Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 15 aprile 2017

SIRIA: LA GUERRA INCALZA. FERMIAMOLA

WILPF – Lega Internazionale di donne per la pace e la libertà 


La guerra incalza. E noi dobbiamo rifiutarci di essere eterodiretti dall’ ennesima manipolazione dei fatti funzionale a costruire il “nemico” di turno. Ancora  una volta si ricorre all’espediente della armi chimiche “cinicamente usate” per trascinarci in una guerra senza fine. Rifiutiamo anche la strumentalizzazione mediatica dei bambini. Certo i bambini sono le prime vittime innocenti di “tutte” le guerre e di tutti i tipi di armi, compreso l’uranio impoverito  di cui non si è mai parlato a sufficienza.
Non ci  basta lo scandalo delle armi chimiche legato  alla seconda guerra in Iraq? Non ci rendiamo conto che si sta ripetendo lo stesso cliché? Riappropriamoci delle nostre capacità critiche. A chi giova l’accaduto?   Ad Assàd o ai mercanti di morte?
La Siria è terreno di scontro dei grandi e pericolosi interessi geopolitici che stanno seminando unicamente disperazione, distruzione e morte tra la popolazione di quella martoriata regione
Ci ha deluso e scandalizzato la posizione assunta dalla grande maggioranza dei Parlamentari  europei, per bocca della stessa Mogherini Alto Rappresentante per gli Affari Eesteri e la Sicurezza. Giustificazione piena dell’azione di Trump : a un atto di guerra non si può che rispondere con un atto di guerra, certo ciò non deve significare un’escalation….Che vergogna questa sudditanza a Nato e USA.!!
E’ questo l’inizio di quell’Europa diversa, della pace, del ripudio della guerra e delle armi , invocata da uomini e donne nelle piazze d’Europa in occasione dei 60 anni dei Trattati europei? Quell’Europa contro la violenza, terra di libertà e di laicità gridata dalle donne , dalle sezioni WILPF presenti a Roma  “Unite per cambiare rotta all’Europa”?
Indignamoci per l’uso dell’ Italia come base strategica per la guerra. Rivendichiamo l’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra, rivendichiamo il rispetto  del diritto internazionale, riappropriarci delle ONU come organismo sovranazionale che attui per la pace e non consentiamo che il suo ruolo sia scippato  dalla NATO, ormai pura alleanza atomica offensiva a comando Usa, a cui l’Europa ha delegato supinamente  la propria politica di sicurezza.

Esigiamo che tacciano le armi e che riprendano le trattative per una pace giusta e duratura in Siria e in Medio Oriente.

Italcementi Colleferro, tenta la carta del cemento con le ceneri dalle centrali termoelettriche e viene rinviato a VIA.

Rete per la Tutela della Valle del Sacco




Il progetto presentato da Italcementi Colleferro (Rm) in Verifica di Assoggettabilità a VIA ci era sfuggito tra la miriade di impianti e proposte che vengono presentate frequentemente sul nostro territorio. O meglio, ce ne siamo accorti in ritardo e i tempi per le osservazioni erano scadute.

Lo stabilimento di Colleferro ha richiesto nel novembre 2016 la possibilità di sostituire alcune materie prime (fanghi da industria cartaria, fanghi e polveri da segagione e lavorazione pietre, marmi e ardesie, fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito, fanghi da impianti di decantazione, chiarificazione e decarbonatazione delle acque per la preparazione di acqua potabile o di acqua addolcita, demineralizzata per uso industriale), introducendone un’altra (ceneri dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati con calcare e da combustione con esclusione dei rifiuti urbani ed assimilati tal quali), il tutto in parziale sostituzione della farina cruda o del cemento.

Le ceneri previste sarebbero costituite dal particolato solido raccolto dai sistemi di depolverazione dei fumi di combustione nelle centrali termoelettriche che utilizzano come combustibile il polverino di carbone.

Questa delle ceneri sta diventando una persecuzione per le nostre zone visto l’altro progetto sperimentale di Saxa Gres ad Anagni (Fr) per l’utilizzo di ceneri derivanti da incenerimento rifiuti nelle ceramiche, ceneri che tra l’altro nella cementeria di Colleferro vengono utilizzate già da tempo (Autorizzazione Integrata Ambientale del 2010)  per un utilizzo massimo di tipologie di rifiuti pari a 226.000 tonn./anno di cui 20.000 tonn./anno di ceneri derivanti da diversi tipi di combustione tra cui rifiuti e biomasse.

Appare un vero business quello delle ceneri, chi le produce deve pagare per lo smaltimento vuoi che a riceverle possa essere il cementificio o l’azienda di ceramiche o una eventuale azienda di trattamento; chi le riceve oltre ad essere pagato le utilizza come materia prima riducendo quindi anche i costi di produzione, ad eccezione delle aziende di trattamento che, una volta trattate, devono smaltirle in discarica pagandone il conferimento.

Per quanto riguarda il riutilizzo in prodotti immessi nella filiera commerciale come quella del cemento o delle ceramiche, restano gli interrogativi legittimi sulla tracciabilità e sullo smaltimento dei materiali prodotti a fine vita.

Tornando al progetto presentato da Italcementi Colleferro, però, la Direzione Regionale Valutazioni Ambientali e Bonifiche – Area Valutazione di Impatto Ambientale con Determinazione Dirigenziale G03525 del 21.03.2017 ha rinviato il progetto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nonostante non ci siano state osservazioni.

Le motivazioni sono di diversa natura, alcune interessanti.

Sul quadro programmatico si fa riferimento alla fascia di rispetto dei Centri e nuclei Storici, alla viabilità e ai beni archeologici e naturali presenti; sul Piano di Tutela delle Acque lo stabilimento ricade in area sensibile; sul Piano della Qualità dell’Aria si fa riferimento alla nuova zonizzazione regionale, al microclima sfavorevole, alla presenza di case sparse entro i limiti previsti dalla Legge.

Pertanto anche se tale nuova attività è inserita in uno stabilimento dotato di sistemi di abbattimento fumi, viste però le criticità relative al contesto territoriale, considerato che non è possibile escludere ulteriori impatti negativi sull’ambiente circostante, richiamato il Principio di Precauzione, la Direzione Regionale ha rimandato il Progetto a VIA, sede più opportuna per considerare nel dettaglio tutte le possibili conseguenze derivanti dal progetto.

Alla luce dei fatti è interessante il richiamo al Principio di Precauzione sancito dall’art. 3-ter del D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale), per cui non essendoci evidenza scientifica che tale nuova attività non può nuocere alla salute si ritiene opportuno approfondire sulla base di pareri dei vari Enti.

In definitiva una buona notizia che ci permetterà di partecipare con le osservazioni alla fase di VIA quando il progetto verrà sottoposto alla procedura.

Colleferro, 15 aprile 2017

DOPO LA GBU-43 DI TRUMP: NO ALLE BOMBE DEL DOTTOR STRANAMORE! RICOSTRUIRE IL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA

Segreteria Nazionale PCI


Il dottor Stranamore ha sganciato la bomba. Donald Trump, il presidente del più potente Stato imperialista - gli Usa - che in questi anni ha versato il sangue di centinaia di migliaia di civili inermi, oggi dà dell’animale ad Assad mentre in poche settimane bombarda lo Yemen e la Siria; minaccia non tanto velatamente Mosca e Pechino; rafforza la presenza navale militare USA nei Mari del Sud della Cina; stanzia altri milioni di dollari per trasformare le squadre nazi-fasciste a Kiev in uno strutturato esercito filo americano di repressione e conquista dell’Ucraina; prosegue le politiche “golpiste” già messe in campo da Obama in America Latina; invia la propria “armada” navale nei mari della Corea del Nord. Ed ora - per terrorizzare i nemici e l’intero mondo – giunge a far esplodere in Afghanistan una bomba GBU-43 di 11 mila tonnellate di esplosivo, seconda sola alle bombe atomiche. Siamo già all’orrore. Ci chiediamo: quanti morti, quanta distruzione in Afghanistan dalla GBU-43? Lo sapremo mai? Lo riveleranno mai i media occidentali asserviti ai voleri imperialisti?
Trump alza i toni. Qualcosa di profondo è accaduto  perché - oggi - una nuova guerra mondiale non sia solo una minaccia evocata “follemente” da un presidente Stranamore, ma un verosimile progetto di una parte considerevole e oggi dominante dell’establishment USA e della NATO mondializzata.
Il punto è che gli USA, sul piano dell’egemonia economica mondiale, avvertono il proprio indebolimento e il proprio declino; il punto è che non sanno come reagire, ad esempio, al titanico progetto cinese di sviluppo economico - che per realizzarsi non può che essere pacifico ed emanatore di pace mondiale - delle “Nuove Vie della Seta” che dai Mari del Sud della Cina si dispiegano per il mondo. Il punto è che gli USA rispondono alla loro crisi di egemonia inviando nuove navi di guerra in quei Mari del Sud e in Corea del Nord, aprendo il fuoco e la minaccia di guerra sul piano  planetario. 
Davvero, la crisi è profonda e la guerra mondiale una concreta possibilità.
Mai come ora il primo obiettivo è la lotta contro la guerra, la mobilitazione di massa per la costruzione della pace.
La realtà delle cose si impone sopra ogni eventuale e residua ipocrisia; non vi possono essere più dubbi, da parte di nessuno: il primo nemico della pace nel mondo, il primo nemico dei popoli è l’imperialismo USA. Da qui occorre partire, anche nel nostro Paese, per ricostruire un’alleanza vasta e militante tra comunisti, forze della sinistra, democratiche, sindacali, intellettuali, religiose, al fine di rimettere in campo un movimento di massa contro la guerra che il terrorizzante urlo imperialista nel mondo richiede.
Per il PCI questa è l’ora, non rinviabile.

venerdì 14 aprile 2017

Frosinone è ancora antifascista?

Luciano Granieri




Indignazione e sdegno trasudano  dai media locali per le dichiarazioni postate su Facebook  dell’esponente della canaglia fascista, candidato a sindaco di  Frosinone. Costui rivendica con forza il suo essere fascista. 

Non capisco le scandalizzate reazioni  delle anime belle a queste esternazioni.  Costoro si dichiarano fascisti del terzo millennio e il loro agire è spesso da squadristi. E’ dal 2010, cioè da quando questa feccia ha attecchito a Frosinone, che denunciamo la presenza inopportuna e incostituzionale degli eredi del puzzone.  

Nel febbraio di quell’anno organizzammo, come Aut  Frosinone  e Rete antifascista del basso Lazio, una manifestazione di protesta contro l’insediamento in città delle squadracce nere, facendo pressione sulle istituzioni (sindaco, prefetto e questore) affinchè, nel rispetto delle norme  di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, fosse impedito a fascisti del terzo millennio di insozzare con la loro presenza le piazze della città. La nostra azione continuò anche dopo quella manifestazione, organizzammo incontri  pubblici  informativi per svelare la natura  pericolosa di quel movimento, ma nessuno venne in nostro aiuto.

 Fummo accusati di essere anti democratici, di evocare un fantasma storico ormai fuori moda. Ci fu detto che, in fondo,  questi giannizzeri non erano che dei bravi ragazzi con idee un po’ particolari, pervasi dalla stessa passione politica che animava noi, anche se di opposto segno. 

Fummo lasciati soli nella nostra lotta, e dal 2010 ad oggi la mala pianta fascista ha attecchito in  città. Dove erano allora  quelli che adesso  si lamentano per l’invasiva e abusiva affissione del novello aspirante  puzzone ciociaro?   Dove erano nel 2010 quelli che oggi invocano il rispetto della legge Scelba denunciando l’incostituzionale partecipazione di tale marmaglia alle elezioni  amministrative? Dov’erano gli amici dell’ANPI?  

Quella mobilitazione, comunque, qualcosa riuscì ad ottenere. L’approvazione da parte del consiglio comunale di allora, guidato dal sindaco Marini, di una delibera nella quale si ribadisce che Frosinone è antifascista e  non è consentito manifestare pubblicamente a movimenti i quali  esplicitamente si rifanno al fascismo.

 Ovviamente la  delibera non è stata mai applicata nè c’è stato prefetto o questore che abbiano fatto valere la legge. Ora è tardi.  Se  una  piaga fascista e razzista  sta contribuendo a rendere più squallida una campagna elettorale, che già dalle sue prime battute,  sembra essere misera,  è colpa del lassismo istituzionale locale  che ha addormentato la nostra città, da vent’anni a questa parte. Non resta che rassegnarsi oppure ribellarsi, seriamente però.

in video alcuni momenti della mobilitazione antifascista del 2010.

giovedì 13 aprile 2017

Amministrative di Frosinone. L'11 giugno votiamo chi è stato in piazza.

Luciano Granieri.


Chi voteremo il prossimo 11 giugno alla amministrative di Frosinone? Per rispondere al quesito è necessario  capire quali saranno  gli obiettivi per la città  che candidati e liste si proporranno  di ottenere.  Personalmente ritengo i programmi tutti validi nell’enunciazione , resta da vedere se e come, verranno realizzati.   Se la programmazione non è dirimente, come orientarsi?  Un’idea ce  l’avrei. Dal momento  che ho preso parte a    molte delle battaglie,  svoltesi   nella nostra città,  per la rivendicazione  del diritto ad una cittadinanza dignitosa, ritengo che una buona selezione  possa basarsi sul  ricordare chi, e quali movimenti , fra quelli che si candidano al governo della città, hanno condiviso  queste lotte . Le questioni conflittuali sono diverse, provo quindi ad avanzare un analisi divisa per vertenze.

Lavoro. 
Frosinone denuncia   un tasso di disoccupazione più elevato rispetto alla  media nazionale . Ma si può identificare la vicenda  degli ex lavoratori della Muiltiservizi  come la vertenza principale sul diritto al lavoro nella nostra città .  Un disoccupato è merce preziosa per i selfie di ogni politico, soprattutto in campagna elettorale. Inevitabilmente presso il presidio  permanente della tenda, posto dagli ex Multiservizi come simbolo  di protesta per la  loro condizione, si sono avvicendati consiglieri, comunali, provinciali, regionali. Perfino il presidente della Regione Zingaretti   non ha disdegnato un passaggio consolatorio  presso gli ex addetti della dismessa  società frusinate.  Con Ottaviani sindaco, lo schieramento da parte di movimenti politici a fianco degli ex Multiservizi, non è stato così costante. Sel, oggi evolutosi in Sinistra Italiana e   Possibile, si sono occupati della faccenda . Più convinto, ma inconcludente,  l’impegno del Pd e dei Socialisti, i quali hanno provato a riproporre l’idea della costituzione di una società In-House, che riassorbisse i  lavoratori licenziati. Uno sforzo inutile, perché Ottaviani aveva già svenduto la Multiservizi alla Corte dei Conti in ottemperanza alle  direttive poste dal piano di riequilibrio economico e finanziario. Oggi la vicenda della Multiservizi pare avviata ad una lenta soluzione. Non  grazie ad un interessamento della politica, ma per la caparbietà dei lavoratori che, denunciando le irregolarità con cui il Comune di Frosinone aveva appaltato a privati i servizi che loro svolgevano, hanno vinto cause su cause, con il risultato che   oggi una parte di loro è riuscita ad ottenere la riassunzione,  nelle cooperative affidatarie degli incarichi. Gli ex lavoratori Multiservizi, hanno composto una lista, la Tenda, che concorrerà alle prossime elezioni sostenendo il sindaco del  Pd Fabrizio Cristofari.  In verità un’altra crisi   occupazionale si è drammaticamente manifestata sul  territorio ed  è quella degli operai della ex Videocon.  La tratterò brevemente perché riguarda un'area più vasta che va oltre i confini della città . Gli addetti licenziati dalla Videocon si sono costituiti in un movimento denominato “Vertenza Frusinate” le loro tappe conflittuali hanno visto l’appoggio del Movimento 5 Stelle, del Partito Comunista Italiano, e di Rifondazione Comunista, forze (Rifondazione, per ora, esclusa), che appoggeranno sindaci nella contesa elettorale  di Frosinone. I disoccupati  della Videocon non hanno risolto i loro problemi, tanto più che sono andati a scadenza anche  gli ammortizzatori sociali. Purtroppo fidarsi, come loro stanno facendo, delle promesse istituzionali non paga quasi mai.

Salute.
 L’era Ottaviani, in termini di sanità, verrà ricordata per  le peripezie  sull’approvazione dell’atto aziendale della Asl di Frosinone. Come è noto il sindaco del Capoluogo  è il presidente della conferenza dei sindaci del territorio incaricati di firmare l’atto di indirizzo programmatico e amministrativo della asl frusinate. Il contrasto ad un documento,  fortemente indirizzato al ridimensionamento del ruolo pubblico della sanità provinciale, in favore della massiccia privatizzazione delle prestazioni  sanitarie, è stato molto deciso . In questo frangente si è assistito ad una saldatura fra forze di centro sinistra e lo stesso Ottaviani nell’avvallare un progetto devastante per la salute dei cittadini. A fianco dei movimenti per la salvaguardia della sanità pubblica  si sono  schierati con decisione  Il Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista. Si è anche registrata  l’adesione  di Forza Italia attraverso il consigliere regionale Abruzzese e provinciale Magliocchetti.   La  forte mobilitazione ha comunque ottenuto l’assunzione di personale medico ed il concorso per acquisire un primario di neurochirurgia per l’ospedale del capoluogo.

Acqua,

La querelle con Acea ATO5 è stata una costante sin da quando il gestore ha iniziato ad occuparsi dell’erogazione del servizio idrico nella Provincia. I movimenti attivi nel denunciare i soprusi di Acea nell’era Ottaviani, sono stati affiancati da diverse organizzazioni politiche: Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista,  Sinistra ItalianaSocialisti ,  i quali   hanno organizzato una raccolta di firme e presentato una delibera in consiglio comunale per la rescissione del contratto . Alla fine anche il sindaco Ottaviani è sceso in modo decisivo in campo riuscendo ad ottenere l’avvio per la procedura di  risoluzione contrattuale con Acea. Ma la finalità elettorale di questa scelta è piuttosto evidente, visto che mai prima il sindaco di Frosinone aveva preso una posizione così netta.

Ambiente.

 Forse la questione più spinosa. Si sono svolte diverse iniziative soprattutto quando, lo scorso anno, sono stati pubblicati i dati sulle città più inquinate d’Italia,classifica vinta dal Capoluogo. Il movimento più attivo è stato quello dell’associazione medici di famiglia per l’ambiente . Ricordo anche  una riunione con le associazioni, convocata dal Pd, per raccogliere proposte atte a diminuire l’inquinamento, ma nulla più. Oggi l’organizzazione  dei medici di famiglia per l’ambiente collabora, dal punto di vista tecnico e non politico, con Ottaviani, per la pianificazione di azioni mirate a  ridurre le emissioni inquinanti.

Urbanistica e cultura. 

La madre di tutte le battaglie, in relazione a queste tematiche, è stata quella orientata alla valorizzazione dei siti archeologici e del museo. L’urbanistica contrattata, ha contribuito a seppellire la città sotto altro cemento. Le opere di utilità pubblica, ottenute dai palazzinari in cambio dell’ampia concessione di milioni di cubature edificabili, si sono rivelate irrisorie. Ottavani in un memorabile e squallido consiglio comunale, promise che in cambio dell’edificazione nominata “I portici” avrebbe richiesto al privato la valorizzazione di  una parte delle terme romane coperte dal parcheggio di De Matthaeis. Non se ne fece nulla. Una  forte contestazione si è sollevata contro l’attuale giunta per il dirottamento di fondi -provenienti da una dilazione concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti -da opere di valorizzazione del museo archeologico,  realizzazione del parco delle fontanelle, edificazione di una struttura sportiva per l’Unitalsi , allo stadio del Frosinone calcio. Movimento 5 Stelle, Possibile, Socialisti, sono stati i movimenti più attivi in questa battaglia che ha comunque ottenuto la riallocazione del finanziamento di CdP sul museo archeologico. Sul fronte della tutela paesaggistica, è da menzionare una serie di convegni organizzata dall’associazione La Fenice, che appoggia la candidatura a sindaco di Giuseppina Bonaviri, sulle criticità idrogeologiche del territorio cittadino. Negli incontri a cui hanno partecipato tecnici e geologi, si è denunciata la mancanza di un piano di prevenzione per gli eventi sismici, e franosi   cui la città, per sua conformazione è soggetta. 

In aggiunta queste tematiche si sono sviluppate delle dinamiche molto gravi e importanti  che non sono state però  sviscerate come avrebbero  meritato.

Rifiuti.
L’inchiesta sugli appalti per la gestione dei  rifiuti, che ha visto rinviato a giudizio nel 2013 l’allora vice sindaco Fulvio De Santis, non ha scosso le coscienze né dei consiglieri d’opposizione né, tutto sommato, della cittadinanza. Le condizioni per chiedere le dimissioni di Ottaviani , o per connivenza, o per mancato controllo, c’erano tutte, eppure dall’opposizione, a  parte la sommessa richiesta del consigliere Raffa, non si è levato un fiato. Continuando sul medesimo filone, è  emerso che in base al’art. 24 del regolamento comunale per la tassa sui rifiuti, il cittadino è autorizzato a corrispondere  il 20% del tributo qualora si verificassero gravi inadempienze nell’espletamento del servizio  da parte del gestore.  Gli obbiettivi di raccolta differenziata,  sin dal 2006, nella nostra città sono stati  inferiori a quanto stabilito per legge. Ciò avrebbe potuto,in base ai regolamento per il pagamento della tassa rifiuti , autorizzare  i cittadini a pagare il tributo parzializzato al20%. Tale risultanze sono emerse grazie ad approfondimenti portati avanti dall’associazione culturale Oltre l’Occidente, insieme con l’Osservatorio Peppino Impastato e il sito d’informazione UnoeTre. Ma nessun movimento politico ha ritenuto utile dar vita ad un’azione  di protesta per contestare all’amminstrazione questo abuso.

Bilancio.
 La vicenda del predissesto ha fatto emergere una verità incontrovertibile e cioè che Frosinone è un comune fallito. La giunta Ottaviani, da un lato, per far contenta la Corte dei Conti, ha varato delle politiche lacrime e sangue contro  i cittadini, dall’altro è riuscita, con una gestione delle finanze , quantomeno creativa, a portare avanti il suo programma  di accrescimento del consenso, finanziando feste, festini,rievocazioni storiche. Le sbicchierate come le ha descritte il Corvo.  Già il Corvo,quel misterioso soggetto, evidentemente inserito  negli uffici  finanziari, che, in un documento anonimo, ha svelato tutti gli artifizi contabili della giunta Ottaviani. Una nota in cui si descrivono operazioni sconsiderate tese ad aumentare la popolarità del primo cittadino e la povertà della popolazione frusinate.  La gravità di quanto descritto nello scritto  anonimo avrebbe dovuto indurre le opposizioni di centro sinistra  ad approfondire la questione, per capire se il Corvo avesse ragione. L’Osservatorio Peppino Impastato, insieme con l’associazione  Oltre l’Occidente  e con il contributo dei giovani socialisti, spulciando nell’albo pretorio del comune si è reso  conto che quanto affermato dalla nota anonima  avrebbe potuto essere reale. Ma nessuna forza politica, a parte un interessamento di Possibile,  ha ritenuto necessario  inchiodare l’assessorato alle finanze alle sue responsabilità.  A margine di questo capitolo giova segnalare gli apparentamenti nella tornata elettorale  delle associazioni citate. Oltre l’Occidente, è vicino alla lista della Tenda che supporta il candidato del Pd Fabrizio Cristofari, l’Osservatorio Peppino Impastato è al di fuori della contesa elettorale.  

Siamo giunti alla fine del  nostro  excursus. Vorrei sottolineare che questa analisi è scaturita dalla mia personale partecipazione agli eventi citati, per cui potrei aver  dimenticato qualcuno. Comunque il quadro dei movimenti partecipanti agli eventi conflittuali  dovrebbe essere in gran parte completo e spero possa essere utile per rendere più consapevole la decisione nell'urna.

P.S. Per maggiore chiarezza riepilogo qui sotto quali sono i candidati a sindaco supportati dalle forze citate nell’articolo.

 Nicola Ottaviani:
Forza Italia

Fabrizio Cristofari:
Pd, Psi, Lista  Tenda.

Christian Bellincampi:
Movimento 5 Stelle

Stefano Pizzutelli:
Possibile, Sinistra Italiana, Pci

Giuseppina Bonaviri:

Lista la Fenice. 

una manifestazione a Frosinone

mercoledì 12 aprile 2017

Una repubblica democratica e' del tutto incompatibile con l'apartheid

La nonviolenza contro il razzismo 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
vorrei invitare lei e il governo a riconsiderare e recedere dalle misure adottate con il recente decreto cosiddetto Minniti approvato dal Parlamento attraverso un voto di fiducia di entrambe le Camere.
Con quel decreto infatti si introducono nell'ordinamento giuridico italiano - e in un ambito di importanza cruciale - alcuni elementi propri di un regime di apartheid.
Orbene, l'Italia è una repubblica democratica, e una repubblica democratica è del tutto incompatibile con l'apartheid, ovvero con l'istituzionalizzazione della diseguaglianza di diritti tra le persone in considerazione della loro origine etnica e provenienza territoriale: l'apartheid è il razzismo eretto a sistema politico, l'apartheid è un crimine contro l'umanità.
Nel nostro paese negli scorsi decenni già molte gravi violazioni dei diritti umani sono state commesse da governi esplicitamente composti da forze politiche filomafiose, razziste e neofasciste: con l'antilegge Bossi-Fini e con il famigerato "pacchetto sicurezza" in particolare, ma non solo; decisioni feroci che sono costate - e costano tuttora - sofferenze infinite a milioni e milioni di persone innocenti.
Ma il governo che lei presiede invece di abrogare quelle insensate crudeli misure apportatrici di sciagurate violenze tragicamente sta facendo un passo ulteriore lungo la china che porta alla barbarie: giacché non solo intende realizzare nuovi campi di concentramento, non solo intende intensificare le deportazioni, ma addirittura crea tribunali speciali e nega alle persone migranti qui giunte fondamentali garanzie giuridiche: istituendo un antidiritto fondato sulla discriminazione etnica.
Così si crea un regime di apartheid.
Non credo che lei e i suoi ministri (ed i parlamentari che vi hanno rinnovato la fiducia pur sapendo che così avallavano quelle specifiche misure) vi siate resi conto di ciò che state facendo, ma ciò che state facendo è esattamente questo.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
verrei meno a un fondamentale dovere di cittadino e di essere umano se non mi adoperassi per tentare di persuaderla e persuadervi a recedere da quella decisione al più presto.
Ed in assenza di una vostra tempestiva resipiscenza non resterebbe che adire tutte le vie legali e tutte le forme nonviolente d'impegno civile per contrastare l'instaurazione in Italia di un regime di apartheid; ovvero per difendere la legalità costituzionale e i diritti umani nel nostro paese già profondamente vulnerati.
Ho scritto questa lettera nella forma più breve, molte argomentazioni avrei potuto aggiungere ma la sostanza è tutta qui: che le misure previste nel decreto testé avallato dalle Camere violano lo stato di diritto, la costituzione repubblicana, la democrazia e i diritti umani; che quelle misure introducono nel nostro paese sostanziali elementi di apartheid.
Vogliate pensare al male che esse provocheranno a innumerevoli innocenti.
Vogliate pensare al male che esse faranno al nostro paese.
Vogliate pensare alle vostre stesse coscienze.
Tornate indietro.
L'apartheid è un crimine contro l'umanità.
*
Augurandole ogni bene,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo


Viterbo, 12 aprile 2017

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com



Roma si mobilita contro i decreti Minniti-Orlando

Sinistra x Roma


Il Decreto Legge Minniti-Orlando e il Decreto «Sicurezza» rappresentano un passo indietro sul piano dei diritti e della civiltà giuridica del nostro Paese. Due provvedimenti con i quali, come da più parti è stato sottolineato, che puntano a colpire i poveri, piuttosto che colpire la povertà.
E l’intera sinistra si è mobilitata con mozioni, sit in e manifestazioni. Per impedire la conversione in legge di questi provvedimenti Sinistra X Roma, insieme alla rete delle Città In Comune e a molte forze politiche, aveva dato vita sabato scorso a una manifestazione su scala nazionale (a Roma davanti la prefettura in piazza SS Apostoli). Protesta replicata poi martedì pomeriggio con un presidio alle ore 17 davanti a Montecitorio, mentre dentro la Camera si votava la fiducia.
Con 330 voti favorevoli e 161 contrari, il decreto Minniti-Orlando entra definitivamente nell’ordinamento giuridico italiano. In 53 giorni, da quando il ministro dell’interno e quello della giustizia hanno firmato la legge a quando è stata approvata in parlamento, ha completato il suo iter, smentendo chi voleva cambiare la Costituzione per i tempi lunghi dell’approvazione delle leggi.
A colpire, in maniera negativa, la posizione di quella parte di centrosinistra che si riconosce nel gruppo MDP – Articolo 1 che ha detto “si” alla fiducia posta dal Governo sul decreto migranti, ma voto contrario al testo del provvedimento, spaccando di fatto ex Pd ed ex Sel. I primi confermano il sostegno al governo e i secondi non partecipano al voto.

martedì 11 aprile 2017

Il silenzio è d'oro, ma il rock è di platino

Rosa-X




Rosa-X is back. Era un po’ di tempo che le gesta del connubio rivoluzionario mancavano dalle scene. Stavolta l’incursione  non era prettamente politica ma musicale. Obiettivo: La città del blues Isola Liri, e come poteva essere diversamente, lì è nata Rosa-X.
Qui, in un assolato sabato di primavera era in programma una clinic con successiva meet and greet dell’eccezionale chitarrista Paul Gilbert. Niente di più allettante per Rosa-X e due valenti giovani chitarristi, ansiosi di apprendere i segreti di uno straripante chitarrista rock e non solo.

Rosa e X, pur apprezzando i talenti ma,  non suonando la chitarra, hanno giudicato superfluo assistere alla clinic anche perché il prezzo del biglietto non era precisamente proletario. Quindi lasciati i giovani chitarristi in balia di amplificatori, sustainer e della straordinaria Ibanez viola di Gilbert, la “12 bar mobile”  faceva rotta su Arpino,  paese  di Cicerone, distante solo  pochi chilometri dalla città del blues.
Precisamente  la meta era un colle situato a oriente della cittadina arpinate . Qui,  sulle rovine della Civita Vetus, diventata poi Civita Ciceroniana,  sorge l’antico  borgo di Civitavecchia. Lasciata la macchina in prossimità dell’arco d’ingresso alle mura poligonali, abbiamo iniziato la passeggiata.

Subito ci ha accolto l’arco a sesto acuto. Un arco risalente al VII secolo a.c. la cui particolarità è quella di stare in piedi tenendosi  semplicemente con l’interagire fisco  delle pietre senza l’aiuto di malta . Rosa ne è rimasta esterrefatta, a  X è venuto di pensare che all’epoca dei romani forse non c’erano ancora i palazzinari, oppure se c’erano non avevano ancora imparato a speculare.
Il sabato tiepido e lo straordinario panorama che si apprezzava  dal prato di margherite davanti alla Torre ciceroniana, cominciavano ad avere un certo effetto su di noi. Abbiamo abbandonato la nostra intransigenza rivoluzionaria  per farci cullare da quello splendido scenario. La Ciociaria non è solo la Valle del Sacco, o l’omicidio della discoteca, è soprattutto quella sconfinata bellezza di cui stavamo godendo molto intensamente. Ma non avevamo visto ancora niente.

Il borgo era, se possibile, ancora più affascinante. Percorrendo   le viuzze di pietra, contornate da edifici, anch’essi di pietra, avevamo la sensazione di passeggiare in un luogo al di fuori del tempo. Un silenzio rilassato avvolgeva tutto. Nel camminare percepivamo nettamente i nostri  respiri, parlavamo  a voce bassa per non corrompere quell’aura incredibile. A guardia dei vicoli,  non minacciose  ronde, ma cani e gatti sonnecchianti. Giunti davanti alla chiesa di Sant’Anna, dopo aver cercato di fissare quella favola nella fotocamera del cellulare, ci siamo resi conto che  era arrivata l’ora di tornare ad Isola Liri dai nostri valenti chitarristi.  Abbiamo parlato molto in macchina. Di rivoluzione? Non proprio. Ma l’argomento dei nostri discorsi non riguarda i  lettori, va bene che il personale è politico, ma a tutto c’e un limite.

Davanti al teatro il silenzio di Arpino si trasformava in un’ aggressione acustica metal. Fummo investiti dal riff di un brano dei ZZ Top. Abbiamo espropriato “proletariamente” il concerto,  siamo entrati senza pagare. Paul Gilbert era in piena trans da prestazione, non solo musicale, ma soprattutto comunicativa.
Stava spiegando agli astanti che tutto deriva dal blues, anche il rock, da qui l’importanza degli accordi di settima.  Ci ha svelato la ragione per cui spesso i chitarristi rock sono fotografati con il braccio sollevato in aria   sullo strumento. Il buon rocker aggredisce la chitarra  con forza partendo con il braccio alto per poi abbattere perentoriamente  il plettro sulle corde. Ci ha anche spiegato come il ritmo debba pervadere il chitarrista, entrargli dentro, in tutto il corpo, anche se l’utilizzo del metronomo è sempre bene accetto.
La musica era da strappare le budella. Riff su riff si sono susseguiti lanciando assoli al fulmicotone. E’ partita una jam con altri chitarristi del luogo.  Impressionante l’improvvisazione di Gilbert  sviluppata su Little Wing di Jimi Hendrix, portata avanti su tre corde solamente. E poi ancora , Back in Black  degli AC -DC,  Purple Haze, sempre di Hendrix .  L’ipnotica calma  della Civita Vetus aveva lasciato il posto al robusto e ribelle suono del rock. Silenzio e decibel  si erano manifestati, in quel tiepido sabato di primavera, nella loro espressione migliore. I nostri due giovani chitarristi, erano entusiasti. Dopo foto e autografi  di rito con Paul , l’avventura di Rosa-X volgeva al termine e la “12 bar mobile”, puntava verso casa.

Ma come non è uscito niente di rivoluzionario potrà chiedersi qualcuno? A pensarci bene si. Il parcheggio dove avevamo lasciato la macchina era  delimitato da una sbarra  che ad una certa ora è  stata chiuse lasciandoci intrappolati dentro lo spiazzo .  E per uscire? Nessun problema, abbiamo forzato la sbarra. Mica potevamo rimanere ad Isola fino alla mattina dopo. Ecco identifichiamo la barriera con il   capitalismo ed abbattiamolo come noi abbiamo fatto per uscire . Mi sembra abbastanza rivoluzionario, o no?

 good vibrations

Riflessione sulla Petizione “Restituire la Sovranità agli elettori"

Mario Zorzetto.





È probabile che Beppe Grillo e gli inventori della legge elettorale Renzi-Boschi o della Calderoli non abbiano mai sentito parlare di Costantino Mortati, il costituzionalista che nel corso dell’assemblea costituente aveva invano sollecitato di inserire nella Costituzione la norma destinata a fissare l’applicazione del metodo democratico all’interno di ciascun partito politico. In compenso, però, a costoro non manca di sicuro la conoscenza del film di Mario Monicelli dedicato al Marchese del Grillo, in cui l’interprete del nobile romano, interpretato da Alberto Sordi, si presenta ai suoi servi e valletti con la frase “io so’ io... e voi non siete un cazzo!”. 

Questa frase, che non è né di Monicelli e neppure di Sordi è quella che Giuseppe Gioachino Belli scrisse nel sonetto “Li soprani der monno vecchio” (I sovrani del mondo antico) per descrivere come la plebe romana interpretava il rapporto esistente con i Papi e con i Re dell’epoca. “C’era una vorta un Re cche ddar palazzo mannò ffora a li popoli st’editto: io sò io, e vvoi nun zete un cazzo, sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto”. 

Nel primo Ottocento, in sostanza, il popolo non contava nulla rispetto al sovrano che invece rappresentava il potere assoluto. Da allora ad oggi sono passati duecento e passa anni nel corso dei quali i valori della libertà e della democrazia si sono affermati, sia pure tra mille contrasti e tragedie, cancellando (almeno sulla carta) ogni residuo di potere assoluto. Al punto che un costituente illuminato, Mortati, avrebbe voluto stabilire nella Carta Costitutiva della Repubblica il principio che il metodo democratico dovesse essere applicato non solo nella competizione tra i partiti, ma anche all’interno di ciascuna forza politica, esplicitando ciò che è implicitamente contenuto nella frase “con metodo democratico” dell’art.49. In effetti, contro l’ipocrisia interpretativa di taluni politici e fortunatamente di pochi costituzionalisti di professione, quel metodo è già chiaramente scritto nella Carta Costituzionale, negli articoli 1, 48, 3 e 67 dove si affida al Popolo elettore la sovranità di eleggere e a ciascun elettore di farlo in modo segreto, libero e con peso uguale e si richiede all’eletto di rappresentare la Nazione. Come pensare infatti che qualcuno singolarmente possa essere più sovrano di altri sulla base della dopinione politica e adesione ad un partito piuttosto che ad un altro? Come giustificare differenti pesi degli elettori dovuti a premi di seggi assegnati per magia elettorale ad un solo partito, anche 90 seggi in “premio” , tutti senza consenso di voti e investitura popolare ? Ciò era evidente ai nostri Costituenti, dove entusiasmo ed attaccamento ai valori costituzionali dominavano perfino i partiti e i governi. Era scontato per i nostri illustri Padri e illustre Madri costituenti che il frutto del compromesso storico della Costituente fosse il momento più alto della costruzione politica di una Nazione, sconfitta e distrutta dal peso di una doppia guerra contro i nemici stranieri e fratricida.  Un compromesso politico comunque perfettibile quando elaborato all’interno del disegno dei valori atemporali sanciti nella prima parte della stessa, e in tema elettorale, nel rispetto della sovranità dei rappresentati e della loro uguaglianza nella legge elettorale. Eppure questi principi di buon senso e razionali, sanciti in Costituzione, la sovranità e l’uguaglianza degli elettori e la rappresentatività degli eletti, hanno trovato dal 1993, dopo un referendum popolare in cui molte forze contribuirono a manipolare le coscienze popolari, un momento di crisi, come dire la democrazia da allora ha trovato e trova difficoltà a realizzarsi. Ci fu un tentativo occasionale, nei primi quarantacinque anni di storia politica repubblicana, di derogare con un premio dalla legge proporzionale elettorale che è alla base della democrazia rappresentativa (legge truffa del giugno 1953 scritta da Scelba e dall’ex-fascista Tesauro), assegnando un premio di seggi al partito che avesse ottenuto più del 50% dei voti, ma poi fu bocciato e i giornali di allora parlarono di scandalo elettorale e “legge truffa”.. Dal 1993 invece solo leggi maggioritarie, ma abbiamo avuto buon governo? E’ certo che i premi di seggi vengono dati al vincitore all’inizio legislatura, sulle promesse elettorali spesso spregiudicate e senza alcuna garanzia di ciò che sarà fatto. Il primo esempio di maggioritario venne costituito dalle leggi italiane n. 276 e n. 277 del 1993, in genere portate avanti dalle forze politiche meno progressiste e più attente a far prevalere gli interessi di una parte politica sulle altre. L’ignoranza politica e la mancanza di rispetto verso i principi di sovranità popolare e uguaglianza degli elettori è poi continuata arrivando a concepire nelle istituzioni Camere con composizioni dichiaratamente anticostituzionali (La legge n. 270 del 21 dicembre 2005, comunemente nota come legge Calderoli o Porcellum, con premio di maggioranza e liste bloccate ha disciplinato l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica in Italia nel 2006, 2008 e 2013. Nel gennaio 2014, con sentenza n. 1/2014, la Corte costituzionale ha dichiarato finalmente l'illegittimità costituzionale parziale della legge, annullando il premio di maggioranza e introducendo la possibilità di esprimere un voto di preferenza dando origine giuridicamente al “Consultellum”). Ma la governabilità del vincitore ha significato buon governo? Giudicando dai risultati dei governi succedutisi, pur riconoscendo le differenze politiche, non vi sono stati segnali evidenti di buon governo in termini di riduzione delle diseguaglianze sociali e reddittuali, anzi tutti gli indicatori mostrano una crescita della povertà, una concentrazione della ricchezza in una esigua fascia della popolazione, alta disoccupazione giovanile . Al default economico nel novembre 2011(spread a 575 punti base), si sono aggiunti un deficit enorme (rapporto deficit/pil nel 2016 ha registrato +2,4%), una evasione fiscale alle stelle e un fisco iniquo e a volte persecutore. L’immagine percepita è stata quella di un Paese senza programmazione politica strutturale sia a breve termine che a lungo termine, mancanza di investimenti pubblici, nella ricerca e nello sviluppo, gravi ritardi legislativi e di prevenzione generale in materia di tutela del territorio e contro i rischi naturali, insufficiente attenzione contro l’inquinamento urbano e l’inquinamento dell’aria (norme vecchie e truffe sui dati di consumo dei veicoli e del loro effettivo inquinamento), del suolo e dell’acqua in generale etc. Ciò che è venuta meno è la programmazione politica, taluni semplicemente dicono la politica, sostituita da politiche fatte per motivi elettorali e interessi di partito o talvolta personali, costituite da bonus una tantum, a favore di lobby affaristico finanziarie più che per l’occupazione… e, a detta di illustri conoscitori degli apparati statali, a favore di una crescente connivenza tra gli interessi politici e quelli di organizzazioni illegali e mafiosi. La legiferazione eccessiva e disorganica, non rivolta a produrre testi unici, ha poi contribuito alla complessità burocratica e amministrativa e a ritardare la riforma della pubblica amministrazione e l’efficienza della macchina statale. Senza programmazione, al di là delle capacità dei singoli governanti, non può esserci nemmeno investimenti su istruzione, ricerca e sviluppo con cadute nella competizione internazionale e nella occupazione e ricchezza interna. Questa crisi è dunque di sistema ed è istituzionalizzata nei partiti che tuttavia hanno usufruito di leggi maggioritarie oltre i limiti costituzionali. I difetti della partitocrazia, intesa come macchina autoreferenziale di potere, hanno avuto evidenze eclatanti nei media dell’informazione, come recentemente il caso Consip in cui gli attori sono amici politici o perfino parenti, e nei privilegi della casta politica, dai vitalizi parlamentari ai favoritismi reciproci (per un senatore la casta si è inventata un quarto grado di giudizio per annullare l’effetto della legge “Severino” che, giusta o sbagliata che sia, sarebbe stata da applicare con l’allontanamento del senatore condannato in terzo grado di giudizio). “Mala lex, sed lex” è vera per tutti i cittadini non per i nostri eletti amanti dell’ “immunità parlamentare” e dello scambio di favori. C’è crisi di sistema per difetto palese di metodo democratico nei partiti e del sistema elettorale, per mancanza di legalità e di trasparenza, pur in presenza di un premio elettorale dato al potere esecutivo in modo così vistoso da essere giudicato incostituzionale. Il buon governo si fonda sulla buona programmazione politica e sulla capacità e responsabilità degli attori, scrivendo nei minimi dettagli il programma di governo nazionale e i suoi principali obbiettivi politici: a giochi elettorali fatti e in un Parlamento composto in modo proporzionale al consenso ricevuto dagli elettori.. Questa è la sola politica democratica possibile, l’alternativa è passare da una forma più o meno nascosta di dittatura di un partito a quella di un altro, costruite tutte con premio di seggi e liste bloccate, facendo diventare, al tavolo del gioco elettorale, sovrana e maggioranza di seggi una minoranza reale votata dagli elettori, e “capo” il leader di quella minoranza. Nostalgia di natura fascista e ignoranza democratica, se unite, diventano uno strumento esplosivo contro la democrazia rappresentativa. Basti pensare, del resto, che, con una rappresentanza parlamentare truccata grazie alle leggi maggioritarie, gli articoli della Costituzione che prevedono una maggioranza qualificata per decisioni cruciali perdono significato.

Scrive Zagebelsky “Qualunque premio (che sarebbe più corretto chiamare “di minoranza”: il premio di maggioranza era quello del ’53, che avrebbe operato a favore di chi avesse ottenuto la maggioranza dei voti) è un rischio per tutti “ e nel nostro sistema multipartito, “sebbene sia stato salvato dalla Corte costituzionale, altererebbe la rappresentanza in modo incompatibile con la democrazia rappresentativa. E la “governabilità”? Governare è dei governanti. Sono loro a dover garantire la governabilità e non c’è nessun marchingegno elettorale che può garantirla in carenza di senso di responsabilità, come dovremmo sapere noi in Italia senza possibilità di sbagliarci. Occorreranno coalizioni e compromessi? È probabile. Ma le coalizioni e i compromessi non sono affatto cose negative, sono anzi nell’essenza della democrazia pluralista: dipende da chi le e li fa, in vista di quali obbiettivi e a quali condizioni. Non sono necessariamente “inciuci”, per usare il nostro squallido linguaggio. Del resto, ogni sistema elettorale non proporzionale applicato in contesti non bipartitici o almeno bipolari, mette in moto accordi e patteggiamenti tra interessi più o meno limpidi prima delle elezioni, per di più ignoti agli elettori, necessari “per vincere”. Se questi si dovessero fare dopo le elezioni “per governare”, la loro sede   potrebbe e dovrebbe essere quella pubblica, il Parlamento. Che cosa, delle due, è meglio?” (La Repubblica, 7 febbraio 2017 G.Zagrebelsky) . La conclusione di Zagrebelsky è evidente : meglio la democrazia rappresentativa parlamentare (proporzionale a consenso ricevuto). Ma volendo approfondire potremmo chiederci anche: quale tipo e natura di rappresentanza potrebbe garantire una migliore politica?. Quella degli eletti candidati dai partiti con i difetti autoreferenziali citati, cioè liste bloccate e senza metodo democratico? o ad esse affiancare e, se necessario, contrapporre liste di rappresentanti eletti con metodo democratico, e a suffragio universale e diretto, tra soggetti meritevoli senza “tessera di partito” e lontani da incarichi di partito ? una sistema unicamerale a rappresentanza mista in cui si elegga sia incaricati di partito sia seniores indipendenti e lontani da tali organizzazioni? La nostra sovranità popolare ci permette di scegliere e sostenere queste liste di candidati questori di buona politica posto che una Associazione di cultori della Costituzione sia garante dei requisiti di età e di merito dei candidati, e della loro indipendenza e abbia nel suo statuto questo e l’attuazione della Costituzione promuovendo una avanzata democrazia rappresentativa nel sistema elettorale istituzionale.

Il testo completo della Petizione, la LETTERA ai Presidenti di Camera e Senato può essere sottoscritta anche on line al link: 

Rialto di nuovo a rischio sgombero, si riapra il confronto con l'Amministrazione

Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua



Il Rialto è di nuovo a rischio sgombero.
Ci è arrivata notizia che nei prossimi giorni sarebbe previsto lo sgombero delle realtà sociali presenti nello stabile di Via S. Ambrogio.

Sarebbe un fatto gravissimo dopo che l'Amministrazione capitolina si è, di fatto, sottratta al confronto per individuare una soluzione alternativa per le realtà presenti al Rialto, dopo che la Giunta ha approvato una delibera con cui intendeva salvaguardare le realtà sociali, dopo la grande mobilitazione del 10 marzo, dopo l'avvio del confronto sul nuovo regolamento sull'utilizzo del patrimonio comunale, dopo la grande partecipazione al Consiglio Popolare dell'Acqua e della Democrazia di sabato 8 aprile.

E' evidente che si tratterebbe di un segnale chiaro rispetto al fatto che la logica con cui si muove l'Amministrazione è sempre la stessa, quella di eliminare ogni voce di dissenso e di liberare il patrimonio da ogni vincolo che ne impedisce la valorizzazione economica.

Noi non ci stiamo e ci mobiliteremo da subito per impedirlo.

Chiediamo un incontro urgente all'Ass.re Mazzillo per riprendere il confronto che porti a condividere tutte le azioni necessarie affinché il Rialto sia tutelato e al fine di “evitare che venga compromessa l’esistenza di associazioni che svolgono funzioni di interesse pubblico” così come dichiarato dallo stesso Ass.re al Patrimonio.

Roma, 11 Aprile 2017.



Il #Rialtoliberato

lunedì 10 aprile 2017

"Gli attacchi USA contro la Siria sono basati su una menzogna”

Fonte : Intel Today

“Nei prossimi giorni il popolo statunitense apprenderà che la Comunità dei Servizi Segreti (USA) sapeva che la Siria non aveva sganciato un’arma chimica militare su civili innocenti a Idlib”.
Patrick Lang – ex colonnello della DIA (servizi segreti dell’esercito)

Patrick Lang – ex colonnello della DIA – non ha peli sulla lingua a proposito degli attacchi statunitensi contro la Siria. Lang afferma che la decisione di Donald Trump di lanciare attacchi di missili da crociera contro una base aerea siriana è stata basata su una menzogna
Patrick Lang è un vero grande esperto del Medio Oriente. L’ex colonnello della DIA è molto rispettato per le sue profonde conoscenze e per la sua assoluta onestà.
[NOTA: Molti anni fa Lang mi ha aiutato a capire un dossier molto “fumoso” a proposito della Libia. Mi fido al cento per cento delle sue analisi. La settimana scorso – sapendo benissimo che “la merda stava entrando nel ventilatore” – gli ho chiesto di riprodurre i suoi post sul mio blog. Il colonnello Lang ha gentilmente accettato].
ANALISI del colonnello in pensione Patrick LANG
La decisione di Donald Trump di lanciare attacchi di missili da crociera contro una base dell’aviazione siriana è stata basata su una menzogna. Nei prossimi giorni il popolo statunitense apprenderà che la Comunità dei Servizi Segreti sapeva che la Siria non aveva sganciato un’arma chimica militare su civili innocenti a Idlib. Ecco che cosa è successo.
  1. I russi avevano informato gli Stati Uniti del bersaglio proposto. E’ una procedura avviata più di due mesi fa. C’è una linea telefonica dedicata che è utilizzata per coordinare e deconflittualizzare (cioè impedire che mezzi aerei statunitensi e russi si sparino a vicenda) l’operazione imminente.
  2. Gli Stati Uniti erano stati pienamente informati del fatto che c’era a Idlib un bersaglio che i russi ritengono fosse un deposito di armi/esplosivi dei ribelli islamici.
  3. L’aviazione siriana ha colpito il bersaglio con armi convenzionali. Tutti i coinvolti si aspettavano di vedere una grossa esplosione secondaria. Ciò non è avvenuto. Invece dal sito ha cominciato a levarsi fumo, fumo chimico. Emerge che i ribelli islamici usavano quel sito per immagazzinare sostanze chimiche, non sarin, mortali. Le sostanze chimiche comprendevano organofosfati e cloro e hanno seguito il vento e ucciso civili.
  4. C’era un vento forte che soffiava quel giorno e la nube è stata diretta su un villaggio vicino e ha causato vittime.
  5. Sappiamo che non si è trattato di sarin. Come? Molto semplice. I cosiddetti “primi soccorritori” hanno maneggiato le vittime senza guanti. Se si fosse trattato di sarin sarebbero morti. Il sarin sulla pelle uccide. Come lo so? Ho avuto l’addestramento “Live Agent” a Fort McClellan in Alabama.
Ci sono membri dell’esercito statunitense che sapevano che questo attacco avrebbe avuto luogo ed è stato registrato. C’è una registrazione video. Quanto meno l’Agenzia dei Servizi Segreti della Difesa sa che non si è trattato di attacco con armi chimiche. In realtà le armi chimiche militari siriane sono state distrutte con l’aiuto della Russia.
Questo è un Golfo del Tonchino 2. Che ironia! Donald Trump ha giustamente rimproverato George W. Bush per aver lanciato un attacco non provocato, ingiustificato contro l’Iraq nel 2013. Oggi abbiamo il presidente Donald Trump che fa la stessa dannata cosa. Peggiore, in realtà. Perché la comunità dei servizi segreti aveva informazioni che dimostravano che non erano state sganciate armi chimiche dall’aviazione siriana.
Ecco le buone notizie. I russi e i siriani sono stati informati, o almeno erano a conoscenza, che l’attacco stava arrivando. Sono stati in grado di rimuovere un gran numero dei loro mezzi. La base colpita dagli Stati Uniti era una specie di rimessa. Donald Trump pretende di essere un duro. Non lo è. E’ un folle.
Questo attacco è stato una violazione della legge internazionale. Donald Trump ha autorizzato un attacco ingiustificato contro un paese sovrano. Quello che è più inquietante è che persone come il Segretario alla Difesa Jim Mattis, il direttore della CIA Mike Pompeo e il direttore generale dell’Agenzia della Sicurezza Nazionale generale McMaster si sono allineati a questa farsa. Le truppe al fronte conoscono la verità. Questi fatti alla fine verranno fuori. Donald Trump molto probabilmente non completerà il suo mandato da presidente. Sarà incriminato, credo, una volta che al Congresso saranno presentate prove inconfutabili che egli ha ignorato e rigettato informazioni che non appoggiavano il mito dell’attacco siriano con armi chimiche.
Dovrebbe anche allarmare i contribuenti statunitensi che abbiamo lanciato 100 milioni di dollari di missili per far saltare in aria sabbia e merda di cammello. I russi sapevano che l’attacco stava arrivando. Spero che loro e i siriani abbiano ritirato i loro soldati e la loro aviazione dalla base. Qualsiasi speranza nutrissi che  Donald Trump sarebbe stato un nuovo genere di presidente è estinta. E’ un bambino e un deficiente. Ha commesso un atto di guerra senza giustificazioni. Ma la colpa non è soltanto sua. Quelli che ricoprono posizioni di vertice nel Consiglio della Sicurezza Nazionale, nel Dipartimento della Difesa, nella CIA, nel Dipartimento di Stato avrebbero dovuto dimettersi per protesta. Non l’hanno fatto. Sono complici di un crimine di guerra.

A proposito di Patrick Lang
Walter Patrick “Pat” Lang Jr. (nato il 31 maggio 1940) è un commentatore sul Medio Oriente, un ufficiale in pensione dell’esercito statunitense e analista privato di informazioni dei servizi segreti e scrittore. Dopo aver lasciato il servizio militare in uniforme da colonnello ha avuto incarichi di alto livello nei servizi segreti dell’esercito da civile. Ha condotto analisi delle informazioni dei servizi sul Medio Oriente e sull’Asia meridionale per il Dipartimento della Difesa e di attività globali di HUMINT [informazioni umane] a un alto livello, equivalente al rango di generale di corpo d’armata.