I principi
di equità e di solidarietà sociale sono alla base della nostra Costituzione. Lo
stesso governo «dei professori» li aveva citati tra i suoi obiettivi: non ci
credeva affatto - si è visto dai provvedimenti approvati - ma almeno
formalmente si poneva all'interno di quella cultura. Con la cancellazione
dell'Imu per tutti i proprietari di prime case, il governo Letta rompe l'ultimo
tabù: si governa per rafforzare e perpetuare disuguaglianze e privilegi.
Con la riforma dell'Imu i proprietari di un solo alloggio di 80 metri quadrati
di categoria catastale usuale, risparmieranno 4-500 euro all'anno. Quelli di 4
o 500 metri quadrati di maggior pregio ne risparmieranno 10-15 mila. Ma non
basta! I grandi costruttori non pagheranno l'Imu 2013 e 2014 per il gigantesco
numero di alloggi invenduti che popolano le desolate periferie urbane. Un
regalo misurabile in decine di milioni di euro. Soldi con cui si possono
acquistare o potenziare giornali (Caltagirone e Bonifaci - Messaggero e Tempo -
ne sono il più noto esempio) utili a cantare le lodi al governo di turno. O ad
aiutare nelle strepitose rimonte berlusconiane in campagna elettorale.
Sociologi ed economisti di ogni corrente di pensiero concordano nell'affermare
che il ventennio che abbiamo alle spalle è quello in cui si sono prodotte le
più impressionanti differenze sociali a tutto vantaggio dei ceti benestanti. Il
governo Letta ha aumentato la forbice.
Ma oltre ai numeri contano ancora di più i fatti simbolici e strutturali.
L'Italia, come paventava La voce.info, è diventata l'unico paese sviluppato a
non tassare la proprietà edilizia. Sono soggette a Imu soltanto le abitazioni
di lusso: in tutto 73 mila immobili su 20 milioni di alloggi. Tutti gli altri
sono stati equiparati e azzerati alla faccia della Costituzione. Tanto è vero
che nascerà la «service tax», un'imposta legata all'erogazione dei servizi
urbani che verrà pagata in gran parte dagli inquilini invece dei proprietari
com'era con l'Imu.
In buona sostanza con la novità introdotta i proprietari di una sola abitazione
perderanno immediatamente i benefici della cancellazione dell'Imu, mentre gli
inquilini vedranno crescere notevolmente il prelievo fiscale. Un altro regalo
alla rendita immobiliare. Un altro colpo micidiale all'equità.
Non stupisce dunque la felicità del centro destra.
Ha cancellato il principio fondante della progressività della
tassazione, chiudendo con un suggello impensabile il ventennio della
restaurazione proprietaria. Stupisce invece la serafica indifferenza del primo
ministro Letta che sembra non aver colto la rilevanza di questo micidiale
colpo. Eppure dovrebbe essere culturalmente erede di quel Fiorentino Sullo che
aveva compreso cinquant'anni fa - pagando un prezzo personale pesantissimo -
che il nodo scorsoio che strangola l'Italia è il dominio della rendita speculativa.
Evidentemente i cattolici «democratici» alla Letta non appartengono a questo
importante filone di pensiero. Ma stupisce di più la sconcertante sudditanza
dell'intero Pd che ha messo sullo stesso piatto della bilancia 500 milioni per
la cassa integrazione, che dovevano essere comunque trovati se non si volevano
acuire le tensioni sociali del prossimo autunno caratterizzato dalla crescente
disoccupazione, con la cancellazione di uno dei pilastri che reggeva lo stato.
Il trionfo di Berlusconi sta qui, nell'aver lasciato senza rappresentanza i due
terzi della popolazione italiana. Una ristretta élite sociale governa per
interposta persona e continua a colpire ciecamente le classi più sfavorite. Può
contare su una maggioranza dei due terzi del parlamento cui impone ogni tipo di
provvedimento legislativo: articoli come quelli approvati ieri l'altro sono
scritti da chi conosce alla perfezione i meccanismi, come ad esempio l'ufficio
studi dei costruttori.
Ridare voce e rappresentanza a questa Italia senza più fiducia è il compito
sempre più urgente che ha la sinistra in cui crediamo. La proposta di Micro
Mega ripresa da Pierfranco Pellizzetti mercoledì su queste pagine di lavorare
per un governo di «legalità repubblicana» formato da personalità impermeabili
alle pressioni delle lobby, è l'unica strada per ridare speranza al paese.
Siamo la nazione che cresce di meno perché siamo in perenne ostaggio di una
rendita parassitaria che non ci permette di diventare un paese realmente libero
e moderno. Non ci si può meravigliare se mancano investimenti stranieri. O se
molti imprenditori non investano nei comparti produttivi: meglio giocare
all'eterna tombola della speculazione immobiliare improduttiva e intascare
plusvalenze gigantesche. Il trucco funziona sempre, anche grazie al governo
Letta.
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