Da quanto si apprende dagli organi di stampa il Pd avrebbe
perso, rispetto al 2013, ben 400.000 tessere. L’anno scorso i tesserati erano
500.000 oggi sono 100.000. In realtà la campagna di tesseramento non è ancora
chiusa, ma l’emorragia di iscrizioni sembra imporsi implacabile. Sostanzialmente degli iscritti al
Pd rimarrebbe la dirigenza, con i parenti al seguito (neppure tutti), qualche
anziano abbonato abitudinario, e forse
pochi giovani. Il grosso della militanza pare essersi volatilizzato.
Qualcuno
degli oppositori al padron Renzi, soprattutto la vecchia guardia, sbraita. Qualcun
altro ritiene che sia un fenomeno fisiologico e punta a minimizzare. Ma il segretario Leader Maximo che ne pensa? “Meglio perdere iscritti e vincere le elezioni”
questo è il pensiero del quartier generale. In realtà per il chief in commander
democrat, la disgregazione del corpo militante è un ottima notizia.
Era ora che un po’ di rompicoglioni si
togliesse dalle palle. Non se ne può più
di gente che solo per aver pagato i miseri 10 euro della tessera pretende di
pontificare nei circoli, e perfino nelle strade. Basta con le menate, sull’organizzazione
territoriale, sulla democrazia interna , sulla sovranità assembleare, sul partito
che si costruisce dal basso attento ai bisogni della gente . Non si può più perdere tempo dietro agli “occupy Pd” a quelli che
ancora ci frantumano i cabbasisi con la difesa dei diritti dei più deboli.
Bisogna
rimanere in sella il più a lungo
possibile e per farlo è necessario intortare
il popolino . Gli 80 euro, la riduzione
dell’IRAP, l’assunzione a tempo
indeterminato di 150.000 precari della scuola, la riduzione dei costi della politica
attraverso l’abolizione del Senato e delle Province, sono tutte cose che devono
sedurre. Non ci si può permettere che
qualche sprovveduto, magari con la tessera del partito in tasca, rompa le uova
nel paniere e cominci a mettersi in
mezzo andando a dire che con la riforma del Senato non si risparmia, ma si ruba
la democrazia, (quello si vuole, ma non si deve sapere). Non se ne può più di gente che obbietta sulle
coperture finanziarie relative al piano
di stabilizzazione dei precari della scuola, (che effettivamente non ci sono),
oppure che dimostra come per garantire gli 80 euro in busta paga siano diminuiti i servizi e aumentate le tasse
locali per un importo ben superiore .
Alla maggioranza di quegli 11milioni e
dispari che alle europee hanno votato Pd
non interessa di capire i perché e i
percome. Gli basta sapere che hanno 80
euro in busta paga, che con il nuovo Senato si assesta un colpo mortale ai
privilegi della politica e che verranno assunti 150.000 insegnanti precari. I
nemici veri sono i militanti consapevoli, quelli che ci credono, studiano, s’informano e smascherano il gioco. Per
vincere è necessario un corpo elettorale fatto di inconsapevoli e chi cerca di
rendere costoro consapevoli è da evitare come la peste.
Per rimanere al comando il più a lungo
possibile non servono questi miserabili tesserati, non sono necessarie le loro
spulciose quote d’iscrizione. Per rimanere in sella servono soldi veri, quelli
dei finanziare alla Serra, dei fondi d’investimento, dei Riva e dei grandi
imprenditori. Chissà con quali finanziamenti si è retto il partito fino ad
oggi? Non certo con i soldi dei militanti.
Si saluta con celato favore, ad esempio, quanto sta avvenendo nella
Provincia di Frosinone , dove i dirigenti litigano, si prendono a male parole. Pur di spartirsi la torta si accordano con i nemici storici del partito, producendo una nausea acuta presso i militanti. Si impegnano a
perdere iscritti perfino litigandosi il simbolo del partito. Per rimanere al comando servono i soldi delle
lobby. Ma per ottenere i soldi delle lobby bisogna fare leggi che fanno comodo alle lobby. Per cui avanti con la precarizzazione del lavoro, con lo scudo fiscale sul rientro dei
capitali dall’estero, con la svendita a
privati di terra, acqua, aria, salute, e
affanculo i militanti.