Scegliere fra la Costituzione così come oggi è scritta o
accettare le riforme previste dalla legge Renzi-Boschi, non è questione così
astratta come ad un esame superficiale può sembrare, soprattutto in presenza di sirene mediatiche
che derubricano le modifiche
costituzionali a questioni lontane dai problemi reali, delle persone.
In realtà i due impianti costituzionali,
quello scaturito dalla lotta antifascista, e quello che la
riforma Renzi-Boschi vuole imporre, determinano la scelta fra due
precisi modelli di società. Nel primo l’eguaglianza,
la dignità, la condivisione e la
partecipazione sono gli elementi fondanti, nel secondo, prevale l’imposizione degli interessi dei potentati economici i quali subordinano alle regole della speculazione finanziaria la libertà
dei cittadini.
Si tratta di scegliere. E’ preferibile vivere in una società in
cui la Repubblica rimuove
gli ostacoli di ordine economico e
sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, oppure
è meglio, trovarsi la strada sbarrata da quegli stessi ostacoli? Magari consistenti in un costo spropositato dei servizi, (le bollette dell’acqua, o le
prestazioni sanitarie), imposto dalla dittatura delle lobby finanziarie private?
Perché
conseguenza della riforma Renzi-Boschi è
il trasferimento dei processi
decisionali, dalla rappresentanza popolare, ai meri esecutori dei desiderata dei
potentati finanziari, i quali invocherebbero regimi normativi a loro sempre più
favorevoli, compreso l’innalzamento delle tariffe a livelli insostenibili . Provvedimenti
che non troverebbero ostacolo alcuno alla loro approvazione e
vesserebbero la collettività.
E’ preferibile vivere in uno Stato che riconosce
a tutti i cittadini il diritto al lavoro, o è meglio subire, nell’era del Jobs
Act, ulteriori provvedimenti lesivi dei diritti dei lavoratori e utili
solamente all’èlite econmico-finanziaria , senza che nessuno possa
opporvisi? E’ meglio una società che ripudia la guerra, o uno Stato che, attraverso decisioni prese da una minoranza e da una Camera di nominati, può imporre
di partecipare a qualsiasi conflitto,
mascherato da ipocrite finalità umanitarie, o risibili esportazioni di democrazia?
Si
vive meglio in una Repubblica che tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività, garantendo cure gratuite agli
indigenti, o in uno Stato che impone i voleri delle multinazionali attive nella
sanità privata, nel business di dannosi ed inquinanti inceneritori, piuttosto che
nella trivellazione dei fondali marini?
Si potrebbe obiettare che molte delle situazioni
prefigurate nel disegno dalle
riforme Renzi-Boschi, già si verificano. Infatti, ad essere precisi, votare le riforme
costituzionali, significherebbe semplicemente legalizzare alcune pratiche già oggi attive che cozzano con i principi della Carta del ’48. Sarebbe perciò utile
adoperarsi non per cambiare la Costituzione, ma per farla rispettare.
Proprio perché
molte norme, che sopra abbiamo citato, sono state approvate forzando le regole
parlamentari e costituzionali urge - oltre che votare No alla riforma
Costituzionale, per scegliere la strada della dignità e dello sviluppo della
persona umana - votare SI all’abrogazione di tali leggi, peraltro licenziate da un Governo
e da un Parlamento illegittimo perché eletto
secondo una norma elettorale incostituzionale.
E’ fondamentale abrogare l'Italicum che, da un lato ripropone gli stessi vizi della
precedente legge bocciata dalla Corte Costituzionale (Premio di maggioranza, liste
quasi bloccate), dall’altro, in combinazione con la marginalizzazione del Senato, i cui membri non saranno eletti dai
cittadini, consente la tirannia del Premier e della sua minoranza al quale è concesso il potere di nominare il Presidente della Repubblica, i componenti
della Corte Costituzionale, e del Consiglio superiore della Magistratura.
Ma è
altresì impellente esprimere un Si deciso all’abrogazione di altri mostri
legislativi: Il Jobs Act, che cozza contro l’art.4 della Costituzione; La legge che consente la trivellazione
continua dei fondali marini per sfruttare fino all’ultimo i giacimenti petroliferi,
norma in palese contrasto con l’art.9 della Costituzione in cui è scritto che la Repubblica
tutela il paesaggio; la riforma della Scuola (Buona Scuola) che lede i dettami dell’art.33 della Carta sul carattere
pubblico dell’istruzione.
Dunque se si sceglie di vivere in una società
democratica, basata sull’uguaglianza, sul diritto ad un esistenza
dignitosa è necessario votare No alla
riforma Costituzionale, ma nel contempo votare SI all’abrogazioni di leggi
incostituzionali, che impongono insuperabili ostacoli
di ordine economico e sociale, atti ad impedire il
pieno sviluppo della persona umana.
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