Il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica del Lazio
rammenta a codesta Commissione come la Regione Lazio, unica in Italia, abbia approvato una legge, peraltro di
iniziativa popolare, che recepisce i
risultati dei referendum 2011
Questa legge è la Legge Regionale 5/2014 "Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque", e con questa legge, approvata all'unanimità dal Consiglio Regionale, la Regione si è impegnata a ridefinire i nuovi Ambiti di bacino e i relativi Enti di Governo,
Questa legge è stata impugnata dal Governo e benché detta impugnativa si limiti ad aspetti marginali che comunque non inficiano la struttura stessa della norma; benché I punti controversi non attengano assolutamente alle modalità di individuazione dei nuovi ambiti e tanto meno alle loro modalità di governance, la medesima impugnativa è stata presa a giustificazione del fatto che la legge sia rimasta tuttora inattuata.
Il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica del Lazio a questo proposito informa codesta Commissione che comunque, per superare l'impugnativa, ha avviato ogni opportuna interlocuzione, anche con il ministero per I rapporti con le regioni, ed ha proposto da tempo (iniziando da settembre 2014) le modifiche (allegato1), via via integrate a seguito del confronto con l'assessore Refrigeri e la sua segreteria, assessore che ha reiterato, sin da settembre 2014 e ad ogni successivo incontro, l'impegno, sempre disatteso, di portare “a breve” tali modifiche in aula.
Da allora sono passati mesi - quasi un anno - e il timore del Coordinamento - più che giustificato - è che tale impugnativa venga utilizzata come scusa per bloccare il processo di definizione dei nuovi Ambiti.
Infatti, bisogna considerare come nel frattempo, in virtù dello Sblocca Italia, decine di comuni del Lazio abbiano ricevuto una diffida che li obbliga a cedere gli impianti idrici all'attuale gestore della loro zona, e 26 di loro hanno ricorso al Tar contro tale diffida, sollevando eccezioni di incostituzionalità proprio rispetto agli articoli dello Sblocca italia sul gestore unico.
La Commissione consideri inoltre come sulla Regione Lazio pesi comunque la minaccia di commissariamento da parte del Governo se non saranno individuati a breve i nuovi ambiti territoriali ottimali e i relativi enti di governo.
Un commissariamento tutt'altro che da escludere (come
rassicura la Giunta Regionale), viste le stesse dichiarazioni di questi giorni
dei vertici di ACEA S.p.A. che fondano le aspettative finanziarie della
multiutility nell'Ato unico, e quindi nel gestore unico, ovvero Acea SpA che già controlla ben più del 23%
delle reti regionali come previsto dalla normativa nazionale.
Al contrario, proprio in applicazione della legge regionale 5/2014, visto che I tavoli tecnici concordati con l'assessore Refrigeri a settembre 2014, non fossero mai stati attivati dallo stesso assessorato, a dicembre 2014 i comitati e sindaci hanno presentato un testo di legge, poi sottoposto anche all'Assessore Refrigeri che definiva i nuovi Ambiti di Bacino Idrografico e le modalità di governo degli stessi.
La Commissione consideri come nell'unico incontro che i
Comitati ed i Sindaci sono riusciti ad avere con lo staff tecnico
dell'assessorato, nel mese di aprile 2014, questi hanno dovuto constatare come
non solo la proposta di legge presentata a dicembre non fosse stata valutata,
ma che il medesimo staff tecnico non avesse ancora iniziato un esame preliminare
per l'elaborazione di una eventuale proposta istituzionale.
Il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica del Lazio informa
codesta Commissione che la proposta elaborata dai Comitati e dai Sindaci è
integralmente tradotta nella proposta consiliare n°238, attualmente all'esame
di codesta Commissione.
Il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica del Lazio ritiene che questa proposta costituisca, a tutt'oggi, l'unica via praticabile, nel rispetto della normativa nazionale vigente, per dare seguito agli impegni presi dall'intero consiglio regionale con l'approvazione della Legge 5 e evitare il rischio di commissariamento.
Nel merito delle soluzioni tecniche adottate nella
proposta consiliare n. 238, il Coordinamento fa presente come nell'articolato
stesso della proposta sia prevista una norma di salvaguardia che consentirebbe
nei sei mesi successivi la sua adozione, tutte le necessarie modifiche
scaturenti dagli approfondimenti tecnici che non è stato possibile porre in
essere sino ad oggi per responsabilità non certo imputabili ai proponenti.
Sulla base di tutto quanto precede, il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica del Lazio chiede a codesta Commissione di adottare per la proposta consiliare n. 238 la stessa procedura a suo tempo seguita per la legge 5/2014 e di trasmettere immediatamente la proposta al Consiglio Regionale perché la discuta direttamente in aula.
Roma, 11 giugno 2015
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