Non c’è da filosofare più di tanto le parole
esatte “fascismo” e “nazismo” esistono dunque usiamole in modo appropriato. Ribadito
ciò giova ricordare che quelle lotte hanno indubitabilmente cacciato i nazifascisti, ma non hanno portato a termine completamente
il processo della liberazione da tanti
altri soprusi che, al contrario di
quanto sperato dopo la vittoria partigiana, hanno continuato a estendere la
propria tirannia sul popolo. Ad esempio nonostante la sanguinosa e cruda lotta
partigiana ancora oggi non siamo liberi di partecipare alla determinazione
degli indirizzi politici della nazione.
Esistono oggi più che mai, nonostante
la costituzione prescriva di rimuoverli, quegli “ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la
libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese”. Le libertà prescritte dal citato art.3
della costituzione non si sono mai attuate. La lotta partigiana doveva condurre anche alla libertà dei
lavoratori dal giogo della tirannia imprenditoriale e capitalista che sotto il
fascismo dispiegò al massimo la sua crudezza. Ecco quindi che non essendosi
compiuto in modo definitivo e totalizzante il processo di liberazione, la
restaurazione ha iniziato ad impadronirsi anche dei valori acquisiti e sanciti nella costituzione dell’antifascismo.
Ecco perché dobbiamo ancora sopportare
prezzolati lacchè di destra, ma anche di sinistra, che liquidano la lotta partigiana come una
semplice contraddizione ideologica , vecchio armamentario di un passato ormai
fuori moda. In questa ottica si spiega
il revisionismo sulle foibe, e su altri eventi tragici che la storia ci rimanda. Ecco spiegato il
motivo per cui ancora si deve assistere allo spreco di denaro pubblico per
costruire mausolei a macellai fascisti, o per addobbare le piazze con i
faccioni del Duce.
Senza contare che in verità i fascisti non se ne sono mai
andati e hanno continuato ad infettare le dinamiche sociali e politiche anche all’interno delle
istituzioni e questo già all’indomani della promulgazione della Carta
costituzionale. Le disgraziate aggregazioni giovanili fascistoidi di CasaPound sono li per ricordare a tutti noi che il processo di
liberazione ancora non si è compiuto. E allora anche oggi come negli altri 25
aprile è utile ribadire che la resistenza non è finita. Anzi il quadro politico
istituzionale attuale, determinatosi
attraverso laceranti ferite alla costituzione, esige ancora di più la messa in
atto di azioni resistenziali forti e
determinate . Con l’auspicio che ogni
giorno sia il 25 aprile, auguro a tutti buona festa della liberazione dal nazifascismo.
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