Entro fine agosto il governo dovrà prendere una decisione
definitiva sui destini dell’Imu. Non sono un tecnico catastale né un urbanista,
nonostante tutto provo a suggerire una proposta seria in merito al trattamento
fiscale della prima casa.
Sottolineo seria, perché la soluzione che va per la
maggiore, cioè l’abolizione totale dell’imposta, non è seria per due motivi fondamentali. Il
primo perché a proporla è l’associazione a delinquere che occupa il Parlamento
e la utilizza come mera propaganda all’avanzo
di galera, capo della suddetta associazione,
che siede abusivamente in Senato. Il secondo perché un qualsiasi progetto di legge, come quello proposto dal già citato
avanzo di galera, se non ha copertura
finanziaria è impraticabile e quindi poco serio.
Per evitare le solite accuse
di sfascismo e provare a fornire un piccolo contributo alla causa propongo il seguente ragionamento.
Condividendo il giudizio per cui non è giusto tassare un bene necessario alla vita delle persone, spesso
realizzato con enormi sacrifici, ritengo sacrosanto togliere l’imposta sulla prima
casa.
Risulta però che coloro i quali sono riusciti a costruirsi un alloggio al
prezzo di privazioni e rinunce abitino in case del tutto normali. Chi invece
possiede ville, villini e altre sciccherie simili, ha realizzato la sua magione
non a prezzo di particolari sacrifici personali, ma probabilmente imponendo
rinunce e privazioni ad altri.
Ai primi va tolta l’Imu. Ai secondi, al contrario, l’imposta deve essere aumentata per un importo
quantomeno necessario a recuperare gli
introiti mancanti dall’esenzione della tassa applicata a chi possiede una casa
normale.
Per entrare maggiormente nel merito della questione. Il gettito della prima rata sulle prime case , quella che è stata abolita giugno per capirci ammonta a 4 miliardi di euro. Con la nuova
rimodulazione, tenendo presente le categorie catastali, i possessori di
immobili A/2, abitazioni di tipo civile - A/3 abitazioni di tipo economico- A/4
e A/5 abitazioni di tipo popolare e ultra popolare – A/6 abitazione di tipo
rurale, sarebbero esentati dal pagare la tassa. Il gettito mancante derivato da
questa agevolazione verrebbe compensato da un aumento dell’imposta a carico dei
possessori di immobili catalogati con le categorie A/1 – A/7 – A/8 – A/9 - A/10, ovvero abitazioni di tipo signorile,
ville villini, castelli o palazzi storici di eminente pregio artistico e storico,
uffici e studi privati.
E’ compresa l’esenzione anche per i locali destinati a
opificio e ad attività produttive, (banche ed istituti finanziari esclusi).
Sulle seconde e terze case invece la mannaia dovrebbe essere implacabile. Prima
di adottare questa soluzione però i comuni dovrebbero procedere ad una verifica
del rispetto delle categorie catastali relativa agli immobili presenti nel
territorio. Potrebbe capitare infatti che ad un edificio accatastato come stalla,
corrisponda una mega villa.
Già che ci siamo superiamo l’Imu e azzardiamoci ad
ipotizzare un nuovo piano casa. Chi si
appresta a costruire un nuovo immobile o un gruppo di villini, proprietari o fondazioni
edilizie che siano, avrà l’obbligo di
vendere o occupare gli alloggi edificati
entro un anno dalla loro certificazione di abitabilità.
Se ciò non accadrà significa che queste case non rispondono alla
domanda abitativa del luogo. O perché non ci sono abitanti a sufficienza, o perché,
e la cosa è molti più frequente, il prezzo è troppo elevato e non esistono
persone che possano premettersi una tale residenza.
Dunque se entro un anno
questi alloggi non verranno occupati, saranno espropriati dal comune che li destinerà ad edilizia popolare, a
ospitare rifugiati politici o indigenti. Così si risolverebbero tante drammatiche vicende come quella che ha visto
protagoniste le famiglie sfrattate di Cassino, per cui non esisterebbe più
gente senza casa e case senza gente. E’ una proposta troppo comunista? Sicuramente, ma sarebbe ora che un po’ di sano
comunismo, una decongestionante fase di dittatura del proletariato, s’impossessasse
della scena governativa. Sa dio, anzi Marx, quanto sarebbe salvifico!
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