OTTO PER MILLE: IL 35% DEI CONSENSI E L'85% DEI SOLDI
Il capitolo più sostanzioso dei trasferimenti finanziari tra lo stato italiano e la chiesa è rappresentato dall'otto per mille: è di un miliardo di euro l'anno. Solidarietà? No vengono impegnati per lo più per far funzionare la chiesa. Il diabolico meccanismo in cui c'entra anche lo zampino di Tremonti prevede che le quote non espresse ( quelle cioè di coloro che decidono di non devolvere ad alcuna confessione religiosa l'otto per mille) restino all'erario ma vengano ripartite a tutte le confessioni religiose in base alla firme ottenute da ognuna. In questo modo la chiesa con il 35% dei consensi, ottenuti anche attraverso martellanti campagne pubblicitarie, si accaparra l'85% dei soldi. L'articolo 49 della legge istruttiva dell'otto per mille prevede che ogni tre anni si valuti l'andamento del gettito, per evitare eccessi in ribasso o in rialzo, e in tal caso modificare l'aliquota. Negli ultimi anni gli incassi della Cei sono quintuplicati. dai 210milioni, in euro del 1990 al miliardo di oggi. Dunque dovrebbe scattare il meccanismo dell'art. 49 per limitare l'eccesso al rialzo. Quindi se proprio non si può evitare l'otto per mille è necessario dimezzarlo come prevede la normativa.
Da qui si può recuperare una cifra di almeno 1 miliardo di euro nei due anni in cui si sviluppa la manovra
ESENTI DALL'ICI CI COSTA 500 MILIONI L'ANNO.
Niente ICI per gli immobili di proprietà ecclesiastica che non siano "esclusivamente" impegnati in attività commerciali. Si salvano la maggior parte dei conventi riciclati in alberghi, dove però si prega!!!.Inoltre l'Ires ridotta al 50% per gli enti assistenziali produce un mancato introito per i comuni pari a 900milioni di euro l'anno. Questi soldi possono essere tranquillamente recuperati reintroducendo l'ICI e l'Ires al 100% in tutto fanno per il biennio 2012-2013 2miliardi e 800milioni
SCUOLE PRIVATE: I SOLDI SI TROVANO SEMPRE
Stando solo al 2011 la legge di stabilità ha versato nelle casse delle scuole private 245milioni di euro . Poi ci sono i "buoni scuola" regionali. Solo la Lombardia del cattolicissimo Formigoni ha regalato alla Chiesa 45milioni di euro. Abolendo queste regalie si possono recuperare almeno 600milioni di euro.
NON SI NEGA UN CONFORTO SE A PAGARE E' LO STATO
I cappellani di ospedali, carceri e dei militari sono scelti dalla diocesi ma assunti e retribuiti da Stato e Regioni. I più numerosi sono negli ospedali e costano allo Stato 50milioni di euro l'anno. Per le carceri 15milioni. Quelli militari 11milioni. Nel computo delle spese per i sacerdoti militari non sono calcolate le pensioni degli ex cappellani, piuttosto alte trattandosi di ufficiali a tutti gli effetti: quella dell'ordinario- generale di corpo di armata - come il cardinal Angelo Bagnasco, ordinario militare prima di essere nominato presidente della Cei - si avvicina a 4mila euro al mese. Calcolando il taglio di queste spese per gli anni 2012-2013 si avrebbe un risparmio di 152milioni di euro
CATTOLICI E INFORMATI, AIUTI PER 14 MILIONI
I contributi diretti alla stampa cattolica nel 2010 sono stati 14milioni di euro. Quasi la metà va ad Avvenire, il quotidiano della Cei. Ma anche il Cittadino, controllato dalla diocesi di Lodi si tratta bene 2milioni e 530mila euro . Dal momento che non si è mai visto uni Stato che finanzia la stampa estera tagliando questa anomala regalia è possibile recuperare 28milioni di euro.
I BUFFI DEL VATICANO
Indovinate che ha pagato il debito contratto dal Vaticano nei confronti Acea per il mancato pagamento delle bollette dell'acqua (50milioni di euro) ? BRAVI NON ERA DIFFICILE . LO STATO dunque tutti noi cittadini.
Tirando le somme: Il contributo alla manovra da parte della Chiesa può stimarsi in almeno
4miliardi e 580milioni di euro.
Sarebbe un bel po' di sangue da togliere alla macelleria sociale . Ma sia da una parte che dall'altra i voti dell'elettorato cattolico sono una dote ambita e dunque GUAI A TOCCARE LA CHIESA.
L'obiettivo è quello di raccogliere 100.000 firme online per poi passare alla raccolta cartacea, tramite banchetti, di altre 500.000 firme. La richiesta? Il pagamento, anche da parte dello Stato Vaticano, di ICI, IRPEF, IRES, IMU, TASSE IMMOBILIARI E DOGANALI, MA ANCHE GAS, ACQUA E FOGNE.
Il provedimento, soprattutto considerando il periodo di gravi crisi economica e finanziaria in cui versano l'Italia ed il resto del mondo, appare oramai sacrosanto e non più prorogabile. Se la Chiesta cattolica vuole conservare credibilità e dimostrare di conoscere anche solo lontanamente lo spirito cristiano, non può rimanere sorda alle richieste di equità sociale e fiscale avanzate dagli stesse fedeli e da frange sempre più large della popolazione.
"(Matteo 10, 7-10):
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento». Parola del Signore, Amen".
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