di Luciano Granieri
Come è noto noi di Aut ci siamo sempre occupati della questione palestinese, dei diritti negati nella Striscia di Gaza, in Gisgiordania e a Gerusalemme est dal governo israeliano. Sui nostri post si legge di bambini palestinesi uccisi, di villaggi distrutti, di giovani palestinesi che non riescono ad andare a scuola. Abbiamo promosso la campagna BDS contro gli investimenti in Israele. Siamo stati in piazza in appoggio ai pacifisti della Freedom Flottilla. Il tutto redatto con rabbia ed entusiasmo. La rabbia di vedere che esiste un popolo oppresso rinchiuso in una prigione a cielo aperto e l’entusiasmo di dare un nostro piccolo contributo alla causa palestinese. Oggi però rimane solo rabbia e tristezza. Perché Vittorio Arrigoni è stato ucciso. Vittorio era uno di noi, ma a differenza nostra oltre che svolgere la sua attività di pacifista dietro al computer, lui a Gaza ci stava veramente, fianco a fianco con bambini, donne, giovani, un popolo che veniva privato della casa della strada che poteva condurlo a scuola o al lavoro, scippato della vita. Vittorio era l’unica voce che si sollevava contro i media mainstream per illustrare come stavano veramente le cose in quelle martoriate terre. Oggi quella voce non c’è più, è stata stroncata da un sedicente gruppo islamico ultra salafita. Molti di questi gruppi sono jihadisti ad oltranza, si definiscono soldati di Dio . Sono una spina nel fianco di Hamas. Alcuni di questi gruppi sono finanziati ed armati dalla monarchia saudita che dopo le recenti rivolte in Medio Oriente ha stretto alleanza con Israele, contro l’Iran. (Vedi post qui sotto). Tutto torna. Questo è un periodo in cui si stanno rafforzando le comunità di attivisti pro Palestina e a fine maggio partirà la seconda Freedom Flottilla, il messaggio che si fa emergere è “Non andata a Gaza è pericoloso” . Certo è pericoloso ma ciò non impedirà agli attivisti come Vittorio di esserei. CIAO E GRAZIE VITTORIO.
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