È un dato drammatico quello messo in luce da fonte sindacale
sulla crisi delle costruzioni e dell'edilizia in provincia di Frosinone. Basta
ricordare che negli ultimi cinque anni hanno chiuso oltre 700 aziende edili
nella nostra regione e si sono persi 50.000 posti di lavoro in tutto tra
settore edile e settori collegati. Il settore edile è stato da sempre rifugio
di lavoratori e giovani in cerca di occupazione temporanea, i quali vedono ora
vanificata anche tale opportunità.
Quando in una società l'edilizia è ferma, con essa si
fermano ben 12 industrie collegate.
Quindi la ripresa economica non può che ripartire da questo
settore, che andrebbe immediatamente rilanciato. Le proposte dei comunisti per
il rilancio del settore sono:
1)
creare un piano nazionale per il risanamento
idrogeologico del nostro territorio;
2)
bloccare il patto di stabilità dei comuni per
permettere il finanziamento di nuovi lavori;
3)
utilizzare in modo più efficiente i fondi
europei;
4)
ristrutturare i centri storici favorendo il
rispetto storico-archeologico;
5)
lanciare un piano di edilizia nazionale di
costruzione di case popolari
Per quanto riguarda le risorse finanziarie, si potrebbero
utilizzare i fondi della Cassa Depositi e Prestiti, che ammontano a oltre 300
miliardi.
Occorre dunque che la nostra classe politica si adoperi in
tal senso, poiché i cittadini non sono più in grado di sopportare questa
situazione di emergenza economica.
Nessun commento:
Posta un commento