La desolazione emersa dalla triste
vicenda dell’elezione del Presidente della Repubblica rimanda a un quadro non
già di golpe ma di resa incondizionata dei partiti alla loro ormai cronica
incapacità di organizzare il benché minimo progetto che non sia finalizzato
alla propria sopravivenza. Secondo
questa logica si spiega il ricorso per l’ennesima volta ai buoni uffici di
Napolitano, ormai identificato non come presidente garante della Costituzione,
ma guardiano e custode delle politiche imposte dalla Unione Europea, dalla Bce
e dal Fondo Monetario Internazionale.
I ragionamenti sono i seguenti : Se per il
Pdl serve assecondare i disegni neo liberisti che
investono Napolitano dell’autorità necessaria a portare avanti tali piani, allo scopo di garantire la salvaguardia giudiziaria di
Berlusconi, si rivoti Napolitano. Per il Pd il discorso porta alle stesse
conclusioni, con la differenza che assecondare i voleri del neo liberismo attraverso
un Presidente come Napolitano significa la propria perpetuazione alla dirigenza di un partito che
ormai è formato solo di dirigenti in perenne conflitto tra loro e che perde ad
ogni minuto elettori e militanti.
Il Movimento 5 Stelle è evidentemente estraneo
a questo ragionamento, ma la mancanza di una strategia, fosse anche quella di salvaguardare
i propri interessi di bottega, oltre che alla elaborazione di un progetto
politico definito, rendono questo movimento, forte per un consenso
numericamente notevole, ma debole in relaziona alla pianificazione di un
opposizione basata su una proposta e non sulla semplice protesta. Il ruolo del Movimento 5 Stelle rimane
semplicemente legato ad un’azione di contrasto e denuncia. Una posizione in cui
Grillo si trova più che a suo agio perché utile ad accrescere il consenso attorno ai penta stellati senza sporcarsi le
mani.
In uno scenario in cui al Pd e al Pdl conviene supportare un governo di
larghe intese e al Movimento 5 Stelle conviene rimanere all’opposizione è
difficile ipotizzare un ritorno al voto a breve termine. Il governo che costituirà
il prossimo presidente incaricato da Napolitano non sarà né di scopo né di
breve durata.
Sarà un esecutivo formato
da politici che perseguiranno gli stessi obbiettivi dei tecnici appena dismessi e durerà a lungo. In una
situazione così consolidata opporre una qualsiasi azione di contrasto dal basso
è impensabile. L’unica speranza potrebbe arrivare degli esiti dei processi di
Berlusconi che condurranno probabilmente i giudici a chiedere al Parlamento le
necessarie autorizzazioni a procedere verso il Cavaliere.
E’ possibile, anche
se difficile, che al voto Grillino e di Sel contrario a Berlusconi, possa
aggiungersi quello di qualche pezzo in libera
uscita della galassia Piddina , rancoroso verso
correnti avverse. Sciagura che costringerebbe il Pdl a far saltare il banco per difendere strenuamente il capo così improvvisamente esposto alle condanne dei giudici con buone
possibilità di finire in galera. Eliminata questa remota evenienza, non è
possibile in alcun modo attivarsi per cambiare questo stato di cose in tempi
brevi.
Ciò che si può fare invece è rituffarsi nel proprio territorio, fra le
gente che accanto a noi, come noi, vive ogni giorno le umiliazioni e le
ristrettezze dell’attuale crisi economica e sociale. E’ necessario ricostruire
una rete di rapporti sociali nei luoghi di lavoro, nelle scuole, che porti alla
condivisione e al confronto anche e soprattutto con quelle persone che stanno al
di fuori della nostra solita cerchia di
militanti disincantati e un po’ autoreferenziali . Anche le argomentazioni devono cambiare.
La
responsabilità del capitalismo e del neo liberismo in relazione a questa crisi
sono acclarate, ma per renderle chiare a chi per formazione culturale non le
intende è necessario cambiare strategia convogliando la lotta non già alla malattia capitalista nella
sua totalità ma ai singoli sintomi che
questa produce. Sarà più facile creare condivisione su un singolo elemento,
quale ad esempio la promozione della legalità, che non sul concetto globale di
lotta anticapitalista che ha nell’illegalità una delle sue forme più subdole.
Questo è il nuovo indirizzo che con altri
compagni di viaggio intendo intraprendere. Abbiamo deciso di riportare in vita
l’Osservatorio Peppino Impastato, un
associazione per la promozione della quale era nato Aut. Per vicissitudini
varie il progetto originario si era frantumato, ora più che mai è necessario che
torni a rivivere. E’ fondamentale riportare all’attenzione soprattutto dei
giovani l’importanza del rispetto della legalità e sottolineare che questo si
ottiene non solo osservando le leggi
scritte, ma anche e soprattutto, quelle
non scritte.
Partendo dall’illustrazione delle dinamiche della criminalità
organizzata, delle mafie, dalla denuncia
dell’illegalità di chi non paga le tasse,
di chi corrompe per ottenere appalti e rendite di posizione economiche
si deve arrivare alla condivisione della necessità di denunciare anche l’illegalità
non penalmente perseguibile .
Ad esempio quell’illegalità che causa l’accumulo
dei profitti da parte di pochi impoverendo il resto della popolazione , che spinge
un parlamentare a cambiare casacca dietro lauto compenso, che obbliga la classe politica a votare un Presidente
della Repubblica non perché garante dei diritti di tutti i cittadini e della
Costituzione , ma perché garante della
propria sopravvivenza e permanenza al potere, indipendentemente dai risultati
elettorali.
Grazie alla collaborazione e al coinvolgimento di docenti ed
esperti in questo settore, è nostra intenzione organizzare incontri per
dibattere su questi concetti nelle scuole e in altri luoghi pubblici . Abbiamo
già preso contatti con istituti superiori della città i quali hanno risposto positivamente. Già in occasione del prossimo anniversario
della morte di Peppino Impastato ( 8 maggio) abbiamo in programma alcuni incontri. Sarà
nostra cura tenere informati i naviganti su orari e luoghi dei dibattiti.
Coinvolgimento, condivisione e azione, questi sono i capisaldi di qualsiasi
processo rivoluzionario. Noi proviamo a ripartire dal coinvolgimento, senza il
quale gli altri due elementi non sono ottenibili. Non sappiamo, quando, come e
se questo processo rivoluzionario avrà luogo, probabilmente il popolo stremato
arriverà alla sollevazione spontanea prima, ma intanto noi ci proviamo.
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