Comitato per il
No nel referendum costituzionale ex art. 138 Cost.
sulle modifiche
previste dalla legge Renzi- Boschi
Il Consiglio direttivo del
Comitato per il NO riunito il 25 febbraio ha deciso di depositare il quesito per l’effettuazione
del referendum sulle modifiche della Costituzione appena il testo sarà
definitivamente approvato, probabilmente a metà aprile, e pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale.
Inoltre il consiglio direttivo ha
deciso di avviare immediatamente dopo il deposito del quesito referendario
la raccolta delle firme a sostegno della richiesta per arrivare almeno alle 500.000
previste. In questo modo, oltre ai parlamentari che si sono impegnati a promuovere il
referendum, saranno in campo anche i cittadini, che – dopo la consegna delle firme -
potranno finalmente far sentire la loro voce.
Anche se con una limitata
sfasatura temporale questa raccolta delle firme si riunirà in questo modo a quella
contro l’Italicum che partirà all’inizio di aprile sui due quesiti depositati da tempo
contro il premio di maggioranza e il ballottaggio e per garantire l’elettività effettiva
di tutti i deputati.
Il Consiglio direttivo fa appello
a tutti i cittadini perché appoggino pienamente queste iniziative referendarie
che hanno l’obiettivo di bloccare il tentativo di consentire ad un unico partito,
col consenso di una minoranza di elettori, di conquistare comunque una
spropositata maggioranza alla Camera dei deputati, che secondo questo disegno resterebbe
l’unico vero ramo decisionale del Parlamento, in quanto il Senato verrebbe ridotto
ad una camera di serie B, nonostante gli siano
contraddittoriamente (ma
astutamente) confermate la funzione legislativa in importanti materie e,
addirittura, la funzione di revisione costituzionale.
L’insieme dei risultati di queste
pretese riforme della Costituzione e della legge elettorale cambiano la sostanza
della nostra Repubblica, fondata sulla centralità del Parlamento e avviano un processo
che punta alla instaurazione di una sorta di premierato assoluto. Senza più
contro-poteri esterni (il Senato) né effettivi contropoteri interni alla Camera dei deputati,
e quindi capace di imporre – senza mediazioni parlamentari - le scelte
politiche ai cittadini, ridotti a votare ogni 5 anni senza più la possibilità di farsi sentire efficacemente per il tramite dei partiti presenti in Parlamento.
Del resto se settori importanti della società (lavoro, scuola, ambiente) stanno pensando di promuovere referendum abrogativi di leggi approvate da questo governo per ridare la
parola ai cittadini che non sono più rappresentati, vuol dire che occorre bloccare questa deriva prima che
non sia più modificabile, come avverrebbe se questa legge elettorale dovesse essere
applicata con l’entrata in vigore delle modifiche della Costituzione.
Questa è la ragione che ha
portato il Comitato per il No alle riforme costituzionali e il Comitato
contro l’Italicum a decidere di avviare la raccolta delle firme per arrivare ai referendum,
sia sulle norme di modifica della Costituzione, sia per abrogare due norme
fondamentali della legge elettorale.
Salvare la Costituzione, impedire
che continui la deriva delle leggi ipermaggioritarie che finiscono
con il negare in radice la possibilità di partecipare dei cittadini sono due aspetti strettamente
legati insieme e contro questa deriva occorre mobilitarsi per raccogliere le
firme da aprile a giugno e poi per fare prevalere il No nel referendum costituzionale.
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