Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 14 aprile 2011

15 aprile la giornata della collera

LAVORATORI NATIVI E IMMIGRATI UNITI
NELLA STESSA LOTTA: CONTRO IL CAPITALISMO 




il volantino del Pdac per le manifestazioni del 15 aprile

I sindacati di base Cub, Si.Cobas, Usi e altre sigle hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per la giornata del 15 aprile. E’ uno sciopero che è stato richiesto dai coordinamenti di lotta degli immigrati, in primo luogo dal Comitato Immigrati in Italia. I lavoratori immigrati subiscono, nel sistema capitalista, una doppia oppressione: non solo, come tutti gli altri lavoratori, sono costretti a ritmi di lavoro massacranti in cambio di salari sempre più miseri, ma subiscono anche, sulla loro pelle, la discriminazione razziale.
 
Il capitalismo in crisi scarica sulla parte più ricattabile della classe lavoratrice e sui lavoratori immigrati (che hanno necessità di un contratto per non diventare clandestini perseguibili per legge) i costi della crisi. Nel momento in cui si acuiscono le contraddizioni del sistema (come nel caso della crisi economica attuale), la ricerca del capro espiatorio è uno degli sport preferiti dei padroni: per preservare i loro profitti miliardari, non esitano a licenziare milioni di operai, a inasprire i ritmi di lavoro, a scatenare guerre (è il caso, da ultimo, della guerra in Libia), a fomentare fenomeni di discriminazione razziale.
 
Si tratta di politiche che riguardano tanto i governi di centrodestra come quelli di centrosinistra. Il governo Berlusconi espelle migliaia di immigrati che sbarcano sulle coste italiane, trasforma in reato il fatto stesso di essere "extracomunitari", tace sulla morte di 250 immigrati. Non diverso, nella sostanza, è stato l’operato del governo Prodi. E’ all’ombra del governo di centrosinistra che si sono stretti i primi accordi con la Libia di Gheddafi per impedire l’arrivo di immigrati africani nel nostro Paese (migliaia di giovani sono stati torturati nelle prigioni libiche). E' stato il ministro di un governo di centrosinistra (Amato) a estendere i decreti di espulsione a Rom e Sinti. E' stato un governo di centrosinistra (col sostegno delle forze della sinistra riformista, inclusa Rifondazione Comunista) a istituire, con la Legge Turco-Napolitano, i Centri di reclusione per gli immigrati. I governi di entrambi gli schieramenti rappresentano gli interessi di una stessa classe sociale: la classe degli sfruttatori, cioè dei capitalisti e dei banchieri.
 
Affinché la lotta degli immigrati sia vincente, è necessario che riceva l’appoggio dei lavoratori autoctoni. I proletari di tutte le nazionalità devono prendere coscienza del fatto che la lotta è unica. contro lo stesso nemico: il capitalismo e i suoi governi. Anche per questo, nel scendere in piazza al fianco dei lavoratori immigrati, Alternativa Comunista, Sezione italiana della Lit-Quarta Internazionale, guarda alle rivoluzioni che stanno attraversando i Paesi arabi: dalla Tunisia alla Libia, dall’Egitto alla Siria, il contagio rivoluzionario non si arresta. Nostro compito è quello di costruire un partito internazionale che possa trasformarle in rivoluzioni vittoriose abbattendo i regimi borghesi e dando vita a governi operai.
 
E’ guardando a quelle rivoluzioni che sosteniamo questo sciopero, nella consapevolezza, tuttavia, che non bastano scioperi frammentati per respingere l’attacco padronale. Ora più che mai è urgente l’unificazione di tutte le vertenze in un grande sciopero generale a oltranza che possa piegare governo e Confindustria. E’ necessario superare la frammentazione delle lotte e costruire tra i lavoratori, nativi e immigrati, la consapevolezza di appartenere a un'unica classe di sfruttati che lottano contro gli sfruttatori. 

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