Illustrazione di Luciano Granieri |
L'Unione boccia l'accordo di partenariato 2014-2020. A rischio 41 miliardi e mezzo di fondi europei per il prossimo settennato.
Una vittoria per la partecipazione dei cittadini ed una sconfitta per il Palazzo? Pare proprio di sì...ma solo grazie all'Unione Europea.
La Commissione Europea, in una lettera al Governo Renzi, spiega perché l'accordo di partenariato 2014 2020 non va bene.
L'accordo avrebbe dovuto delineare le strategie di sviluppo 2014 2020 per l'utilizzo dei fondi Strutturali e di Investimento Europeo (i fondi SIE),ma, sostanzialmente, non sta in piedi. Qualche tempo fa Il comitato LIP Valle del Sacco insieme all'Osservatorio Peppino Impastato Frosinone aveva chiesto all'Unione Europea di avviare una procedura d'infrazione contro la Regione Lazio segnalando il mancato rispetto dei regolamenti europei proprio in materia di partenariato. Il regolamento 240/2014, il codice europeo di condotta sul partenariato nell'ambito dei fondi strutturali e di investimento europeo, parla chiaro. I cittadini, (si chiamano stakeholder: portatori di interesse) vanno coinvolti sin dalle prime fasi della progettazione preliminare. Questo serve ad evitare le solite logiche "spartitorie", che finora hanno portato l'Italia tra i "fanalini di coda" per l'utilizzazione dei fondi europei.
Nella lettera di richiesta di avvio di una procedura d'infrazione contro la Regione Lazio si lamentava proprio questo: chi viveva sul territorio ed era portatore di un interesse diffuso non era stato ammesso a partecipare ai "tavoli". Questo vuol dire che, nel caso della Regione Lazio, il "cosiddetto" accordo di partenariato vede la luce nelle stanze del Palazzo ed i cittadini vengono interpellati solo alla fine per votare sì o no all'accordo, precompilato dai dirigenti dell'amministrazione regionale. Una sorta di "o mangiate questa minestra oppure non presentiamo proprio niente e perdiamo i fondi ue". Quantomeno un atteggiamento ricattatorio.
Nel corso dell'ultimo incontro pubblico con la Regione Lazio solo il Comitato per la L.I.P. Valle del Sacco, il Forum Acqua Pubblica ed i rappresentanti delle USB di Frosinone hanno contestato apertamente un accordo di partenariato che di partecipato non aveva proprio niente. Basti pensare che per i "famosi e fumosi" 70 milioni di euro che sarebbero dovuti servire alla bonifica della Valle del Sacco nessuno dei sindaci dei 55 comuni è stato mai convocato. Alla faccia della governance! In compenso erano presenti i rappresentanti di società private, università private...me lo spiegate COME SI PUO' SOLO PENSARE DI PROGETTARE IL RISANAMENTO DI UN TERRITORIO SE I RAPPRESENTANTI DI QUEL TERRITORIO NON SONO COINVOLTI NEL PROGETTO? E' proprio questo il senso della bocciatura UE che stigmatizza, tra l'altro, la mancanza di capacità della pubblica amministrazione di fare "governance". Davvero non ci siamo. Il bello è che in Italia abbiamo sempre fatto così: stavolta però è l'Unione Europea a chiederci di fare le cose per bene. Non possiamo più improvvisare come "al solito": presentare progetti che PIU' O MENO potrebbero essere plausibili, riuscire a farne finanziare pochissimi, scoprire (SORPRESA!) che non hanno realmente i requisiti richiesti dalla UE ed infine restituire i soldi al mittente.