Che l’avvocato Nicola Ottaviani sia un abile e stimato
professionista, principe del foro, è fatto assodato. Peraltro lo stimato professionista è anche sindaco di Frosinone. Ciò di per
se non sarebbe un problema, se non si verificasse una faccenda assai anomala.
Il professionista Nicola Ottaviani, non riesce a scindere la figura di avvocato
da quella di sindaco. Egli anche nella mansione di “primo cittadino” continua ad esercitare la
funzioni di avvocato .
E’ avvocato
difensore di Acea, continuando a rimandare ad ulteriore valutazione delle
inadempienze del 2014-2015, peraltro già accertate dalla segreteria
tecnico-operativa (STO), la soluzione della
rescissione contrattuale, previa messa in mora del gestore. Tale procedura, dopo
il consiglio comunale di ieri pare essersi attivata, ma campa cavallo.... e l’esito in
sede di consulta dei sindaci è tutt’altro che scontato. Bisogna rilevare che la stessa STO aveva già accertato per il 2013 inadempienze tali, da
imporre immediatamente la rescissione per colpa del contratto di servizio, senza tanti indugi, saltando la fase della messa in mora, evitando così che
l’imminente fusione fra Acea Ato 2 e
Acea Ato5 possa far rientrare dalla finestra ciò che si vuole cacciare dalla porta.
Altra efficace arringa difensiva
è stata spesa per le decisioni prese in merito all’inquinamento ambientale. Con la
spregiudicatezza che si deve ai più abili principi del foro, Ottaviani ha
spacciato per eccellente provvedimento
antinquinamento, la delibera di moratoria per sei mesi sugli effetti operativi di un’autorizzazione,
da lui stesso concessa, per la realizzazione di un inceneritore alle soglie della
città. Stante il perdurare delle
critiche situazioni ambientali, quell’autorizzazione non si sarebbe mai dovuta concedere. Il procrastinare
relativo all’attuazione di quel provvedimento è l’abile escamotage che un eccellente avvocato avrebbe
adottato per prendere tempo e far passare una contingenza sfavorevole al suo
assistito in attesa di nuovi e più fausti sviluppi.
Ed infine veniamo alla
questione Multiservizi. Se da un lato l’analisi
delle competenze istituzionali sulla costituzione di una newco (nuova società), che avrebbe potuto assorbire gli ex lavoratori della Multiservizi, è stata condotta in punta di codice , sostenendo
l’impossibilità del Comune ad approvare la soluzione già adottata dagli altri azionisti, Regione, Comune di Alatri, e Provincia di Frosinone, in assenza di una specificazione delle
competenze riguardanti proprio la Provincia,
dall’altro l’avvocato Ottaviani non si è fatto scrupolo ad affidare l’incarico
dei servizi svolti dagli ex lavoratori della Multiservizi, a cooperative
private, senza ottemperare alle corrette regole, sia di promulgazione del bando, sia delle condizioni inserite nel bando
stesso; in
particolare le postille relative all’obbligo da parte delle società vincitrici della
gara di assumere un certo numero di
lavoratori ex Multiserizi. Per questa
inadempienza l’avvocato Ottaviani rischia di perdere la causa e di dover
risarcire, 500 mila euro per danni ai lavoratori.
Al netto di
queste elucubrazioni, la strenua difesa
da parte dell’avvocato Ottaviani dei suoi assistiti (leggi poteri forti)
ha rischiato di finire in tragedia. Poche
ore fa uno dei licenziati della Multiservizi - il quale proprio per le acrobazie
azzeccagarbugliesche dell’avvocato Ottaviani, ha perso la speranza di
riacquistare il proprio diritto al lavoro, magari nella newco - si è incatenato
ad un palo in Piazza VI Dicembre, nei pressi della tenda degli ex lavoratori
della Multiservizi, piazzata in presidio
di protesa sotto il Comune. In una mano aveva una tanica di benzina, nell’altra un accendino
e minacciava di darsi fuoco se la sua
disperata situazione non avesse trovato soluzione al più presto. Fortunatamente tutto si è
risolto per il meglio , ma il sindaco non ha rinunciato all’ennesima brillante
prestazione da principe del foro in spregio ai diritti e all’intelligenza dei cittadini.
Nel consiglio comunale che era iniziato subito dopo l’evolversi positivo dei drammatici eventi, sollecitato sulla questione dal
consigliere Martini, annunciava, dopo copioso sfoggio di latinorum,
di aver dato mandato per la presentazione di una denuncia nei confronti, cito testualmente “delle
persone che hanno procurato la critica situazione esponendo un povero padre di
famiglia al rischio della propria incolumità per fini politici che non hanno
nulla a che fare con la tutela del posto di lavoro”. In buona sostanza il disoccupato che minacciava di darsi fuoco è
stato talmente ingenuo e suggestionabile, da subire il plagio e l’invito a suicidarsi da parte di una fantomatica banda di arruffapopolo talmente
spregiudicata da non farsi scrupolo, per i propri fini, a mettere a
rischio la vita di un loro compagno.
La spregiudicatezza
dell’ arringa propria di un brillante avvocato, può arrivare prima a
provocare gesti inconsulti e poi insultare chi li ha compiuti, ma un
sindaco, non può e non deve permettere che un cittadino arrivi alla
determinazione di darsi fuoco, a causa di una politica comunale smaccatamente orientata alla
protezione degli interessi dei più forti, e poi apostrofarlo come utile
idiota.
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