Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 19 maggio 2015

Armi di distrazione e distruzione di massa

Alessia Cristofanilli

"Io non so con quali armi verrà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma so che la Quarta verrà combattuta con i bastoni e le pietre."
Albert Einstein


Una tastiera è innocua quanto un fucile.

Una parola di troppo nel ventunesimo secolo costa la vita.

In cosa si sta trasformando Internet? La risposta è semplice quanto agghiacciante: nella nuova arma di distruzione di massa.

Con un'evoluzione molto particolare; la morte è cerebrale.


Mentre la Cina si godeva i suoi fuochi d'artificio, altri furboni meditavano su come utilizzare quella sostanza per far esplodere più uomini possibili in un macabro spettacolo di carne e sangue.

Dalla scoperta dell'inimmaginabile quantità di energia che si sprigiona dalla scissione dell'atomo é saltata fuori l'arma chimica più devastante mai creata.

Un fuoco d'artificio di morte che ancora oggi viene ingegnosamente studiato e sviluppato in qualche isoletta del Pacifico o in qualche zona desertica mentre il mondo canta, balla e fa finta di non vedere.

Internet, capace di far arrivare informazioni ai quattro angoli del mondo in pochi secondi, è diventato lo strumento più subdolo e infido mai visto nella storia umana, dove i politici si cimentano in campagne elettorali alternative guadagnando consensi a colpi di click, dove terrore e odio vengono diffusi senza bisogno di nessun abbonamento,  con un'abilità straordinaria e con tale assiduità e spietata naturalezza da risultare quasi normali, come le pubblicità onnipresenti che promettono sesso facile e "a prova di moglie", o di "diventare magri qui e ora", normali come un braccio che termina con una mano: trovare, o meglio "non trovare" dignità, umanità, serietà, valori in Internet è totalmente, assolutamente normale.

Libertà di espressione o disumanità dilagante?

Vediamo la verità o quello che altri vogliono farci credere che sia verità?

Proviamo ancora indignazione di fronte al sanguinoso video amatoriale di turno, o per abitudine ci ritroviamo a scuotere la testa, con un vacuo minuto di silenzio al seguito e una condivisione su Facebook per pulirci la coscienza?

Cosa stiamo diventando? Uomini che fagocitano violenza come una razione di pane giornaliera, ogni giorno ci viene propinata per essere assimilata e per assuefare il nostro spirito, perché "il mondo va così". La nostra indignazione si fa sempre più docile, viene risvegliata a comando, sempre dopo le tragedie potenti, quelle che fanno fare audience, chissene dell’ Ucraina, buttata dove sta non frega niente a nessuno.

Lo schermo crea quella barriera che fa di te il privilegiato e di quelli dall'altra parte dei fantocci, numeri a oceani di distanza.

E guai a usare questo mezzo per denunciare, perché al massimo rimedi uno sparo in fronte o una condanna a 1000 frustate.

Internet è quindi davvero libero, o è minuziosamente controllato anche nella sua libertà di facciata, studiato al solo fine della manipolazione?

La risposta è ovvia.

Rifiutiamo tutto ciò, rifiutiamo la libertà di plastica, pensiamo i nostri pensieri, usiamo le nostre parole. Critichiamo, riprendiamoci la nostra vera sensibilità sepolta sotto strati di sonno.

Non svegliamoci una volta al mese dopo la grande catastrofe come in una sorta di flusso mestruale di coscienze.

Smettiamola di costruirci trappole da soli.

Le parole sono potenti.

Il pensiero non può e non deve più essere manipolato.

Studiamo la Storia con la speranza di imparare dagli errori commessi, non per imparare a fare di peggio.


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