Oggi si terrà l’ultimo atto delle primarie del centro
sinistra. Dallo spazio web di Aut, voglio fare i miei complimenti e rivolgere
un in bocca al lupo a tutti quei militanti volontari che con il loro impegno e
la loro dedizione, ai seggi e nei luoghi deputati alla registrazione, hanno reso
possibile lo svolgimento della contesa elettorale. Non è ironia è una augurio
vero. Tanto più che si troveranno a gestire una situazione molto
complicata. Infatti la querelle sulla registrazione al ballottaggio di chi non ha votato al primo
turno, con la farsa delle giustificazioni per dimostrare
l’impedimento che non ha consentito la presenza al seggio domenica scorsa, oltre alle
migliaia di e.mail ricevute dalle segreterie provinciali in cui molti
chiedevano l’autorizzazione a partecipare al ballottaggio pur non avendo votato
al primo turno, confusi anche da messaggi ambigui che i vari comitati hanno
diffuso a mezzo stampa o via web, provocheranno l’ invasione dei seggi da parti
di chi pretenderà di votare pur non avendone diritto, secondo il regolamento
approvato il 19 ottobre scorso. Ai
militanti che fanno parte dell’organizzazione sarà demandato il difficile
compito di fronteggiare questa invasione che probabilmente non escluderà l’intrusione
di persone che andranno ai seggi con
intenti di sabotaggio. Insomma per questa grana organizzativa la fantastica
esibizione scenico - mediatica della partecipazione democratica rischia di
fallire miseramente. E purtroppo a rimetterci di più saranno colori i quali
hanno lavorato con entusiasmo affinchè il tutto riuscisse nel migliore dei modi
. Di cuore non me lo auguro, ma se
fallimento sarà, determinato dalla confusione e dalle contestazioni, la
responsabilità andrà ancora una vola ascritta ai vizi propri di un movimento
che non è un partito ma un comitato
elettorale, ne più e ne meno come i comitati
suoi concorrenti, Pdl compreso. Il Pd
checché se ne dica è pervaso dagli stessi dogmi che muovono anche il Pdl. Leggi
ferree per cui le regole di
qualsiasi contesa elettorale devono essere
decise dai contendenti e non da un organismo terzo. Certamente Bersani ha
mostrato una grande apertura cambiando lo statuto del partito, il
quale prevedeva che al segretario spettasse il ruolo di candidato alla
presidenza del consiglio, destinando invece
l’investitura del premier all’ esercizio delle primarie, ma il rischio è stato ben calcolato. Non vi è dubbio
che cercando di limitare il corpo elettorale a elettori di centro sinistra,
avendo dalla sua parte la maggior parte dei parlamentari, la maggior parte
delle segreterie provinciali, il successo per Pierluigi Bersani sarebbe dovuto essere scontato . Dunque fin dal primo momento si è tentato di limitare la partecipazione
ai soli votanti di centro sinistra. Renzi, al contrario, poteva contare in un ampio
consenso al di fuori del partito e solo
il voto aperto a tutti avrebbe potuto garantire qualche chance al sindaco di
Firenze. La soluzione di compromesso ha previsto primarie aperte, così come
voleva Renzi, ma con registrazione degli elettori, in modo da porre un qualche
paletto alla partecipazione, e soprattutto, impossibilità di votare al secondo
turno se non si è votato al primo, come preferito da Bersani. Il rischio già limitato
di perdere le primarie da parte del segretario, con le regole in vigore diventa
praticamente nullo al secondo turno. Il corpo elettorale dovrebbe essere già
definito visto che non è consentito a chi non ha votato al primo turno di votare anche
al secondo. Renzi per tentare la rimonta non può che cercare di conquistare i voti dei vendoliani. Le
percentuali ottenute da Tabacci e dalla Puppato sono talmente esigue da non
riuscire a colmare il margine, per cui serve il consenso dell’area vendoliana.
Ma il governatore della Puglia si è già dichiarato a favore di Bersani e,
inoltre sul segretario convergeranno anche i voti della FIOM che, espressasi più o meno in ordine sparso per
Vendola ora
potrà riunirsi con l’altra parte della CGIL che ha già votato Bersani al primo
turno. Dunque pronostico chiuso per Renzi. Ecco perché l’entourage renziano le ha
provate tutte per cambiare quelle regole peraltro condivise e firmate dallo
stesso candidato fiorentino. Renzi ha ragione a definire ridicolo il sistema
delle giustificazioni per essere ammessi al voto di ballottaggio, ma poteva
pensarci prima e non accettare quelle regole al momento della loro definizione.
Sicuramente lo stato maggiore del Pd, se avesse voluto qualificare maggiormente
la natura democratica della partecipazione, in presenza delle numerose
richieste di poter votare al ballottaggio, per non creare confusione e
assicurare un successo ancora maggiore , avrebbe potuto convocare d’urgenza il
collegio per il regolamento e correggere la stortura, ma come detto le regole
le fanno i contendenti e quasi sempre si usa il sistema che favorisce il più forte dei contendenti. Tutto ciò è
ulteriore dimostrazione che questa bolla partecipativa, questo esercizio democratico che ha avuto un
esposizione mediatica senza precedenti, non è altro che un imbroglio. Si da l’illusione
ai cittadini di avere il potere di decidere chi sarà il prossimo presidente del consiglio e questi
ci credono pure. Possibile che nessuno, neanche gli organi di stampa o i media
televisivi, abbiano avuto il buon gusto di sottolineare come i cittadini
secondo la costituzione eleggono i parlamentari non il PREMIER. E’ possibile che nessuno dei grandi
giornalisti illuminati, non sia in grado di svelare l’imbroglio per cui NON E’
VERO che chi vincerà le primarie e ripeterà il successo anche alla tornata
nazionale sarà automaticamente presidente del consiglio. Se, come ormai sembra
realistico pensare, il centro sinistra vincerà le elezioni con un margine che
non gli consentirà di governare da solo,
che vinca Renzi o Bersani, nessuno dei due otterrà il mandato a presiedere il
governo, rendendo inutile il responso
delle primarie. Lo sanno le sagge penne,
e gli illustri commentatori chi sarà il presidente del consiglio del prossimo
governo? Noi si. Saranno tre personaggi non parlamentari, non
eletti ma nominati dai presidenti delle camere, che
andranno a presiedere l’Ubp, Ufficio Parlamentare di Bilancio. Questo organismo,
indipendente svincolato dal Parlamento e dall’esecutivo, avrà il compito di assicurare il rispetto del
pareggio di bilancio inserito con un strappo istituzionale in costituzione.
Ogni dispositivo di legge in materia economica dovrà passare al vaglio dei tre saggi, i quali potranno modificarlo e addirittura annullarlo esautorando dalle loro
prerogative legislative ed esecutive gli organismi eletti dal popolo. Alla luce di tutto questo ha ancora un senso
parlare di primarie per eleggere il candidato alla presidenza del consiglio?
Si se serve a dare in pasto al popolo l’illusione di decidere del
proprio destino e distrarlo con effimeri esercizi di democrazia. Comunque in bocca al lupo ragazzi !
Nessun commento:
Posta un commento