Sabato 13 febbraio 2016 Empoli-Frosinone 1-2. La partita si
è giocata alla 15,00. Nessuna ,
iniziativa, riunione o manifestazione poteva svolgersi in città perché la maggior parte
della popolazione frusinate era inchiodata davanti ai televisori, o alle dirette
streaming, per partecipare
appassionatamente alle gesta sportive dei Canarini.
Eppure l’anno scorso, quando il
Frosinone militava in serie B e la partite, salvo qualche rara eccezione, si disputavano tutte di sabato, la città non
si fermava per assistere alle imprese predatorie dei ragazzi vestiti di
giallazzurro. Se poi torniamo agli anni della lega pro e ancora più indietro
all’era della serie C, nelle sue diverse declinazioni (C1-C2) , lo stadio
Matusa non era così frequentato e la vita della città procedeva tranquilla del
tutto insensibile ai risultati del Frosinone Calcio.
Inevitabilmente , come è
costume consolidato nelle società borghesi, le passioni si annacquano nella moda. Così come tutti diventano tifosi
della Nazionale quando ci sono i mondiali di calcio, oggi sono tutti tifosi del
Frosinone, perché la squadra, milita non senza sorprese in serie A. Ricordate
le notti della vela di Luna Rossa, quando tutti gli italiani improvvisamente divennero
esperti , di come si cazza la randa, o
si esegue una strambata? Ebbene oggi a
Frosinone sono tutti strateghi del 4-4-2
o 3-5-2.
Il calcio è passione e non si può criticare l’entusiasmo della gente.
Giusto il calcio è passione, proprio per questo, nonostante il Frosinone sia
arrivato in serie A, continuo a tifare per la Roma la squadra che ho scelto, appunto, per passione. Lo confesso,
quando Ciofani ha realizzato all’Olimpico il gol del momentaneo pareggio contro
i giallorossi, ho lanciato una malevola invocazione alla Madonna. Per fortuna
El Shaarawy e Pjanic hanno rimesso le cose a posto.
La recente partita al Matusa contro la Juventus, disgraziatamente,
ha
smascherato non pochi Ascari ciociari, i
quali, ce l’hanno menata dall’inizio del
campionato, con la storia del cuore giallazzurro pulsante nei petti fin dalla
nascita, e poi si sono mostrati sui social assatanati di selfie affianco dei
calciatori juventini alloggiati presso l’hotel Bassetto e festanti , con tanto di scialletta bianconera orgogliosamente
esibita, per la vittoria della vecchia signora contro
gli ex beniamini del Frosinone.
Finiamola
dunque con queste ipocrisie che, fortunatamente parlando di calcio, lasciano il
tempo che trovano. Personalmente mi
sento Ciociaro e Frusinate, fino alle midolla, ma l’appartenenza che mi piace
rivendicare non sarà mai affidata ai successi della
squadra di calcio, o espressa
attraverso la conflittualità verso altre
città o cittadini. A me piace essere ciociaro, perché mi sento discendente di
un popolo, quello Volsco, che insegnò civiltà, ancora prima dell’avvento dei Romani.
Mi piace essere ciociaro, orgoglioso di come alla fine del ‘700 siamo riusciti a ridicolizzare con la sola
arma dell’ironia, le guarnigioni francesi
del generale Championnet .
Mi piacerebbe, certo, che il diritto di cittadinanza frusinate,
fosse un minimo salvaguardato dalle istituzioni, assolutamente insensibili al benessere dei propri cittadini, i quali, forse, ai successi della squadra di calcio,
preferirebbero avere un lavoro, qui a Frosinone, mandare i figli in scuole
decenti, non riempire i proprio polmoni di aria insana, e confidare in un
assistenza sanitaria accettabile.
Comunque
io tifoso della Roma ma appassionato del Frosinone ricordo come in una triste (in senso calcistico) settimana di novembre del 1981, spesi
ben diecimila lire per ricevere due pesanti delusioni. Le prime 5 mila se ne
andarono il mercoledì per un biglietto
di curva sud dell’Olimpico dalla quale assistetti all’eliminazione della Roma di Falcao dalla
Coppa delle Coppe per mano del Porto, la gara terminò sullo zero a zero, risultato insufficiente a ribaltare il risultato dell’andata . Le altre 5 mila furono spese per ingoiare un altro deludente zero a zero, questa volta del Frosinone contro il Grosseto. Era il
campionati di C2 e i Canarini fra i quali militavano
calciatori del calibro di Gabbriellini e Perotti , fallirono l'aggancio alla testa della classifica. Oltre alla delusione,
notevole fu lo stupore nel constatare che in occasione della giornata
giallazzurra, il costo del biglietto per vedere il Frosinone era pari a quello
di una partita internazionale.
E ancora,
da tifoso della Roma, ma appassionato del
Frosinone, ricordo ancora il mio sussidiario delle elementari con l’autografo
di Brunello. Già proprio il mitico attaccante della prima promozione in serie
C. Quello che giocava nell’undici formato da: Recchia,Vacca, Memo, Derin,
Borsari, Fraternali, Mantovani, Agnoletto, Brunello, Malvestiti, Mettus. Il mio
supporto in questo campionati di serie A non va al Frosinone, ma alla Roma,
però quanti dei tifosi Canarini ad oltranza, senza se e senza ma, conoscono Brunello, Gabbriellini, Gaudino, Passarani, un minuscola ala che dal
suo metro e cinquanta segnò un gol di testa al Latina?
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