Newsletter n° 6 del
Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone
Il gestore non ha fatto le letture periodiche dei
contatori?
Non
ha tenuto conto delle autoletture comunicate dagli utenti?
Ha,
quindi, fatturato sulla base di stime che a volte si sono rivelate errate o
eccessivamente elevate? Ha inviato fatture di conguaglio pluriennali di elevata
entità?
Non
ha rispettato la periodicità di fatturazione, inviando bollette relative a
consumi pluriennali di elevato importo?
In
caso di perdita occulta nell'impianto impone sui consumatori gran parte
dell'onere di pagamento dell'acqua non consumata effettivamente?
Una
volta emesse fatture di questo genere, alla scadenza del termine per il
pagamento ha avviato immediatamente le procedure di morosità, minacciando il
distacco dell'utenza ed arrivando a metterlo in atto?
Nella
gestione dei reclami presentati dagli utenti, il comportamento del gestore ha
generato gravi inerzie a loro danno sia con la mancata risposta, o con la
formulazione di risposte evasive, non pertinenti o non risolutive rispetto
all'oggetto di reclamo?
In
caso di reclamo, sono mai state sospese cautelativamente le procedure di
riscossione e distacco delle utenze?
Se
il gestore ha tenuto questo comportamento, per l'Antitrast “si tratta di condotte connotate non solo da
una mancanza di diligenza, ma anche di carattere aggressivo: idonee cioè a
determinare nei consumatori un indebito condizionamento; ovvero a ottenere il
pagamento di importi non corrispondenti ai consumi effettuati, oppure dovuti ma
con modalità e
tempistiche diverse, da parte di un'impresa che opera in regime
di monopolio per la fornitura di un bene vitale ed essenziale come l'acqua e che
dispone di un'importante leva commerciale come la minaccia di interrompere il
servizio. Peraltro tali condotte ostacolano l'esercizio dei diritti
contrattuali dei consumatori, condizionandoli attraverso la minaccia del
distacco della fornitura in pendenza del reclamo o dell'istanza e costringendoli
così al pagamento in forza dell'essenzialità del servizio idrico integrato.”
Sorpresa!
L'Antitrust non sta parlando di ACEA ATO 5 S.p.A.,
ma di ACEA ATO 2 S.p.A., quella che gestisce il servizio nell'ATO 2 di Roma,
quella che nelle intenzioni della multiutility dovrebbe incorporare i nostri
rubagalline.
L'Antitrust
ha sanzionato ACEA ATO 2 S.p.A. per un milione e mezzo di euro ed è in attesa
di verificare che la “discola” corregga i propri comportamenti.
Da
parte sua la degna sorella maggiore del nostro gestore, che naturalmente ha
annunciato che ricorrerà al TAR, tra le altre cose, lamenta che il tutto è
riferibile ad un 250 casi … un'inezia rispetto al numero di utenze gestito...
Da
parte nostra dobbiamo dire che è dalla primavera del 2008 che denunciamo
puntualmente ed esattamente quello che l'Antitrust rileva e non solo,
nell'indifferenza complice delle istituzioni e della magistratura che di fatto
hanno consentito ad una società privata di angariare e vessare mezzo milione di
cittadini.
Sarà
nostro compito far giungere all'Antitrust la “notizia” che nell'ATO 5 del
Lazio, non qualche centinaio, ma decine di migliaia di casi testimoniano il
sistematico e criminale impiego dei comportamenti condannati.
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