L’autrice de “Il
cammino di Hamdan” (edizioni Lu.Ce) è Franca Dumano. Nel
testo, la cui prefazione è redatta da Luisa Morgantini,già vice presidente del
Parlamento Europeo, la Dumano dialoga
con lo stesso Hamdan e con lui riesce mirabilmente a raccontare una storia di speranza. Traspare immediatamente come Franca ed Hamdan siano in perfetta
sintonia, possiedano una sensibilità emotiva, verso luoghi e narrazioni, che li
accomuna nel descrivere lucidamente ogni minima emozione suscitata dal colori
del mare, del tramonto, o anche dal semplice vociare di un bimbo sulla spiaggia.
Tale sintonia rende ancora più potente e significativo il racconto della vita di Hamdan.
Hamdan
Jewe’i è nato nel 1967 nella Palestina occupata da Israele. Con la sua famiglia, viveva nel campo profughi
di Deisha alla periferia di Betlemme. Il campo, smantellato dopo gli accordi di
Oslo, era delimitato da un filo spinato alto 7 metri con una sola entrata ed una
sola uscita. Quella reclusione a cielo aperto, conteneva l’altra prigione di
Hamdan. La stanzetta in cui è rimasto rinchiuso fino a 12 anni a causa della
sua malattia e disabilità. Infatti per le famiglie palestinesi, un figlio
disabile è una sciagura, uno stigma da occultare alla comunità. Nemmeno il vicino di casa di Hamdan sapeva
dell’esistenza del ragazzo internato nella sua stanza di sofferenza.
Eppure ci si può liberare dagli steccati
anche se afflitti dal dolore lancinante della malattia. Il desiderio irraggiungibile
di vedere quel mondo che a stento
percepiva dalle mura della sua cella casalinga, ma che immaginava essere bellissimo,
prima lo ha portato a tentare il suicidio, poi gli ha dato la forza di liberarsi. A 12 anni la fuga da quella reclusione che ne celava
l’esistenza, poi è iniziata la lunga strada per evadere dalla prigione più
grande: la sua terra occupata dagli Israeliani. Ad esse si è accompagnato il
tentativo di liberarsi dalla camicia di forza della malattia che gli impediva
di camminare.
Da allora Hamdan di strada ne ha fatta molta. Attivista in
associazioni non governative in difesa dei diritti dei disabili, ha girato l’Europa e soprattutto l’Italia, portando la sua testimonianza di libertà e
speranza. Grazie alla sua determinazione nella difesa dei diritti, dei disabili, del popolo palestinese, e di tutti i discriminati, Hamdan ha incontrato molti compagni di strada, amici fraterni, maestri di vita, i quali si sono occupati di lui , si sono adoperati nel curarlo, e da lui sono stati curati grazie ai medicamenti della sua voglia di pace e forza d’animo .
Si è sottoposto a dolorosi
interventi chirurgici e ricoveri in ospedale sempre più complicati, vista l’estrema
difficoltà di uscire dai territori occupati. Oggi Hamdan, riesce a camminare
con le stampelle, è tornato nella terra che lo imprigionava e lo imprigiona
tutt’ora, Betlemme. Ma proprio da Betlemme Hamdan lancia la sua potente
testimonianza sulle nefaste conseguenze dell’occupazione israeliana. Svolge la
professione di guida turistica, fa toccare con mano ai visitatori la vita nei campi profughi, ad Aida, per esempio, o a Deisha dove, nonostante la crudezza dell’occupazione israeliana
arrivi a razionare l’acqua, la vita continua nelle scuole, in teatri e spazi per
bambini del centro La Fenice. Oppure illustra
la magnificenza dei siti archeologici di
Jericho un’antichissima città fortificata con oltre 7.000 anni di storia.
E’ un
lavoro faticoso, e doloroso in
particolar modo per chi ha difficoltà a camminare, ma indispensabile per far conoscere le tristi bellezze di quella terra. Fortunatamente i tanti amici di Hamdan sono
riusciti a finanziare l’acquisto di uno scooter assistito. Un mezzo fondamentale
per lui e per il suo lavoro , che gli consente di guidare i turisti, senza
subire atroci sofferenze.
Certo Hamdan’ avrebbe bisogno di proseguire le sue
cure, per cercare di alleviare ulteriormente le sofferenze che il suo stato gli
provoca. E’ questo il cruccio di Franca Dumano. Franca vorrebbe che Hamdan
tornasse a curarsi, ma purtroppo un numero infinito di difficoltà, fra cui la complessità di uscire dalla Palestina e i costi ingenti, lo impediscono. "Il cammino di Hamdan" è un libro bellissimo, si legge tutto d'un fiato e lascia aperta le mente a miriadi di riflessioni. Ringrazio Franca e
Hamdan per aver descritto in queste
pagine, come la vita tormentata, ma per certi versi serena, di un uomo possa curare le nostre, in fondo risibili, sofferenze procurate dalla piatta routine quotidiana.
Per acquistare il libro su IBIS clicca QUI
Per acquistare il libro su IBIS clicca QUI
Il video che segue descrive l'attività dell'associazione:
Nessun commento:
Posta un commento