Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 13 aprile 2011

Il programma di cui abbiamo bisogno!!!!!

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Segreteria Federale della Campania




Risposta all'appello lanciato ieri dalla Città del Sole e contributo per il programma della lista "Napoli è Tua" (Luigi De Magistris candidato sindaco) e della lista "Napoli non si piega" (Giuseppe Marziale candidato sindaco) 
"i programmi delle Liste, la composizione delle Liste, la scelta dei candidati e l'azione delle Amministrazioni Comunali devono avere al centro la mobilitazione di massa per il pieno impiego, per la scolarizzazione in scuole e università pubbliche, per lo sviluppo culturale e le attività tese
a migliorare le relazioni sociali, a migliorare i rapporti tra gruppi e tra individui, a favorire l'integrazione, l'inserimento e la partecipazione degli individui alla vita della società."Accogliamo molto positivamente l'appello lanciato ieri da Sergio Manes, Renato Sellitto, Eugenio Giordano, Mario Maddaloni, Laura Petrone, Centro Culturale "La Città del Sole" In particolare, concordiamo sulla necessità di coordinare le forze operaie e popolari presenti sul territorio e avviare un percorso di mobilitazione e lotta unitario che, mettendo al centro il programma per avviare la rinascita economica, politica e sociale di Napoli, operi per creare un rapporto di forza favorevole alle masse popolari, contrasti le manovre dei poteri forti, determini la vita politica della nostra città, qualsiasi saranno gli sviluppi che ci saranno con la campagna elettorale. Questo coordinamento deve svilupparsi fin da subito, per dare battaglia e moltiplicare il numero delle organizzazioni operaie e popolari all'interno della lista "Napoli è Tua", per incidere sul programma, per fare una campagna elettorale di lotta, mobilitazione, disobbedienza civile che elevi la combattività delle masse popolari e le organizzi e sviluppare il coordinamento con la lista "Napoli non si piega", portando avanti iniziative di lotta comuni. La lista "Napoli è tua" raggruppa un vasto numero di organizzazioni popolari, superiore rispetto a quello di "Napoli non si piega", ed è per questo che l'intervento in essa è principale: lontani però da una logica elettoralista occorre mettere al centro il coordinamento delle forze, anche se organizzate in liste differenti. Questo è il percorso concreto per costruire l'alternativa! Un processo di coordinamento delle forze operaie e popolari che va oltre le elezioni e che mette al centro la "comune esigenza di operare effettivamente sui bisogni della città e a stretto contatto con i portatori di questi bisogni e i protagonisti delle lotte". E' il momento di osare: osare lottare, osare vincere! La situazione è favorevole alla lotta per non pagare la crisi dei padroni, sta a noi utilizzarla al meglio, senza paura di affrontare nuove sfide: a partire da quella per un lavoro dignitoso per tutti. La questione del lavoro è centrale, dalla sua soluzione (e solo dalla sua soluzione) possono derivare miglioramenti sugli altri campi della vita delle masse popolari. In buona fede o meno (ma è secondario) Luigi De Magistris sbaglia quando, nel comunicato emesso il 10 aprile "Napoli, prometto impegno per lavoro come diritto" (reperibile sul sito della Lista Napoli è Tua), dichiara: " non prometto posti ma prometto di creare le condizioni perché questo [il lavoro, ndr] sia un diritto, investendo nel turismo, nell'ambiente e nella cultura ". Non è di diritti astratti di cui abbiamo bisogno, ma di Amministrazioni Comunali che adottino misure concrete, che affrontino realmente il problema del lavoro, che siano: "centri di mobilitazione delle masse popolari per porre rimedi sia pure provvisori e precari agli effetti più gravi della crisi  ogni Amministrazione Comunale (AC) deve diventare principalmente un centro promotore e organizzatore della mobilitazione per il pieno impiego. Questo vuol dire e deve voler dire riconoscere la centralità del lavoro nella società di oggi: articolo 1 della Costituzione, conforme alla legge generale che ha governato e ancora governa l'evoluzione della specie umana, il materialismo storico. Nessuno dei problemi che oggi intorbidano, inquinano, deformano la vita della società e dei membri delle masse popolari può essere risolto positivamente se non si crea un movimento in cui o in base al quale ogni individuo ha un ruolo positivo, socialmente utile e riconosciuto come  tale: che ogni individuo svolga un lavoro socialmente utile o sia impegnato in una lotta organizzata per conquistarlo. Ogni altro problema può essere affrontato e si riesce a dargli una soluzione (di forma più o meno duratura) se si mobilitano forza-lavoro e mezzi materiali adeguati, con una struttura
organizzativa adeguata a mobilitarli e a metterli in moto. Ogni AC deve proporsi di essere centro di promozione di un simile movimento. Ogni AC deve usare senza riserve e senza remore 1. la posizione autorevole che occupa (cioè la possibilità di riunire e mobilitare uomini), 2. i mezzi materiali di cui dispone (edifici, macchinari, ecc.), 3. le risorse finanziarie di cui dispone (entrate, esazioni, deficit spending, debiti, appropriazioni, requisizioni, tassazione dei ricchi e delle loro società e istituzioni, ecc.), 4. i compiti che l'attuale ordinamento politico le conferisce. Deve usare tutto questo per mettere al lavoro nel modo più rapido possibile una massa crescente di uomini e donne, particolarmente i giovani che sono disoccupati, semidisoccupati, precari, emarginati, ecc. Tutti i beni dei ricchi e del clero possono essere requisiti a questo scopo grazie all'autorità di cui l'AC dispone e alla forza morale e pratica del movimento che essa mobilita. Si obietterà: ma così i ricchi traslocheranno in zone con amministrazioni di destra (come nel nostro paese succedeva ancora negli anni '50). Certamente quei ricchi che non sono legati alla zona dai loro affari o da strette relazioni personali traslocheranno. Questo da una parte favorirà il risanamento morale e intellettuale della società della zona e quindi favorirà una più forte mobilitazione delle masse popolari della zona. Solo prendendo in mano con forza la lotta per attuare il diritto al lavoro,
si combatte con efficacia e successo e con la mobilitazione di massa (anziché con il ricorso alla magistratura e alla polizia - che oltretutto è un lavoro di Sisifo: nessun poliziotto o magistrato, nessuna predica o punizione può impedire che ogni individuo cerchi di arrangiarsi come può e
sa, se la società non gli offre una via per vivere dignitosamente facendo la sua parte)

- la criminalità degli uni e l'insicurezza degli altri che la subiscono,

- la corruzione, il ricatto e il voto di scambio,

- il parassitismo del sottoproletario e il cinismo del piccolo-borghese,

- le depressione, lo scoraggiamento e l'evasione,

- l'emarginazione, il caos generale e la disperazione.


Ogni AC (e da subito il programma della Lista e la campagna elettorale) deve porre al centro e alla base di tutto un lavoro dignitoso per tutti, un ruolo dignitoso nella vita sociale, associato a un reddito dignitoso, a diritti sul posto di lavoro, a diritti nella vita sociale (in ogni campo
dell'attività della società). Quindi non un reddito senza lavoro, che 1.sarebbe (ed è quando già c'è) precario, 2. non sarebbe dignitoso, ma un'elemosina per i poveri (stile social card o elenco dei poveri): vogliamo diritti e non elemosina hanno detto gli operai di Melfi che Marchionne vuole tenere fuori dalla fabbrica, 3. sarebbe fonte di contraddizioni tra le masse popolari ("a me o a te?"), contraddizioni che certamente la borghesia e il clero sfrutterebbero per mandare tutto all'aria

Questa è l'unica strada possibile per contribuire alla rinascita economica, politica e sociale della nostra città e del nostro paese: chi pensa di superare le piaghe sociali prodotte dalla borghesia imperialista nella nostra città e nel nostro paese senza seguire questa strada o è un imbroglione o, se è sincero e se persevera, presto dovrà rivedere la sua posizione, perché si scontrerà con la realtà. Il programma di Luigi De Magistris presenta questo limite di fondo, che mina tutto l'impianto: rettificarlo è condizione imprescindibile per realizzare la "rivoluzione socialista e liberale" a cui De Magistris richiama nei suoi documenti e per condurre una lotta efficace contro la disoccupazione, il malaffare, la devastazione dell'ambiente, lo smantellamento dei diritti e della sanità, ecc. Le organizzazioni operaie e popolari che sostengono la lista "Napoli è Tua", devono spingere in questa direzione! Questa, infatti, è l'unica strada percorribile! Questa è l'unica strada possibile anche per realizzare il programma della lista "Napoli non si piega" (reperibile sul sito  http://www.appellonapoli.it/  www.appellonapoli.it/). Il programma della lista non è affatto idealista, anzi costituisce il programma più concreto fin ora prodotto nel corso della campagna elettorale! E' un programma realizzabile! Il problema di fondo è un altro: per realizzare il programma indicato dalla lista "Napoli non si piega" occorre costruire un'Amministrazione Comunale adeguata, come quella su indicata. Bisogna dare al programma gambe per camminare! Se si costruirà un'Amministrazione Comunale di questo tipo (inserendo questo aspetto centrale già nel
programma), non solo sarà possibile attuare quanto indicano i compagni della lista "Napoli non si piega", ma si potrà fare molto di più! I compagni della lista "Napoli non si piega" possono svolgere un ruolo molto positivo ed incisivo se operano per contribuire ad elevare la combattività, la
mobilitazione, l'organizzazione e la propositività delle organizzazioni popolari che fanno parte della lista "Napoli è tua", senza cadere nell'errore di vedere in De Magistris il "nemico numero uno". Oggi nella lista "Napoli è tua" sono concentrate il grosso delle organizzazioni popolari: non si tratta di sottrarle a De Magistris, ma spingerle in avanti, ad andare fino in fondo! Questo è il compito di grandissimo spessore che può e deve compiere la lista "Napoli non si piega".





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