Una cosa è certa la contro offensiva ultra
liberista, messa in atto dalla Thatcher, insieme al presidente americano
Ronald Reagan, ha provocato morte e
disperazione. Tanto che si potrebbero
addossare le colpe dei recenti suicidi avvenuti nelle Marche e gli altri
fatti delittuosi in cui piccoli imprenditori si tolgono la vita, alla stessa
Lady di ferro e al suo delirio neo liberista che oggi, diffusosi in tutto il
mondo occidentale, a distanza di 30 anni
distribuisce a piene mani disperazione e diseguaglianza sociale. Le colpe
quindi del grande impoverimento della popolazione sono da attribuirsi al letale ticket
Reagan-Thatcher.
E’ comprensibili che i familiari dei dieci minatori assassinati
durante le repressioni volute dalla Lady
di Ferro atte a eliminare il sindacato della categoria, abbiano festeggiato la morte della loro
aguzzina e dell’aguzzina di tutto il sistema di welfare state che contraddistingueva l’Europa come un’entità
politica dalle protezioni sociali molto avanzate. Al di là del massiccio piano
di smembramento dei diritti, dell’attacco sistematico al mondo del lavoro con l’assurda
lotta ai sindacati, e della promozione dei profitti finanziari, con leggi e
provvedimenti a favore degli istituti bancari, al di là del suo feroce anti
comunismo e della sua amicizia con Pinochet, ciò che ha segnato inesorabilmente
la sciagurata azione devastatrice della Thatcher è stata la sua capacità di
convincere gran parte delle classi più
povere che la diseguaglianza fosse un fatto naturale. L’assoluta convinzione di
questo concetto portò la Thatcher nel 1989 a introdurre la Poll-Tax una tassa
di cittadinanza che tutti i cittadini avrebbero dovuto pagare in egual misura
indipendentemente dalle loro condizioni economiche.
Grazie alla grande abilità di sfruttare
politicamente i pregiudizi popolari la Thatcher insieme a Reagan, altro abilissimo comunicatore, riuscì a convincere i poveri a votare per i ricchi, proprio
diffondendo fin dentro il blocco sociale del proletariato l’ineluttabilità della disuguaglianza. Il
sociologo DANIEL DORLING nella sua pubblicazione dal titolo emblematico “Injustice”
cita un pensiero che la Thatcher espresse durante una sua visita negli Stati
Uniti nel 1970: “Una delle ragioni per
cui apprezziamo gli individui - sosteneva la lady di ferro -non è perché sono tutti uguali ma perché sono
differenti… Io direi: facciamo crescere alti i nostri figli e magari un po’ più alti degli altri se hanno in
se la capacità di farlo. Perché noi dobbiamo costruire una società in cui ogni
cittadino possa sviluppare il suo pieno potenziale, a suo vantaggio e a vantaggio della comunità nel suo insieme”
L’inganno sta proprio nell’ultima parte
della frase è cioè nel passaggio in cui si da per assodato che il vantaggio del
singolo cittadino si traduce automaticamente in un vantaggio per tutta la comunità.
Dorling
osserva come la Thatcher consideri l’abilità
potenziale alla stessa stregua dell’altezza, cioè al di fuori di ogni
possibilità di interferenza umana, nella presunzione non provata che individui
diversi abbiano capacità diverse per
natura. Non è affatto contemplata l’ipotesi
che gli individui possano sviluppare le proprie diverse attitudini in base al fatto di essere inseriti in
condizioni sociali differenti. Secondo la Thatcher l’uomo può fare ben poco per
cambiare il verdetto del destino. Su questa assurda convinzione, per la quale
esistono individui illuminati per natura la cui lungimiranza deve illuminare
gli altri individui meno dotati che devono subire, si è costruita la peggiore e
più perfida dottrina liberista. Questa è la portata del grave danno che la signora
di ferro, proveniente dalla piccola
borghesia inglese, ha provocato all’organizzazione
sociale occidentale. Un danno che oggi dopo trenta anni continua a dilaniarci,
a creare povertà e disperazione in pezzi di società sempre più ampie. Ebbene
personalmente non stappo bottiglie di champagne, anche perché non ho i soldi
per comprarle, ma sicuramente non mi straccio le vesti per la morte di Margaret Thatcher .
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