Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 1 luglio 2014

La partecipazione dei cittadini, quale assicurazione migliore contro il furto?

Luciano Granieri

Aeroporto di Frosinone Spa , Multiservizi Spa.  Le due società per quanto diverse e distanti fra di loro, furono accomunate qualche anno fa, da un parere della Corte dei Conti.  All’epoca della messa in liquidazione della Multiservizi  Spa, la società partecipata  le cui azioni erano detenute dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Frosinone, dal Comune di Frosinone e dal Comune di Alatri, emerse un parere dei giudici contabili in base al quale, l’azienda che si occupava dei servizi ai cittadini della Provincia di Frosinone, malgrado le enormi passività, avrebbe potuto continuare ad operare previo un piano industriale improntato alla razionalizzazione delle risorse.  Nello stesso pronunciamento invece la Corte evidenziò come la Società Aeroporto di Frosinone, al contrario della Multiservizi, avrebbe dovuto immediatamente essere posta in liquidazione per improduttività. 

  Di questo parere nessuno volle tener conto e infatti la società Aeroporto di Frosinone ha continuato la sua attività nel rastrellare i soldi dei cittadini per produrre solo  carte e il mal celato tentativo di dar corso ad l’ennesimo episodio di speculazione edilizia. Anche la sorte della Multiservizi è rimasta sorda al pronunciamento dei giudici contabili proseguendo il suo triste cammino verso la liquidazione con il licenziamento  di lavoratori o il peggioramento  delle condizioni di lavoro, al limite dello schiavismo, per gli addetti che hanno accettato di passare sotto il controllo delle cooperative. 

Da questo blog , dai lavoratori della Multiservizi  venne l’insistita implorazione agli enti azionisti affinchè la ventilata riorganizzazione aziendale, così come suggerito dalla Corte dei Conti, si realizzasse attraverso la ripubblicizzazione della società con l’assunzione diretta del lavoratori, strada percorribile pur nelle strette tenaglie della spending review. Anzi fu calcolato che i costi di una società pubblica erano infinitamente inferiori, rispetto all’elefantiaca organizzazione di una società in-house con tutto il suo carrozzone di manager e consulenti al seguito. 

Proprio la voracità, gli sprechi e la mala gestione del management sono state la causa del fallimento di un'azienda  a cui le commesse non sono mai mancate, i servizi alle città e alla Provincia, del resto devono essere svolti per forza da qualcuno, per cui a rimetterci sono stati i lavoratori e i cittadini. 

Stesse denunce di movimenti e parte della cittadinanza  furono rivolte alla società Aeroporto di Frosinone- Ferentino, la quale ha fagocitato quasi 6 milioni di euro, nel tentativo di progettare un’opera irrealizzabile, la cui incompatibilità con il territorio fu palese sin da subito a tutti, tranne che allo stuolo di amministratori pubblici che ne peroravano la causa solo per alimentare,  interessi particolari, uno dei quali, come già citato, rendere appetibile alle mire della speculazione edilizia un’area  il cui progetto aeroportuale, indipendentemente dalla sua realizzazione, avrebbe reso edificabile.  

Per anni tutto quanto è stato sopra scritto fu  contestato da cittadini e lavoratori ad una classe politico-amministrativa tesa esclusivamente a tutelare i propri interessi, ad alimentare il proprio bacino elettorale a soddisfare gli appetiti dei propri cortigiani. Ora arrivano le indagine delle procure,  che orientano le inchieste  proprio sugli elementi da sempre denunciati da organizzazioni e movimenti. 

Guarda caso , dopo che è stata decretata, finalmente, la  chiusura della società Aeroporti di Frosinone, nonostante la variante Asi che definisce l’edificabilità dell’area destinata a servizi per l’aerostazione non sia stata ancora ritirata, sono partite le indagini della Procura della Repubblica di Frosinone  nei confronti delle varie amministrazioni pubbliche  che hanno gestito l’affare. Il reato contestato  è  peculato. Contestualmente sono in corso ulteriori indagini della Corte dei Conti per il reato di danno erariale. Vogliamo sperare che ci sia almeno il coraggio da parte della Regione Lazio di costituirsi parte civile, qualora le inchieste dovessero  determinare il rinvio a giudizio. 

Ugualmente è partita l’indagine sul management della Multiservizi. La guardia di finanza avrebbe accertato irregolarità nell’affidamento degli incarichi dirigenziali, di consulenze e collaborazioni, nonché la costituzione di società in-house  per l’affidamento diretto dei servizi senza procedere alle relative gare d’appalto. Inoltre si sarebbero rilevate violazioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno, con l’attribuzione di compensi e ed incentivi non spettanti e spese per personale non giustificate. 

Cioè nella Multiservizi, esisteva una deriva gestionale devastante che consentiva a manager e collaboratori di arricchirsi sulle spalle dei lavoratori, oltre che un sistema premiante per alcuni dipendenti amici degli amici ai quali era concesso di tutto e di più, mentre agli addetti, che sulla strada, ogni giorno, curavano la città e i servizi per i cittadini, veniva progressivamente ridotto lo stipendio, fino ad arrivare al licenziamento. Dal 2007 al 2012, questo sistema clientelare e truffaldino avrebbe prodotto il saccheggio di 5 milioni di denari pubblici  che uniti agli oltre sei milioni ingurgitati dall’aeroporto  fanno 11 milioni. Furto di cui molti cittadini movimenti e associazioni erano consapevoli. 

La storia di queste due società, non fa altro che confermare e rilanciare la necessità di un controllo diretto della collettività  sulle  dinamiche inerenti l’erogazione di beni e servizi da parte delle amministrazioni. Solo chi paga può avere a cuore il destino del proprio denaro.  E la possibilità di spartirsi piatti così ricchi spiega anche come la gestione partecipata dei beni pubblici sotto  il diretto controllo della cittadinanza sia, per amministratori pubblici e faccendieri, da evitare come la peste. Svegliamoci la questione della partecipazione non è solo uno sterile fatto ideologico, figlio di una obsoleta cultura collettivista, comunarda, da primi soviet. Multiservizi e Aeroporto di Frosinone stanno a dimostrare come la partecipazione possa costituire anche e soprattutto  la migliore polizza contro il furto.

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