Autoconvocati CGIL
Sabato 31 maggio si sono tenute, in contemporanea ed in diretta streaming, le assemblee degli autoconvocati Cgil a Reggio Emilia, Roma e Napoli.
Al termine delle stesse sono stati approvati i due documenti che riproduciamo in sintesi
Gli Autoconvocati CGIL sono Delegati e delegate attivi nei luoghi di lavoro. Ci siamo ritrovati poichè dissentiamo dall’impostazione sindacale generale che sta coinvolgendo la CGIL, alla stregua di CISL e UIL, e rivendichiamo, per tutti i lavoratori e le lavoratrici, una pratica sindacale attiva, che riteniamo necessaria per ridare forza e radicamento
all’azione rivendicativa e contrattuale del sindacato nei luoghi di lavoro, pubblici e privati.
E’ nostra intenzione favorire il dialogo tra territori e categorie, contrastando con forza le derive burocratiche, autoritarie ed antidemocratiche che stanno proponendosi all’interno della CGIL. Per far ciò e fondamentale riaprire spazi di confronto sia interni alla nostra organizzazione che con tutti coloro che, uomini e donne, non sono iscritti a nessuna organizzazione sindacale, ma subiscono le conseguenze delle decisioni che esse prendono.
La ‘Linea Maestra’ degli Autoconvocati e’ la Costituzione Italiana che va difesa ed applicata, essedo ancor oggi attuale garante di diritti e doveri di ognuno di noi: lavoratori e lavoratrici, Istituzioni e imprenditori.
La Costituzione, all’art. 1 dicendo che L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, definisce il lavoro come uno dei valori più alti della nostra vita civile; ne consegue che l’assenza di lavoro mina alle fondamenta l’esistenza stessa della Repubblica.
Com’è possibile che ciò si realizzi in presenza di: lavoro nero, lavoro precario a vita, lavoro determinato ciclico, lavoro a chiamata e tutte le altre 44 tipologie di lavoro oggi esistenti ?
L’art. 4, il lavoro è riconosciuto come diritto di tutti i cittadini, sancendo anche il dovere di svolgere un’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
L’art. 3 assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico che limitano di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini.
L’art. 32 afferma che la repubblica tutela la salute, come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
Perché oggi siamo costretti a vivere in una condizione sociale in cui sfruttamento, malattie professionali, morti sul lavoro, nuove schiavitù, dati che contrastano con l’idea di lavoro che emerge dall’insieme di questi tre articoli?
L’art. 35, titolo III, rimarca il dovere per la repubblica di tutelare il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni.
L’art. 36 dichiara il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a se e alla propria famiglia una esistenza libera e dignitosa.
Sono compatibili queste affermazioni con: – le fabbriche dormitorio, – gli scantinati di produzione per le grandi marche, – la riduzione in schiavitù di lavoratori clandestini e non, ricattati dalla necessità di sostentamento, – la cosciente mancanza di prevenzione che produce migliaia di morti sul lavoro per migliaia di malattie professionali, che riducono i lavoratori a essere permanentemente sofferenti?
L’art. 41 stabilisce che la liberta’ economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, definendo il lavoro come strumento di produzione di benessere sociale.
Perché mai esistono attività economiche come la Thyssen Kroup e l’Ilva di Taranto, che anziché avere utilità sociale seminano morte e disperazione così come anche l’Eternit e l’Icmesa di Seveso o tutte le attività produttive affaristico – mafiose, che hanno generato la terra dei fuochi.
E’ evidente come non esista solo una non applicazione della Costituzione, ma una progressiva operazione di svuotamento, che non potendo essere fatta in modo trasparente, è attuata attraverso una serie di azioni e controriforme:
1. aumento della precarizzazione del lavoro, contrabbandato come aumento dell’occupazione,
2. deroghe sugli inquinanti,
3. modifiche al decreto legislativo riguardante la sicurezza negli ambienti di lavoro (81/08), che impoverendo le regole di controllo e tutela nei luoghi di lavoro, favorisce il permanere nell’ambiente di sostanze nocive alla salute, senza che i proprietari paghino nulla per le mancate bonifiche.
La Costituzione italiana è stata scritta per impedire il ritorno di ogni forma di fascismo, dando agli italiani garanzia di piena e sicura libertà.
Siamo costretti a prendere atto che si stanno realizzando vigorose forme di autoritarismo attraverso il degrado sempre più grande del mondo del lavoro, della sua organizzazione, e quindi, conseguentemente, della Repubblica!
Bisogna dunque ripristinare vere regole democratiche all’interno della CGIL, che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di decidere della propria condizione nei luoghi di lavoro con una legge vera sulla rappresentanza, non con una operazione di accordo tra i vertici sindacali e organizzazioni datoriali.
Riteniamo utile promuovere la libera informazione tra le categorie e i territori, perche’ solo con la consapevolezza si crea vera confederalità, consapevolezza e libera scelta.
E’ necessario creare trasparenza nel sistema degli appalti rafforzando la solidarietà concreta di tutti i soggetti coinvolti nell’appalti e vigilare sulle gestioni aziendali per impedire che gli Imprenditori rubino a loro stessi svuotando progressivamente l’Azienda e lasciandola morta ed incapace di creare utile e lavoro.
Si deve ripristinare un sistema previdenziale equo, che affermi il principio secondo cui la pensione non è l’anticamera della morte, bensì la continuazione di una vita dignitosa e socialmente utile.
Vogliamo che le risorse pubbliche siano erogate solo ad attività che creano lavoro, nelle forme e nei modi previsti dal dettato costituzionale; che si penalizzi la speculazione finanziaria, dirottando risorse verso la ricerca, la formazione e l’innovazione; che le risorse pubbliche siano impiegate per la tutela del territorio e la gestione delle risorse rinnovabili e in favore di sempre più alte tutele per la salute e l’assistenza di chi ha più bisogno.
Per fare tutto ciò è necessario trovare le risorse, anche, attraverso una lotta vera ed efficace all’evasione fiscale e all’elusione contributiva.
L’obiettivo degli Autoconvocati CGIL e’ di mantenere aperti spazi di confronto e dialogo per attivare percorsi comuni. Per realizzarlo c’e’ bisogno del contributo fattivo di tutti, iscritti e non iscritti.
Le nostre iniziative di aggregazione e dibattito servono a questo ... a trovarci, a trovare una lingua comune ed a raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati!
Autoconvocati CGIL
DOCUMENTO CONCLUSIVO ASSEMBLEE NAPOLI, REGGIO EMILIA E ROMA
Le assemblee di delegate e delegati della Cgil autoconvocati FIOM, FP, FLC, FISAC, FILCAMS, SLC, FILLEA, FILT, FILTEM, FLAI, SPI a Reggio Emilia, Napoli e Roma ringraziano le lavoratrici, i lavoratori, le compagne ed i compagni che hanno condiviso e sostenuto il percorso nato a Bologna il 15 febbraio scorso e sviluppatosi in questi mesi con iniziative territoriali di discussione e informazione sul Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014.
Nel corso dei mesi successivi all’assemblea di Bologna è aumentato il consenso in termini di adesioni di delegate e delegati che come noi avevano una visione diversa in merito a questioni vitali per la nostra organizzazione.
La decisione di sperimentare una nuova forma assembleare, in streaming su tre piazze, nasce dalla necessità di trovare nuovi modi per tenere in contatto tutte le realtà sparse sul territorio nazionale.
Dalle assemblee odierne è emersa la necessita e la voglia di proseguire nel percorso intrapreso e di mettere in campo iniziative future sui temi trattati.
Testo Unico sulla Rappresentanza
Nel corso di questi mesi abbiamo più volte denunciato il metodo con cui la nostra Organizzazione ha firmato il Testo Unico, senza un confronto preventivo a nessun livello, e continuiamo a non condividere nel merito i punti che circoscrivono la rappresentanza e vincolano le minoranze anche se in dissenso prevedendone la sanzionabilità, cambiando di fatto il modello contrattuale.
Non condividiamo il metodo di consultazione applicato perché riteniamo che una discussione così importante per il futuro della nostra organizzazione non possa essere fatta nel mezzo del dibattito congressuale e deve essere fatta nel merito dell’accordo, quindi non ne riconosciamo l’esito.
Il Testo Unico limita fortemente l’azione dei delegati nei luoghi di lavoro e crediamo che proprio da lì possa arrivare un’azione di contrasto forte ad esso, cosi come sta avvenendo in alcune aziende mediante la contrattazione di secondo livello.
Per questi motivi continueremo la nostra campagna d’informazione e sensibilizzazione fra i delegati al fine di aumentare il consenso intorno alle nostre proposte.
Pensioni
Sul disastro fatto sulle pensioni la Cgil ha delle forte responsabilità.
Dire che si è perso, come è accaduto a Rimi al Congresso Nazionale della CGIL, è falso. Le battaglie si perdono quando si combattono.
Con sole tre ore di sciopero era inimmaginabile pensare di poter contrastare l’azione messa in campo dalla Fornero. E’ una vergogna l’ulteriore allungamento di questa riforma (dai 66 anni in su, ben presto verso i 70 !). I lavoratori resteranno più a lungo nei posti di lavoro mentre i giovani tarderanno ad entrare nel mondo del lavoro aggravando i livelli di disoccupazione. Perciò vanno ripristinate le pensioni d’anzianità (40 anni) e introdotte forme di flessibilità per il pensionamento di vecchiaia a partire dai 60 anni. Con i nuovi meccanismi di calcolo le prossime pensioni saranno a livelli da fame (anche meno del 50% dell’ultimo stipendio) generando un vero e proprio esercito di nuovi poveri. Vanno garantiti i diritti sociali anche di chi ha avuto storie lavorative sfortunate. Va riformato l’INPS facendone uno strumento delle lavoratrici e dei lavoratori, occorre inoltre dividere la previdenza dall’assistenza.
Democrazia
Le decisioni prese senza una reale consultazione con la base, gli spiacevoli episodi che hanno visto coinvolti delegati e funzionari che non condividevano la linea di qualche segretario sono solo alcuni punti che denotano come all’interno della nostra organizzazione si stia andando sempre più verso una gestione autoritaria del dissenso.
La crisi di rappresentanza non si supera facendo accordi che limitano l’azione dei delegati ma va affrontata cercando nuove forme di partecipazione, coinvolgendo tutti i livelli dell’organizzazione partendo proprio dai luoghi di lavoro e ridando la parola a chi quotidianamente lotta per portare avanti i valori che hanno reso grande la Cgil.
Serve un cambio di direzione per restituire forza alla contrattazione sui posti di lavoro e per ridare centralità alla difesa integrale dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione.
La crisi economica, prodotta dal grande capitale finanziario e dalle banche, da un lato aggredisce i diritti conquistati in anni di lotte operaie e dall’altro peggiora le condizioni di lavoro e di vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori esponendoli, tra le altre cose, all’aumento esponenziale di carichi, ritmi ed a continue minacce di chiusure e cassa integrazione; produce precarietà ed emargina disoccupati e inoccupati, ricattandoli e mettendoli in diretta concorrenza con gli occupati allo scopo di limitarne i diritti ed abbassare il costo del lavoro; umilia tutte e tutti coloro che vedono allontanarsi il meritato momento della pensione dopo anni di duro lavoro e contributi ed esponendoli in età avanzata, tra l’altro, a non pochi rischi per l’altrui e la propria sicurezza.
Per ribaltare questa gravissima situazione sociale occorre una Cgil in grado di contrattare e mobilitarsi a difesa dei diritti di chi lavora e chi no, riscoprendo il vero valore della confederalità che si basa sulla condivisione la solidarietà e sulla visione comune di un mondo migliore.
Dalle assemblee di Reggio Emilia, Roma e Napoli a cui hanno partecipato delegate e delegati autoconvocati di varie categorie, anche con delegazioni da altri territori, emerge la necessità di proseguire con il percorso degli autoconvocati aderenti all’appello “Per il lavoro e la democrazia” ed avviatosi a Bologna il 15 febbraio 2014, per ribaltare e rendere inapplicabili tutti i punti negativi del Testo Unico, la riforma Fornero sulle pensioni e per invertire la rotta che la Cgil ha intrapreso, da un modello sindacale di lotta e contrattazione verso uno “di servizio” che storicamente non le appartiene e che va in direzione opposta a quanto servirebbe particolarmente in questo momento storico.
Lavoriamo per rafforzare il coordinamento tra delegate e delegati autoconvocati in Cgil su tutto il territorio e per favorire l’organizzazione delle compagne e dei compagni su tutto il territorio nazionale.
Reggio Emilia, Roma, Napoli 31 maggio 2014