Libero amore
“Ecco il nodo gordiano della questione; ecco lo scoglio
terribile contro il quale vanno ad infrangersi le utopistiche teorie del vostro
ideale anarchico”. Così dicono i sapientoni della morale clerico-borghese; cos’ ragionano gli
avversari ed i nemici nostri quando entriamo a parlare del libero amore.
E quindi –queste arche di scienza- aggiungono in tono di
trionfo:” Non vi bastava predicare la comunione dei beni naturali, l’abolizione
della proprietà privata; ora ci venite anche a predicare la messa in
comune della donna e l’abolizione del
matrimonio. Voi volete togliere alla donna quella certa protezione che
scaturisce dal sacro vincolo legale che la chiesa e lo Stato impongono; voi col
vostro tanto decantato libero amore
volete renderla vittima dei
capricci del primo birbante che le capiti, fino a sottoporla all’obbrobrioso sistema del libero scambio, come se si
trattasse di un gingillo qualunque!”.
Adagio Biagio, rispondiamo noi. Queste che voi dite son
frottole. Che c’entra la proprietà privata, la comunione dei beni ed il sistema del libero scambio nella questione
del libero amore? Che significa tutto
questo ginepraio di parole col quale voi tentate di travisare il concetto vero
della funzione sociale della famiglia dell’avvenire?
No, non è cotesto il nostro libero amore; no, non è così che noi intendiamo la libera unione
dell’uomo e della donna, come veramente
dovrà essere in una società basata sull’uguaglianza e sulla fratellanza.
Il libero amore
preconizzato dagli anarchici è quel sublime sentimento naturale e umano che
spinge i due sessi ad unirsi senza
chiedere il permesso nè al curato, né al sindaco; poiché quattro parole biascicate da un uomo tonsurato o da un altro cinto
dalla sciarpa non accrescono pregio al loro amore e né tampoco lo rendono
imperituro.
Viceversa il
matrimonio mentre pone l’uomo in una condizione privilegiata rispetto a quella
della donna, lascia che questa nella mani del suo tiranno diventi un oggetto di
trastullo, uno strumento di piacere e
niente altro.
Ogni tentativo di ribellione di questa martire è subito
represso dalla legge che in nome di dio e di una moralità barocca e vessatoria
la richiama all’ordine, al rispetto all’obbedienza verso il suo padrone.
E non ci venga a dire che la legge è uguale per tutti, e che
quindi come il marito può far punire la moglie adultera, così la moglie può a
sua volta far punire il marito quando riesca a provare la sua infedeltà.
Innanzitutto noi diciamo che non sappiamo che farcene della
legge e della conseguente punizione poichè né l’una né l’altra potrebbero
indurre ad amare una persona chi per essa non sente né simpatia , né affezione
alcuna; del resto la donna tradita ,
offesa nel suo amore, che soddisfazione avrebbe a mandare in prigione il marito
adultero? Essa oltre alle beffe del pubblico, ne risentirebbe un danno
personale, cioè la mancanza del sostegno alla famiglia, dimodochè tanto lei che
i suoi figlioli, se ne avrà, saranno condannati a stare senza pane e senza
tetto per tutto il tempo che suo marito starà in prigione a fare ammenda del
proprio fallo ed a meditare sulla filosofia del matrimonio.
La legge, dunque oltre ad essere vana è anche ridicola, e
ben lo sanno coloro che sfortunatamente sono caduti nei suoi trabocchetti.
Ma di grazia, qual è la protezione che essa esercita sulla
donna? Quale garanzia offrono alla giovane sposa il curato ed il sindaco,
dinanzi ai quali i due coniugi vanno a dichiarare il loro amore?.
E’ infinito il numero delle spose abbandonate dai loro
mariti, fuggiti con altre amanti in terre lontane ove la legge nulla può contro
di loro. Ebbene, che cosa fanno per queste disgraziate la legge, il curato ed
il sindaco? Forse provvedono assicurando loro un posto nel banchetto della
vita? Forse provvedono reintegrandole nei loro diritti? Nemmeno per sogno!
Per queste povere tradite non vi è altra prospettiva che il
postribolo turpe e crudele.
Non è affatto vero che noi anarchici vogliamo mettere in
comune anche le donne. Questa è una
affermazione stupida quanto bugiarda dei cosiddetti ben pensanti , di coloro
che vogliono conservare intatto questo infame ordinamento onde meglio dar sfogo
alla loro morbosa libidine, al loro brutale istinto di veri animali
irragionevoli!
Se esistesse il libero amore, come farebbero costoro a
comprare il fiore della verginità delle figlie del popolo costrette dalla fame a vendere il loro onore
ad un vecchio danaroso o ad un satiriaco cui non bastano né la moglie, né le
concubine da lui profumatamente mantenute?
Altro che comunismo; qui si tratta di un vero monopolio
muliebre contro cui noi insorgiamo in nome della libertà della donna,
condannata a portare sulle spalle la croce del pregiudizio, sotto la quale
spesso cade affranta e completamente abbattuta!
Il libero amore non ha nulla a che vedere con il libero
scambio di cui parlano tanto gratuitamente in microcefali sostenitori di questa
decrepita baracca borghese; il libero amore tende a mettere l’uomo e la donna
nelle condizioni di scegliere liberamente la loro unione qualora uno dei due amanti non sent
più simpatia , più affetto, più trasporto verso l’altro.
Il libero amore non
significa che la donna debba darsi a questo o a quello, ma che essa debba
convivere insieme all’oggetto amato fino a che per esso senta amore; libera di
andarsene se questo amore non troverà
più posto ne suo cuore. “Ma –
soggiungono nuovamente i nostri contraddittori – e come farete voi ad evitare
quei delitto passionali che sono la conseguenza di amori non corrisposti? Come
farete a svellere dal cuore umano quella violenta e innata passione che ha nome
gelosia?” Noi eviteremo, per quanto sarà
possibile, gli uni e svelleremo l’altra
educando le masse alla scuola della libertà. Sicuro; solo una vera educazione
libertaria potrà far si che certi delitti e certe passioni scompaiano del
tutto.
Un individuo, per esempio, geloso della propria libertà perché dovrebbe ledere la libertà di un altro
individuo? Nel rispetto delle altrui libertà trova sanzione e rispetto la
propria libertà; per cui una persona che ama non ha il diritto di pretendere
che un’altra persona contraccambi quell’amore suo malgrado. L’uomo quando non
sente più amore per la donna, anche oggi in omaggio sempre al matrimonio, l’abbandona
senza tanti preamboli.
Così farà nella società futura, senza arrecarle tutto quel
danno che oggi le arreca. Se l’uomo dunque riconosce in lui questo diritto, perché non deve
riconoscerlo nella donna?
Col libero amore la donna diverrà più buona, più leale, più
veritiera, più sincera; essa non sarà costretta a mentire il suo amore, essa
non sarà spinta all’adulterio, essa non ingannerà più il compagno che con lei convive, perché godendo
degli stessi diritti economici e sociali cui gode l’uomo, ella si troverà in condizioni di trattare d pari a pari.
Col libero amore essendo abolito il matrimonio, non
assisteremo più all’immorale unione fra un vecchio cadente ed una giovane di
appena sedici anni sacrificata dai
propri genitori, avidi di oro e di
onori, ad un uomo che non potrà giammai farla felice, e quindi se lei non sarà
insensibili agli stimoli della natura dovrà inevitabilmente tradirlo.
Emancipata da ogni tirannia libera da ogni vincolo
convenzionale , scevra di superstizioni e di pregiudizi , la donna sarà davvero
la fida compagna dell’uomo, l’angelo che presiederà alla tranquillità , alla
pace e all’armonia della nuova famiglia umana che dovrà sorgere sulle ruine
di questa società falsa la cui esistenza
costituisce un perenne ostacolo allo
sviluppo del progresso e della civiltà!
Oh! Allora, lo credano i nostri detrattori, i drammi del matrimonio, le selvagge tragedie
coniugali saranno evitate, e la gelosia di cui essi temono sarà riguardata come
un caso patologico del passato, da sottoporre alla cura radicale di una
educazione basata sulla morale anarchica, la quale insegna agli uomini il risptto e la difesa reciproca
del proprio diritto della propria libertà.
Aristide Ceccarelli.
Tratto da: “L’anarchia volgarizzata”
Prima edizione: Roma
1910
Seconda edizione: Ceccano 2016.
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