Nel mondo capitalista-imperialista, dunque nell'Unione Europa (UE), a causa delle conseguenze distruttive della crisi economica internazionale e dell’intensificazione di tutte le principali contraddizioni di questo sistema, si sono verificati significativi cambiamenti a livello internazionali e nazionale.
Le diverse sfide della classe dominante e delle sue istituzioni producono politiche aggressive e centralizzate contro la classe operaia e i popoli oppressi.
Questa politiche, nei loro diversi aspetti e forme, portano l'UE a divenire sempre più sfruttatrice, più reazionaria, più guerrafondaia e più avida di saccheggio neocoloniale, specialmente nei paesi africani.
Per l’unità e la solidarietà degli operai contro l’offensiva capitalista!
In Europa, mentre si accresce lo sfruttamento della classe operaia, milioni di giovani non hanno altro futuro all’infuori di precarietà ed emigrazione. Milioni di persone vengono private dei servizi sociali e le donne continuano ad essere discriminate. La povertà colpisce con particolare gravità le condizioni di larghe masse, mentre la ricchezza e il potere di una minoranza crescono sempre più.
In questa difficile situazione, i capitalisti portano avanti una politica estremamente aggressiva contro la classe operaia. L'attacco agli interessi vitali e ai diritti basilari dei lavoratori si sta dispiegando in ogni paese europeo. I piani di licenziamento di migliaia di lavoratori sono una dura realtà in molte fabbriche e aziende. Dovunque aumenta la pressione sugli operai per produrre di più con meno salario. I contratti collettivi e gli Statuti dei lavoratori sono sotto attacco. I padroni vogliono imporre cosa, come e quando negoziare al solo scopo di aumentare lo sfruttamento e peggiorare le condizione dei lavoratori, di distruggere le loro organizzazioni. Con l'appoggio dei governi vogliono estendere gli orari di lavoro e ridurre sempre più le pensioni.
Questa offensiva è portata avanti con la complicità delle burocrazie sindacali opportuniste e “gialle”. Contro queste politiche gli operai e le masse popolari non hanno mai smesso di lottare, ma si sono lanciate in duri conflitti contro lo Stato affrontando anche la sua violenza di classe. Il grande movimento che si è sviluppato in Francia contro la riforma del codice del lavoro (la “legge El Khomri”), gli scioperi e le mobilitazioni che si sono succeduti in diversi paesi, dimostrano che i lavoratori non accettano la distruzione dei loro diritti, ma esigono il ritiro delle leggi e delle misure reazionarie e antipopolari; allo stesso tempo mettono in luce che questa resistenza deve essere sviluppata dappertutto.
Ora i lavoratori si preparano a mobilitarsi di nuovo per difendere i propri interessi contro l’offensiva capitalista e le politiche neoliberiste dei governi che vogliono smantellare i posti di lavoro, le conquiste sociali e i diritti, che vogliono eludere leggi ed accordi collettivi che limitano la loro sete di profitti.
Gli operai stanno aumentando la pressione sui dirigenti delle loro organizzazioni, chiamando “traditori!” i capi dei sindacati complici del capitale. Tentano di organizzarsi su piattaforme sindacali di classe e reclamano una politica diversa, basata sulla lotta di classe, non sulla collaborazione di classe. Esigono l'unità d’azione nella lotta contro capitalismo ed il suo Stato.
Sosteniamo e lottiamo con gli operai per gettare il peso della crisi sulle spalle delle classi dominanti, per la difesa delle libertà della classe operaia e delle sue organizzazioni!
Diciamo stop ai licenziamenti per i profitti, esigiamo la riduzione dell’orario di lavoro senza decurtazioni del salario, l’aumento delle paghe specie per i lavoratori meno retribuiti, l'aumento delle pensioni e la riduzione dell’età pensionabile. Rivendichiamo uguale salario per uguale lavoro per ogni lavoratore. Rivendichiamo uguali retribuzioni per i lavoratori uomini e donne. Rivendichiamo uguale salario e stessi diritti per i lavoratori nativi e migranti!
Senza dubbio l’organizzazione di un potente fronte unico della classe operaia contro le politiche della borghesia attrarrà nel nostro campo gli strati oppressi della popolazione che, a causa della politica pro-monopoli della socialdemocrazia e dell'influenza delle politiche populiste e nazionaliste, oscillano dalla parte della reazione in una serie di paesi capitalisti.
“Europa Unita”: Europa della reazione e della militarizzazione
In tutta Europa le tendenze reazionarie e antidemocratiche sono in crescita. Esse si manifestano non solo nella centralizzazione strutturale dell'UE - come nel caso dei paesi decisivi dell'Eurozone che si orientano verso una cooperazione più esclusiva e accentrata - ma anche nelle controriforme volte a rafforzare il potere dei governi e a indebolire la sovranità popolare, nella militarizzazione degli Stati e delle società, nelle politiche che rafforzano e diffondono il nazionalismo sciovinistico, il razzismo e le tendenze fasciste.
L’UE e gli Stati imperialisti che la dirigono stanno tentando di riposizionarsi sviluppando politiche più aggressive ed espansioniste in un periodo di rapidi cambiamenti nelle condizioni e nelle relazioni del capitalismo mondiale (aumento del protezionismo, conflitti commerciali, guerre valutarie, sanzioni economiche, etc.).
Per legittimare queste politiche manipolano le crescenti paure e preoccupazioni dei popoli europeo riguardo il corso degli eventi nel mondo.
Il progetto di una “Europa che prende il destino nelle sue proprie mani” porterà alla legittimazione e alla realizzazione di più aggressive politiche interventiste, alla trasformazione delle misure di emergenza in misure ordinarie, alla costruzione di Stati di polizia, all’aumento della mobilitazione xenofoba contro i rifugiati e a movimenti fascisti.
Un’Europa dove le forze della reazione si rafforzano comporterà, da parte degli operai e degli altri lavoratori, una percezione dei loro fratelli e sorelle di classe degli altri paesi come rivali, e di conseguenza una minore preoccupazione per l'indebolimento dell'amicizia e la solidarietà tra di loro.
La sanguinosa storia dell'Europa prova che questa è una via senza uscita, specialmente per gli operai e le masse lavoratrici. Oggi gli operai, il popolo lavoratore e la gioventù che scendono nelle piazze contro le leggi reazionarie e la restrizione dei diritti, contro i partiti e movimenti razzisti e fascisti, per la solidarietà con i rifugiati e contro le spese militari, conto il G7, la Nato e la formazione dell’esercito europeo, mostrano l'unico atteggiamento che bisogna assumere e rafforzare. La solidarietà, la collaborazione e il coordinamento devono essere sviluppati così come le organizzazioni di massa.
Stop alle politiche di guerra! Fuori dalla NATO e dalla UE!
Il continente europeo, che ha già ha sofferto le conseguenze di due guerre mondiali scatenate dalle potenze imperialiste più aggressive, oggi è testimone di un enorme costruzione militare per una nuova guerra in cui è probabile che saranno usate armi nucleari. Dalla Scandinavia, al Mar Baltico, sino al Mediterraneo e al Mare Nero osserviamo che i preparativi di guerra si sono intensificati. Vengono dispiegati nuovi armamenti, missili, aerei da guerra e truppe, principalmente dalla NATO e dai suoi membri. Si tratta di un piano aggressivo contro la Russia. Ciò fa parte della preparazione di una guerra globale da parte delle quattro principali forze imperialiste di oggi - gli Stati Uniti, l'Unione Europea, la Russia e la Cina – specialmente di quella attualmente più aggressiva e pericolosa, l'imperialismo USA.
Mentre decine di migliaia di persone stavano protestando nelle strade di Bruxelles e nelle altre città europee contro Trump e il vertice della NATO, il 25 maggio scorso lo stesso Donald Trump, Angela Merkel e gli altri leader degli Stati membri hanno riaffermato all’unanimità la decisione che avevano preso a Varsavia per attuare un gigantesco aumento della spesa militare del 2 percento del PIL entro il 2025, cioè quasi un raddoppio delle spese reali. Hanno così scelto la via della guerra, dell’aggressione e della militarizzazione e beneficio degli Stati Uniti e dei grandi monopoli europei produttori di armi.
Per gli operai, per i giovani, per i pensionati e per le generazioni future questo significa tagli alle spese sociali e una rinnovata imposizione a ridurre i salari, ad aumentare gli orari di lavoro e distruggere quello che resta delle conquiste dei lavoratori e delle lotte popolari, così come una maggiore pressione per arruolare i giovani negli eserciti.
Le guerre attuali e quelle pianificate significheranno la distruzione e il saccheggio di interi paesi e dei popoli di altri continenti, dall’Africa, alla'Asia, all’America Latina.
La dichiarazione contro il vertice della NATO, sottoscritta dai membri europei della Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML), dal titolo “Manifestiamo uniti contro la politica di guerra! Fuori dalla NATO e dalla UE guerrafondaie e antipopolari!”, distribuita in ognuno dei nostri paesi, è un appello per unire i lavoratori e le forze popolari e creare un fronte unito contro la guerra e la militarizzazione.
La lotta comune e il fronte unito sono necessari in tutti i paesi e per tutti i popoli che amano la pace. Sono ancora più urgenti se vediamo che subito dopo il vertice della NATO, Merkel e Macron, il nuovo tandem della costruzione dell'Unione Europea, hanno dichiarato che l'Esercito europeo è all’ordine del giorno. E’ una dichiarazione dell'EU come superpotenza imperialista globale, in cooperazione e rivalità con gli Stati Uniti.
I Partiti e le Organizzazioni Marxisti-Leninsti, chiamano i lavoratori e popoli d'Europa a fermare la pericolosa corsa al riarmo e alla guerra, spiegando che il nemico principale dei lavoratori e dei popoli è dentro casa, nei propri paesi: è la borghesia!
Facciamo appello a continuare la lotta per fermare le guerre e la corsa al riarmo, per il ritiro delle truppe militari spedite negli altri paesi, per uscire dalle alleanze guerrafondaie come la NATO e la UE, per dissolvere questi strumenti dell’ imperialismo.
La realtà dimostra che capitalismo non è il nostro futuro!
Il capitalismo è un sistema moribondo; il suo stato generale di salute peggiora continuamente, sebbene, alcune volte, sembra rianimarsi.
Gli operai, le masse lavoratrici, la gioventù, le donne del popolo e i popoli oppressi non possono più sopportare questo barbaro sistema che offre solamente povertà, disoccupazione, precarietà e reazione, e che ci sta portando verso un nuovo periodo di guerre.
Per vivere, per avere un futuro, per progredire è necessario unirsi, sviluppare la solidarietà internazionale, estendere ed elevare la lotta con una politica offensiva contro il sistema capitalistico per determinare una rottura rivoluzionaria che è necessaria per aprire la strada ad una società nuova e umana.
La vittoria della rivoluzione non dipende solo dalle condizioni oggettive che la facilitano, ma anche dai lavoratori e dai popoli che sono gli artefici di questa rivoluzione.
La situazione internazionale impegna a rafforzare i Partiti e le Organizzazioni M-L, ad incoraggiare la costruzione di nuovi partiti del proletariato rivoluzionario per sviluppare la coscienza di classe, dirigere la lotta della classe operaia e dei settori popolari, rafforzare i nostri legami e la solidarietà internazionali, per assicurare una via di uscita rivoluzionaria dalla situazione attuale
Questo è il nostro compito principale nell’anno del centenario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre!
Germania, giugno 2017
Partito Comunista degli Operai di Danimarca - APK
Partito Comunista degli Operai di Francia - PCOF
Organizzazione per la costruzione di un Partito Comunisti degli Operai di Germania (Arbeit Zukunft)
Movimento per la riorganizzazione del Partito Comunista di Grecia (KKE 1918-1955)
Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia
Partito Comunista di Spagna (marxista-leninista) - PCE ( m-l)
Partito del Lavoro - EMEP (Turchia)