sociale.
Naturalmente, le
forze di polizia erano prontamente intervenuti a sgomberarli, a sbaraccare
quella piccola infrastruttura d'intelligenza, resistenza e lotta sociale.
Naturalmente, i
varî Letta/Alfano & relativi complici, servi, padroni, servopadroni,
giullari, pagliacci, sbirri e teppa – in senso salamoviano – varia ; prosseneti
sociali, sicofanti, comparse di batracomiomachìe, cortigiani, 'bravacci',
affaristi, giovinsignori, tenori e soprano, baritoni e bassi di cospirazionismi
antiterroristi, forcajoli peraltro 'a corrente alternata', micro-despoti,
Caligola, cavalli, Rodomonti parvenus del politicantismo... –, naturalmente
quest'armata Brancaleone, demenziale e decerebrata/decerebrante, moralista
an-etica, coi relativi cap'in testa, a cominciare ''r'o megli'e tutt'' , il
Presidente della Repubblica [fondata sul Lavoro sfruttato], il Capo dello Stato
Napolitano, con i relativi mèntori tipo Citizen-Scalfari e via degradando,
naturalmente questo nauseabondo 'generone' senza scuorno spande chiacchiere,
nel mentre che tiene naturaliter bordone al Signor Fiat del momento, il
vampirico Marchionne. Naturalmente, i sensali e 'faccendieri' sindacali, in
prim'ultima analisi ruffiani della padronalità e fabbricatori di
servo/padronilità, assordano col loro silenzio-assenso.
Così, 'alla fine
della fiera', davanti allo stanzone alla Villa comunale di Pomigliano c'erano
dalle 8 di stamattina decine di poliziotti, carabinieri ed elementi della
polizia municipale, pronti a impedire una ri-occupazione del luogo.
Naturalmente,
LorSignori ci tengono a che la vera e propria guerra sociale scatenata
dall'alto che sta sotto tutto il florilegio di vaniloqui su crisi, baratri, «
crescite » e « Lavoro » [Valore del-], possa proseguirsi con un belligerante
solo, e col « nemico » disarmato, inerme e quanto più è possibile reso abietto,
servile anzi servo/padronile, anestetizzato e dirottato su diversivi,
'specchietti per allodole', spaventapasseri e
fantasmi varî.
Naturalmente,
questa larga oligarchia si presenta nella forma più volgarmente demagogica, in
un legame di doppia dipendenza democrato-crazìa/oclocrazia [da oclos, folla],
dove, per dirla con Walter Benjamin, la nozione di « classe » si decompone, e
le genti sono 'formattate' come 'popolaccio', segnato da « desiderio mimetico
», vuoi nella forma concorrenziale che nel grande malinteso della ritorsione.
Ridotti a ''proprietarî
d'identità'' (legittimista, vittimaria, avvelenata dalla nuvola di fiele del
risentimento, e basta) come massimo di ''ribellione'' – sfogatoio ad una
indignazione rinfocolata e attizzata a condizione che non si traduca in
consapevolezza critica e azione comune indipendente, comune autonomia –, come
orizzonte del sogno riescono a pensare solo
e soltanto alla
galera. Galera per qualcuno, tirato fuori dal mazzo e agitato come uno
spaventapasseri – è relativamente secondario chi sia in questione, il dato
rilevante è che l'orizzonte mentale e affettivo di tanta gente è divenuto un
orizzonte, esclusivamente o quasi, giudiziario-carcerario. Come dire :
l'indignazione si traduce in niente di più che « cazzimme » [Cfr. Dizionario
italiano-napoletano]...
Coi mezzi tecnici
già a disposizione e a venire, questo, questa risoluta mutazione antropologica,
questa ''controrivoluzione, controinsurrezione preventiva'' può, certo,
realizzarsi sempre più ; ma non è detto che il 'corso delle cose' non possa
essere arrovesciato (per ora, dato che time's out, rinvierei in proposito – e
ci torneremo in seguito – ad alcuni passaggi di un'ultima intervista di Gunther
Anders...).
Per ora ci fermiamo
qui, invitando chi si trova nell'area napoletana e dovesse per avventura leggere
in quasi-tempo reale queste righe, a raggiungere Pomigliano già oggi, o nelle
prossime scadenze che verranno indicate.
[Un piccolo
poscritto strettamente personale e anche un po' imbarazzantemente sentimentale
: inchiodato (finalmente ?) ad esser ''cavia'' in un protocollo sperimentale di
terapia contro il virus dell'epatite C, più che trentennale ricordo di
trasfusione in Centro clinico penitenziario, 'stavolta non posso 'essere della
partita', non ho potuto raggiungere compagni & compagne ''della tenda
rossa'' davanti ai cancelli della fabbrica di Pomigliano, come tante altre
volte, compresa la 'trasferta' a Taranto-Ilva contro il doppio vincolo ''pane
& veleno''... Se qualcuno/a ci va, oggi o nelle prossime scadenze, lo fa un
po', se gli va, anche da parte mia].
Un saluto
''comunàuta''* libertario
[* comun'autonomo,
per l' accomunazione, 'comunardo'
– anzi, tenendoci
all'autodefinizione, «comunalista»],
o.s.
Paris, 25 maggio
2013
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