Come è ormai noto il programma di urbanizzazione della
città, discusso nel Consiglio comunale del 23 luglio scorso è stato approvato.
Una pianificazione che comprende l’imponente
ennesima cementificazione di 35mila metri cubi su un terreno limitrofo ad un’area
contenente reperti archeologici , terme romane risalenti al periodo imperiale.
Reperti che probabilmente proseguono sotto il sito interessato alla
cementificazione. Comitati, associazioni e singoli cittadini, hanno provato con
tutte le forze a far fallire l’ennesimo progetto di speculazione edilizia e
degrado culturale ai danni della città, ma nonostante le manifestazioni, gli
incontri di sensibilizzazione partecipati nelle piazze, e la presenza numerosa
in consiglio comunale, tenendo conto che alla votazione si è arrivati all’una
di notte, la delibera è passata ugualmente.
Bisogna ammetterlo, è stata persa una
prima battaglia, anche se si è reso evidente, come mai prima era accaduto, che quella
deliberazione in consiglio comunale è contro
i cittadini e a favore della congrega politico affaristica, e la stessa cittadinanza ne è ormai consapevole. L’emendamento alla
delibera, inserito a sorpresa all’ultimo momento, inerente l’erogazione da parte del costruttore, in
cambio del permesso ad edificare, di 500mila euro per riportare alla luce la
piccola parte delle terme romane sepolte sotto il parcheggio di una banca,
potrebbero costituire un risultato, seppur minimo, della lotta dei cittadini. Ma non lo
consideriamo tale. Conosciamo infatti la triste storia degli impegni presi dal proponente, la sua solerzia nel versare gli oneri urbanistici o provvedere all’edificazione
di opere pubbliche compensatorie. Quella storia ci impone di dubitare che
quei 500mila euro verranno mai sborsati e
che un solo sasso delle terme potrà mai vedere la luce.
Del
resto la lotta è estremamente aspra e dura. Abbiamo a che fare con un’amministrazione
comunale decisamente antisociale e bene armata , non di guerrieri ma di servi
che si sono rivelati moltO più utili. Mai un sindaco ed una giunta si erano
schierati in modo così evidente contro gli interessi della cittadinanza, con
una difesa ad oltranza dei poteri forti.
Non è solo la salvaguardia delle mire
speculative dell’Unno costruttore, ma è l’impegno profuso nel difendere ad
oltranza i soprusi di Acea. Il sindaco si è mostrato insensibile perfino
innanzi ai distacchi illegittimi dei
contatori da parte della muti utility dell’acqua, nonostante una delibera, votata all’unanimità
in consiglio, impegni il primo cittadino ad imporre al gestore il riallaccio dell’erogazione
idrica .
Lo stesso discorso vale per la
sanità. Lo schieramento a favore della privatizzazione selvaggia, contro ogni
ipotesi di qualificazione della sanità pubblica, che il piano aziendale della Asl impone è
stato totale. Dopo il subdolo gioco di simulare un appoggio alle associazioni
contrarie agli intendimenti della manager Mastrobuono, il sindaco ha firmato, e
convinto a firmare, il piano della Asl.
Nel documento, disse, c’era la promessa
del Dea di II livello per Frosinone. Una promessa che, inserita in quel contesto, non ha nessun valore perché l’attribuzione del
Dea di II livello è nella disponibilità
esclusiva del commissario Zingaretti. Lo sapeva Ottaviani?
E ancora, in questa
giunta antisociale si sta facendo strame del diritto al lavoro, con la triste
vicenda dei lavoratori Multiservizi, con l’affidamento a privati, della
gestione dei servizi alla città che prima svolgevano i dipendenti della
Multiservizi stessa. In un Comune fallito, quale quello che sta guidando
Ottaviani, si distraggono gli unici fondi disponibili, quelli cioè acquisiti da prestiti già accesi, per finire
lo stadio, mentre in una relazione dell’architetto Acanfora, allegata al
bilancio 2015, si evidenzia come non ci siano i soldi per riparare eventuali
danni che dovessero subire gli edifici pubblici (scuole e uffici).
Ed infine
questa amministrazione trasuda protervia da tutti i pori. Emerge prepotente la
cattiveria e l’odio di classe verso cittadini, associazioni, e movimenti. Verso
quei soggetti, cioè che campano con il sudore della fronte, anzi spesso un lavoro non ce l'hanno, e non si baloccano
con speculazione e profitti.
L’episodio dei cartelli esibiti con derisione da alcuni consiglieri di
maggioranza e dal sindaco, in faccia all’opposizione e ai cittadini, che
contestavano l’ennesimo scempio urbanistico della città nel corso dell’ultimo
consiglio comunale, è una chiara
testimonianza di questo odio. Ciò è ancor più grave, perché prima di mettere in
scena la penosa passerella, dei cartelli celebrativi per la vittoria degli
affari contro i diritti dei cittadini, erano stati sequestrati proprio alla cittadinanza, presente ai lavori, manifesti di
contestazione, invocando la regola che nell’aula consiliare non sono ammessi cartelli.
La legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale degli altri. Per
chiudere la vicenda cartelli esibiti dal sindaco a da alcuni consiglieri, dove sono stati fotocopiati? Chi li ha
pagati? Sarebbe veramente vergognoso sapere che in un Comune fallito, dove
anche uno straccio di cinema all’aperto non è più finanziabile, si usino i soldi della collettività per
autocelebrare la propria spocchiosa protervia.
p.s prossimamente altri video del consiglio.