Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 14 settembre 2013

Sindacati e sindaci

Luciano Granieri


 
foto tratta dal messaggero.it
Leggendo sui giornali locali le cronache  relative  alla  conferenza dei sindaci di Ato5, riunitisi il 9  settembre   scorso per   decidere  sul ricorso da contrapporre ad Acea,   tornata a reclamare 75 milioni de euro dai cittadini  e per sancire finalmente la rescissione del contratto per colpa con la stessa Acea, ho avuto la solita spiacevole sensazione di aver subito, come cittadino, l’ennesima presa in giro. 

Ai tanti esiti inconcludenti delle altre conferenze, costellate  di assenze, ritardi nell’inizio delle discussioni, ripicche, e piccoli dispettucci, in questo caso si è aggiunta la scomparsa, sic et simpliciter, dall’ordine del giorno di uno dei temi da deliberare , anzi del “TEMA DA DELIBERARE”  la rescissione del contratto con Acea. 

La reazione sconcertata e ferma   del sindaco di Torrice Alessia Savo  intenzionata ad opporsi    all’ennesimo smacco che gli altri sindaci stavano preparando agli utenti del servizio idrico è stata addirittura  repressa   con la violenza da parte del sindaco di Collepardo Bussiglieri,il tutto sotto l’imperturbabile sguardo del commissario straordinario della provincia Patrizi. 

Come se un dispositivo di autocontrollo scattasse nel caso in cui uno o più membri dell’assemblea osassero comportarsi al di fuori dei canoni prestabiliti. Ma quali sono i canoni prestabiliti? Adoperarsi per difendere il diritto dei cittadini ad avere una erogazione idrica  efficiente, controllando che il gestore privato operi per la qualità del servizio, o agire da  anestetico alla protesta messa in atto dai cittadini insoddisfatti del servizio e   favorendo le malefatte di Acea?  

foto tratta dal messaggero.it
E’ possibile che finanziamenti promessi e mai attuati sulle condotte idriche, accuse rivolte da Acea agli stessi sindaci di aver mentito sullo stato della rete distributiva con la susseguente richiesta  del famoso rimborso di 75 milioni , bollette fuori controllo con l’addebito di aumenti retroattivi, interruzioni del servizio, vessazioni vere e proprie verso quei cittadini che hanno lamentato le ruberie messe in atto dal gestore, non siano sufficienti   per invocare la rescissione del contratto per colpa?  

Il comportamento di questa consulta che dovrebbe salvaguardare gli interessi dei cittadini nei confronti del privato, assomiglia molto all’azione di certi sindacati mainstream che dovrebbero curare gli interessi dei lavoratori. Questi ultimi si dicono sempre disponibili a difendere il diritto al lavoro, si fanno vedere  affianco dei lavoratori che vengono licenziati, dicono di assumersi impegni in merito alle vertenze più difficili, con la promessa di risolverle invocando l’intervento delle istituzioni, e  tali vertenze    puntualmente vedono i loro assistiti perdenti. 
Poi nei tavoli di trattativa con il padronato vendono la pelle degli operai firmando i peggiori accordi possibili, per i lavoratori evidentemente, l’esempio  del modello  Pomigliano sta li a dimostrarlo. 

Così i sindaci, innanzi alle proprie comunità, promettono fuco e fiamme contro Acea, giurano di adoperarsi  per far rivalere nei confronti del gestore privato i diritti dei cittadini utenti, arrivando addirittura a esigere la rescissione del contratto, poi nelle loto squallide riunioni presiedute dallo svogliato  dirigente provinciale di turno, sia esso Scalia, piuttosto che Iannarilli o Patrizi, cincischiano, rinviano, disertano vendono ad Acea i diritti dei propri amministrati  così come i sindacati fanno con lavoratori nei confronti dei padroni. Quale sarà mai la contropartita? 

Per il mondo sindacale è sufficientemente chiara. Spesso nei consigli di amministrazione di molte aziende si notano in posizioni di privilegio ex sindacalisti, e non è raro assistere al decollo di dirigenti sindacali verso brillanti carriere politiche. E per i sindaci della consulta?  Forse la possibilità di piazzare propri elettori nella dirigenza di Acea?  O forse veder ricambiato il favore riservato al gestore con l’impegno di ricevere importanti endorsement elettorali? Una fatto è certo quando lavoratori e cittadini riusciranno a liberarsi di cotanti geni e a rappresentare i propri diritti direttamente e autonomamente le cose miglioreranno notevolmente.


Nessun commento:

Posta un commento