Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 28 settembre 2013

Grecia. In manette Michaloliakos e la cupola di Alba Dorata

fonte: http://www.contropiano.org/

 
17.00 - Gli arrestati finora sono 19, manca ancora all'appello il parlamentare e numero due di Alba Dorata Christos Pappas. La polizia sta perquisendo gli uffici del partito neonazista all'interno del Parlamento greco.
 
16.10 - Dopo che un allarme bomba - poi rivelatosi senza fondamento - ha creato caos e scompiglio nella sede del Gada di Atene, ora un ingentedispositivo di sicurezza tra trasferendo gli arrestati in tribunale. Molti degli squadristi di Alba Dorata nei confronti dei quali è stato spiccato un mandato di cattura mancano ancora all'appello.

14.10 - Si è consegnato alla polizia anche il penultimo dei deputati di Alba Dorata contro i quali l'Aeropago ha spiccato un ordine di cattura per associazione a delinquere, Michos. Ancora irreperibile Pappas. La polizia in assetto antisommossa ha allontanato, senza incidenti, alcune centinaia di squadristi del movimento neonazista che manifestavano in solidarietà con gli arrestati davanti alla sede della Questura centrale di Atene.

13.00 - Sono diventati circa 400 gli aderenti ad Alba Dorata che stanno manifestando e sventolando bandiere greche davanti alla sede del Gada, la questura centrale di Atene dove vengono portati gli arrestati man mano che vengono trovati dalle forze di sicurezza. All'inizio i neonazisti gridavano il loro tradizionale slogan 'Sangue, onore, Alba Dorata' poi riconvertito nel meno compromettente 'Patria, onore, Alba Dorata'. Si ha notizia dell'arresto anche di una donna poliziotto, una sergente in servizio al dipartimento di sicurezza del Pireo. Eseguiti finora 18 arresti, su 32 mandati di cattura complessivamente spiccati. Ancora irreperibile i deputati Michos e Pappas.

12.00 - E' Nikolaos Michaloliakos, il segretario di Alba Dorata, colui che in casa nascondeva tre pistole detenute illegalmente e ritrovate dalla polizia durante la perquisizione all'alba di questa mattina. Il fondatore di Alba Dorata è già passato per il carcere alla fine degli anni '70, quando era militare in servizio attivo e fu arrestato assieme ad alcuni commilitoni con l'accusa di aver dato vita ad una organizzazione terroristica fascista. Poi, in cambio della sua collaborazione con le forze di sicurezza, la pena gli fu ridotta a 'possesso di armi ed esplosivi" e quindi fu liberato dopo soli 13 mesi di reclusione. In precedenza Michaloliakos era stato un attivo sostenitore della dittatura dei colonnelli fino al 1974. 
11.35 - Durante la maxiretata contro Alba Dorata ancora in corso è stato arrestato anche un esponente delle forze speciali della Polizia 'Dias'.
11.30 - Durante la perquisizione nel domicilio di un militante di Alba Dorata poi arrestato la polizia ha rinvenuto tre pistole.
11.15 - Arrestato anche un altro deputato di Alba Dorata, Ilias Panayotaros. Che poco prima di essere ammanettato, secondo alcuni giornalisti greci che hanno raccolto le sue deliranti dichiarazioni, avrebbe accennato ad una rifondazione del movimento neonazista con un altro nome, per ovviare ad una eventuale messa fuori legge del movimento o ad un embargo del finanziamento pubblico minacciato dal governo.
11.10 - Secondo alcuni media ellenici, che citano l'intervento del costituzionalista K. Chrysogonos, anche se agli arresti in custodia cautelare, i deputati di Alba Dorata non sono automaticamente decaduti dalla loro condizione di parlamentari. Il che avverrà solo nel caso in cui dovessero essere riconosciuti colpevoli dei reati che vengono loro contestati e condannati alla privazione dei diritti politici.
11.00 - Alcune decine di estremisti di destra stanno manifestando, per ora silenziosamente, davanti alla sede centrale della polizia di Atene. Finora secondo i media solo 4 parlamentari e 12 altri esponenti di Alba Dorata sarebbero stati arrestati rispetto ai 36 ordini di cattura emessi da un magistrato dell'Aeropago, la Corte Suprema ellenica.
10.30 - Tra gli arrestati c'è anche il segretario della sezione di Alba Dorata del quartiere di Nicea, quella alla quale era escritto Giorgos Roupakias, l'assassino di Fyssas. 
10.15 - Secondo le notizie diffuse dai media ellenici questa mattina sarebbero stati arrestati anche due agenti in servizio della polizia, accusati di collaborare con le attività criminali di Alba Dorata.
10.00 - Man mano che vengono arrestati i dirigenti e gli esponenti di Alba Dorata vengono portati dagli agenti negli uffici dell'antiterrorismo al dodicesimo piano del Gada, il palazzo della questura centrale di Atene all'ingresso del quale si è concentrata una discreta folla di giornalisti. Dal suo sito il movimento neonazista sta diffondendo un appello a dimostrare la propria solidarietà ai camerati finiti in manette anche se per ora non si ha notizia di manifestazioni, mentre alcuni dei parlamentari oggetto del mandato di cattura sono per il momento irreperibili.
9.30 - A quanto traspare finora quindi la maxioperazione contro l'estrema destra sarebbe giustificata da un comportamento 'criminale' dell'organizzazione neonazista, definitita "associazione a delinquere" e coinvolta in omicidi, rapine, ricatti e riciclaggio di denaro. Una formula ambigua e che non ha a che fare quindi con il carattere neonazista del partito, a detta di alcuni esponenti della sinistra greca, la stessa che nei giorni scorsi ha già portato all'arresto di alcuni attivisti che da anni animano la protesta delle comunità locali della penisola calcidica contro una miniera d'oro che una multinazionale canadese è stata autorizzata a realizzare nel villaggio di Ierissos.
09.00 - Nikos Michaloliakos, il fondatore e leader del partito neonazista greco Chrysi Avgì (Alba Dorata), è stato arrestato dalla polizia all'alba di oggi. 
Insieme con il segretario generale di Alba Dorata, che gli squadristi amano chiamare Führer, sono stati arrestati un'altra trentina di dirigenti di spicco e militanti del movimento. Tra questi anche quattro parlamentari tra i più in vista dell'organizzazione, compresi Ilias Kasidiaris, Lagos e Nikos Patelis.
Gli arresti sono scattati per ordine di un magistrato della Corte Suprema che ha emesso 36 mandati di cattura contro altrettanti esponenti dell'estrema destra accusati di essere coinvolti a vario titolo nell'omicidio, la sera dello scorso 17 settembre, del rapper antifascista Pavlos Fyssas, accoltellato a morte nel quartiere di Keratsini dal sicario del movimento neonazista Giorgos Roupakias, dopo che il 34enne era stato aggredito da decine di squadristi.

Non sono state ancora rese note le accuse alla base degli arresti ma i provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal procuratore della Corte Suprema Charalambos sulla base delle intercettazioni telefoniche effettuate dagli inquirenti sui cellulari di alcuni membri del partito e di suoi simpatizzanti. Dalle intercettazioni sarebbero emersi in maniera evidente collegamenti della dirigenza di Alba Dorata con l'omicida, il 45enne Roupakias. Le prove raccolte dagli inquirenti dimostrerebbero che il partito neo-nazista si muove sulla base di una precisa catena di comando con le connotazioni di una vera e propria organizzazione criminale dedita ad aggressioni razziste e ad attività illegali come la richiesta del pizzo ai negozianti in cambio dell'offerta di 'protezione'. Secondo alcune indiscrezioni alcuni dirigenti di Chrysi Avgi sono stati indagati anche per riciclaggio di denaro sporco e per il coinvolgimento in alcuni casi di omicidio e aggressioni attribuiti inizialmente alla malavita organizzata.
Ieri pomeriggio alcuni media avevano diffuso la notizia del possibile arresto di tre parlamentari del partito di estrema destra. Qualche ora Michaloliakos era intervenuto pubblicamente offrendo al partito di centrodestra Nea Dimokratia del premier Samaras la propria collaborazione per evitare che la coalizione di sinistra Syriza vinca le elezioni, ribadendo la minaccia di far dimettere tutto il gruppo parlamentare di Alba Dorata.


Tiziana Ghiglioni: senza passione non puoi essere un grande artista

Gerlando Gatto. Fonte http://www.online-jazz.net/


Tiziana Ghiglioni è sicuramente una delle vocalist più rappresentative del Vecchio Continente: a ben ragione considerata la capostipite delle cantanti  nel nostro Paese, ancora oggi prosegue nel suo personalissimo percorso di ricerca preferendo sperimentare nuove forme piuttosto che adagiarsi sui tanti successi che hanno contraddistinto la sua carriera. Così attualmente è una delle poche artiste in grado di utilizzare la voce in funzione strumentale misurandosi da pari a pari con altri strumentisti anche in piccole formazioni – quali il trio – in cui l’errore è sempre dietro l’angolo .
Era da parecchio tempo che non la incontravo per cui , quando ho letto a Giulianova un manifesto in cui si annunciava per il 31 agosto e il primo settembre un suo workshop canto jazz, improvvisazione, tecnica e performance con successivo concerto a Teramo, non ho perso tempo e l’ho contattata telefonicamente. Poche ma calde frasi di saluto e poi l’appuntamento per l’ora di pranzo presso la chiesa sconsacrata di Santa Maria a Bitetto dove Tiziana stava ultimando le prove per lo straordinario concerto che la sera l’avrebbe vista impegnata con Piero Bittolo Bon ai sassofoni e Glauco Benedetti al basso tuba. Così ho rivisto una Ghiglioni in gran forma, entusiasta, con quello spirito ironico che ben la rappresenta, pronta a rispondere alle mie domande mentre sul  intona accordi che mutano di intensità a seconda del tono delle sue parole. 
Come valuti la situazione del canto jazz in Italia
“Mi sembra ottima; ci sono un sacco di giovani che vengono su molto ben preparati, in grado di dire perfettamente la loro nell’attuale panorama del jazz italiano…anche se, ad onor del vero, non so farti nomi. Anche se sono una cantante, preferisco ascoltare la musica anziché il canto”.
Sì, su questo possiamo essere d’accordo…ma resta il fatto che nessuna di queste nuove leve riesce a raggiungere il grado interpretativo di voi “regine” del canto jazz in Italia?
“Voi? A chi ti riferisci? Fuori i nomi”.
Da buon siculo nomi non ne faccio…ma ribadisco un concetto: nessuno-nessuna dei vocalist che si stanno affacciando sulla scena o che sono già in esercizio ma da poco tempo riesce a emozionarmi.
“Questo è un altro discorso. Per cantare bene oggi un’ottima preparazione di base è assolutamente indispensabile. Lo vedo con mia figlia: lei studia canto, ma deve impegnarsi molto per raggiungere buoni risultati. Il fatto di saper e poter trasmettere emozioni dipende, a mio avviso, da un altro fattore: la passione, la passione per questa musica”.
E tu come hai riconosciuto questa passione?
“L’ho detto tante volte ma mi piace ripeterlo anche in questa sede: sono stata letteralmente folgorata da un concerto di Archie Shepp, dopo di che ho capito che quella sarebbe stata la mia musica”.
E poi?
“Poi ho coltivato questa passione cercando sempre di dare il meglio di me stessa, cercando, sperimentando…anche perché quando ho iniziato non è che nel nostro Paese ci fossero molti punti di riferimento per quanto concerne il canto jazz. E come tu sai sono passata attraverso esperienze assai diversificate”.
Assolutamente vero. Ma cambiamo argomento. Questa estate è scoppiato lo scandalo – tutt’altro che inatteso – dei festival che non pagano i musicisti. Come valuti questo fatto?
“Sai, la cosa mi tocca solo marginalmente. Fermo restando che ognuno deve essere pagato per il proprio lavoro, oramai i festival non mi chiamano…forse per loro non sono abbastanza moderna…”.
In che senso?
“Nel senso che probabilmente si preferisce invitare qualche giovane magari per presentare qualcosa di nuovo”.
Questa volta non siamo d’accordo. A mio avviso ai festival vengono invitati sempre quei tre quattro musicisti che assicurano cassetta.
“Sì; anche quanto dici è vero”.
Allora su questo sei d’accordo…
“Certamente; il fatto è che io non ho mai avuto l’energia e la voglia di potere che hanno altri miei colleghi. Non insisto, non chiamo, non mi propongo. Non sta nel mio…”.
DNA
“Ecco, l’hai detto”.

venerdì 27 settembre 2013

Auguri Francè

Kansas City 1927

Senza parlà de prìncipi, reucci e gladiatori,
Senza guardà a contratti, stimoli e valori
Senza botti né clamori
Senza inchini e ghirigori
A nfratello, così je fai l’auguri

Che ce fai coi paroloni quando l’occhi sanno tutto
quanno hai visto un uomo dire cosa fare ad un oggetto
che messo in mano all’artri sarà solo mpallone
ma quanno ce l’ha lui, je viene l’espressione
de chi dopo na vita rivede nvecchio amico
ma vecchio njoo dice, che è cuoio, ma è istruito

Vecchio je lo dice chi guarda i documenti
chi pensa che la vita se misuri co le ore
a noi non ce interessa, semo solo contenti
de avecce dentro casa tutto sto splendore

E certo verrà er giorno de riguardasse indietro
de mettere a bilancio le azioni de ventanni
pe lui come pe noi, quer giorno sarà tetro
ma poi ce passerà e saranno gioie granni

ché solo chi è de coccio, alla parola “azioni”
pensa a passaggi, gò, e liste marcatori
noi che sappiamo il resto, sappiamo che campioni
se nasce e nse diventa, in campo come fori

Ma ancora non è tempo de fasse i lucciconi
mo c’è ancora da core e da smistà palloni
che l’anni sò passati, ma sempre un po’ più piano
il tempo è meno infame, davanti a un Capitano.

Inchiesta della Procura su aeroporto di Frosinone

Francesco Bearzi - Coordinatore Provincia Frosinone Rete per la tutela della Valle del Sacco

Il nostro precedente  COMUNICATO STAMPA sull’aeroporto di Frosinone risale al 31 maggio scorso. Ricordammo in tale occasione che, a distanza di anni, le ragioni tecniche, economiche e ambientali dell’insostenibilità del progetto di un aeroporto di Frosinone, a più riprese formalizzate dalla nostra associazione (supportata in varie occasioni dal Comitato no aeroporto Frosinone e da diverse associazioni nazionali), venivano finalmente denunciate da senatori ed europarlamentari gravitanti sul territorio. Osservammo che non era mai troppo tardi per ravvedersi, anche se il movente non sembrava, almeno in alcuni casi, così trasparente.
Condividemmo gli inviti allo scioglimento del cda di AdF, che non aveva evidentemente più alcuna ragion d’essere, già oggetto delle note indagini della Corte dei Conti. Indagini relative in particolare al periodo del governo provinciale del centrosinistra. Ma il centrodestra raccolse l’inopportuna eredità e, ad oggi, la società AdF è ancora operante.
           In riferimento al progetto eliportuale, allora rilanciato da alcuni politici e ripreso anche recentemente, osservammo che sembrava chiaro che, a prescindere dalla problematica convivenza con la scuola elicotteristica di volo del 72.o stormo - unica nell’ala rotante in Italia nonché nota per la sua eccellenza -, la sua reale funzione fosse quella di una sorta di trojan horse per l’aeroporto, con il forte rischio di potenziali speculazioni edilizie innescate dalla Variante aeroportuale intermodale. Ci chiedevamo e ci chiediamo in particolare: perché AdF e il Consorzio ASI, se intendevano limitarsi alla realizzazione dell’eliporto, non avevano ancora ritirato la colossale Variante, che esproprierebbe 300 ettari di territorio?
           Conclude il coordinatore provinciale della Rete per la Tutela della Valle del Sacco, Francesco Bearzi: “Attendiamo con fiducia l’esito delle indagini della Procura. Una cosa è certa: quanto avviene è il risultato della pervicacia della società AdF, del Consorzio ASI, delle istituzioni provinciali e regionali, nel perseguire un progetto che appare del tutto privo di utilità pubblica per ragioni tecniche, economiche e ambientali. Si chiuda con un rigetto l’iter regionale della Variante aeroportuale intermodale e si sciolga la società AdF, da cui si ritirino subito i singoli soci”. 
Francesco Bearzi - Coordinatore Provincia Frosinone
Valle del Sacco, 27.09.13

La scuola è tutti? Raccolte Firme

Comitato La Scuola è di tutti
l.go Paleario 7
Frosinone
telefax 0775-1993049


Al Dirigente CSA di Frosinone
Ai Dirigenti Istituti Comprensivi Frosinone
Al Comune di Frosinone
P.C. Al Prefetto di Frosinone
P.c. Alla Stampa

Il Comitato genitori della scuola del'infanzia e primaria in vista dell'avvio della mensa, lunedì 30 settembre, rivendica il diritto alla gestione in autonomia della somministrazione del pasto giornaliero dei propri figli.

Si premette che si continuano a non comprendere le motivazioni e le giustificazioni che portano gli alunni a perdere 15 giorni di attività didattica: il fatto che la mensa comunale non sia partita non è atto giustificativo sufficiente. Altre strade sono percorribili. Da anni i bambini del tempo pieno perdono settimane di didattica senza che essa venga nemmeno recuperata.

La mensa ha un costo insostenibile per almeno la metà delle circa 1900 famiglie che usfruirebbero del servizio. E non è poco. Le fasce di reddito non sono equilibrate: con due redditi sui mille euro e casa di proprietà proietta la famiglia nella fascia di ISEE più alta; i non residenti sono posizionati nella fascia di reddito più alta a prescindere.

A tutt'oggi i genitori che hanno seguito le indicazioni per il pagamento della mensa secondo le nuove modalità si trovano già in debito di somme non dovute a causa della completa attribuzione del mese di giugno 2013 senza conoscere se i bambini abbiano o meno consumato il pasto.

La mensa è solamente uno dei tanti servizi piccoli e grandi che una famiglia si trova a pagare. Alla fine dell'anno per un singolo bambino si può arrivare a pagare anche €.1500,00. Se si hanno più figli si capisce che l'impegno non è a portata di tutti.

L'intervento regionale a copertura dei libri di testo e dei costi dei materiali della scuola è ormai ridotto al 25% delle spese effettuate, quando non più tardi di 5 anni fa se ne copriva il 100% .

Il nostro comume ha aumentato al massimo tutte le tasse e i servizi a domanda individuale e ha cassato molte delle attività che prima offriva gratuitamente. Oggi le stesse si possono fare od avere dietro un corrispettivo (esempio le strutture culturali e sportive).

I servizi di base come gas, acqua ed elettricità vedono rialzi continui. L'esposizione del risparmio familiare nell'inseguire il pagamento di questi servizi è senza fine.

Alla luce di queste considerazioni:
  • si chiede un servizio più idoneo e più rispondente alle esigenze delle singole famiglie, consentendo loro di far frequentare tutti alle stesse condizioni la vita della scuola;
  • di rivedere le tariffe consentendo a tutti coloro che necessariamente devono servirsi della mensa un accesso facilitato e conveniente;
  • di consentire anche ai non residenti le stesse opportunità di accesso alla mensa dei residenti.

Frosinone 26 settembre


Chi  condividesse il merito e la modalità della protesta, può richiedere i  fogli firma per raccogliere firme tra i genitori. Ai seguenti indirizzi E-Mail

aut.frosinone@gmail.com

piafrate@libero.it

giovedì 26 settembre 2013

Ma che davvero c'ho scritto "giocondo"

Luciano Granieri




E’ con disgusto che mi accingo a scrivere le note che seguono. Come ben sa chi  segue il nostro blog, della vicenda Berlusconi ci siamo occupati solo marginalmente e in chiave ironica, perché una così servile miseria e melmoso squallore tanto meritava. 

Se un’accozzaglia di lacchè  cortigiane e cortigiani ammette di  stare in Parlamento grazie alla luce riflessa del  grande capo che li ha candidati ,  rivendica  altresì che senza il loro mentore sarebbero una nullità,  ne deriva che in Parlamento siede una folla di nullità in cui  sono presenti  anche dei  ministri . Ciò dovrebbe essere abbastanza per sconsigliare    qualsiasi altra forza politica a  condividere con costoro l’emiciclo e men che meno fare le riforme istituzionali.  

Detto questo mi vedo costretto a scrivere della nullità, perché, personalmente   non mi va di essere preso per il culo da loro signori.  Tanto per cominciare:  La  storia della retroattività della legge Severino, per  cui  la pena della decadenza non si applicherebbe a Berlusconi perché i reati sono stati commessi   prima della sua promulgazione, è  una grande presa per il culo.  

La legge Severino non commina una pena, questa è gia stata determinata a seguito  della condanna passata in giudicato per frode fiscale.  La legge Severino , per altro votata dalle nullità di cui sopra, prende atto della pena e   determina,  in conseguenza di questa,   un    provvedimento di opportunità morale.  Non si può parlare di retroattività della pena, semplicemente perché in questo caso  non esiste la pena. 

 In merito a   tale  tematica, non solo le nullità più volte citate ci pigliano per il culo, ma anche autorevoli giuristi, che  evidentemente o ci fanno e ci sono.  Sorvolo su altre prese per il culo come il ricorso alla corte costituzionale per determinare i requisiti di costituzionalità della legge, e vengo alla stretta attualità. 

Le dimissioni  dei parlamentari del Pdl,  nel caso, spero  certo,   che la giunta per le elezioni del Senato voti la decadenza di Berlusconi, sono una farsa, un ricattuccio da quattro soldi,  una presa per il culo colossale per chi vuole crederci. 

Punto primo: le dimissioni in blocco devono essere  seriamente motivate e sottoposte all’approvazione dell’aula.  Per cui, potrebbero essere respinte dal voto contrario di Sel M5S e Pd che insieme sommano più voti del Pdl. 

Punto Secondo: nel caso fossero approvate    anche i subentranti ai dimissionari dovranno a loro volta presentare le dimissioni e gli altri dopo di loro ,    questi ultimi, fino ad oggi , non hanno firmato alcun impegno. Senza contare che l’articolo 67 della costituzione renderebbe inaccettabile quanto Berlusconi ha imposto ai suoi parlamentari . Perché ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione, non un pregiudicato,  ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.  

E’ del tutto evidente che credere veramente alla realizzazione di un tale scenario è da crucchi. Spero vivamente che le altre forze parlamentari, per quanto inette,  valutino questa minaccia per quello che è, una colossale bufala, ultima spiaggia di una congrega di disperati giunti al capolinea delle loro malefatte,  e si comportino di conseguenza.  

 In conclusione quindi  i casi sono due. O questi signori sono talmente ignoranti da non sapere neanche  quali siano le procedure necessarie per  presentarsi dimissionari   ,  oppure ci stanno ancora una  volta prendendo per il culo.  Ma possono  sussistere  entrambe le cose. 

Quindi   io, qui  ed ora,  ci tengo ad affermare che mi rifiuto di essere preso per  il culo da nullità ignoranti e sarebbe auspicabile che finalmente si colga l’occasione per liberare il Paese da questa associazione a delinquere. E’  questo un impegno che il Pd si sente di prendere? E’  ancora disposto il Pd a dividere le responsabilità di governo con tali millantatori? Sarebbe tutto ciò nell’interesse reale del Paese?  E il Capo dello Stato fino a quando  sarà in grado di tollerare la presenza di un’associazione a delinquere in Parlamento?

Facciamo crescere la lotta!

di Patrizia Cammarata

18 ottobre 2013: sciopero generale

Finalmente una data per uno sciopero generale. Finalmente uno sciopero che dovrebbe vedere uniti, nello stesso giorno, operai, impiegati, infermieri, facchini, insegnanti, lavoratori pubblici e privati, tutti insieme per fermare le fabbriche, le scuole, gli asili, gli uffici, le cooperative, ogni luogo di lavoro. Una fermata generale per respingere le politiche d’austerità del governo.


Uno sciopero unitario del sindacalismo di base
Uno sciopero necessario e tardivo ma che è importante spingere in avanti, organizzare, diffondere, estendere. Lo sciopero generale è indetto contro le politiche d’austerità del governo Letta; per l'aumento di salari e pensioni, la riduzione dell'orario di lavoro; per i diritti sociali (reddito, casa, lavoro,  salute, studio); per la bonifica di siti inquinati; per il taglio alle spese militari; per una legge democratica sulla rappresentanza; per pari diritti per i lavoratori migranti, contro la tassa di soggiorno e il rapporto tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.
Lo sciopero del 18 ottobre vede unite varie sigle del sindacalismo di base (Cub, Cobas, Usb, Si.Cobas, Usi ecc) e associazioni dei migranti che, proclamando in modo unitario lo sciopero di tutte le categorie pubbliche e private, realizzano, almeno per questa giornata, l’aspirazione all’unità delle lotte largamente sentito dalla base dei propri iscritti, sempre più insofferenti alla chiamata a “sciopericchi” di poche ore e divisi per settore, che ha caratterizzato l’agenda delle mobilitazioni sindacali degli ultimi anni.
Limiti e potenzialità 
Lo sciopero del 18 ottobre nasce tuttavia con forti limiti. Ancora una volta, si tratta di uno sciopero organizzato dai dirigenti dei sindacati, senza un reale coinvolgimento della base degli iscritti e attivisti del sindacalismo di base. E' uno sciopero, quindi, che rischia di essere unitario solo nella forma, ma non nella sostanza (come dimostra anche la decisione di organizzare diverse manifestazioni e iniziative nella giornata del 18 ottobre senza coordinamento).
E’ comunque necessario che lo sciopero del 18 ottobre diventi lo sciopero, non solo degli iscritti al sindacalismo di base, ma di tutta la classe lavoratrice. I burocrati sindacali dei sindacati concertativi Cgil-Cisl-Uil e Ugl, veri agenti del padronato all’interno della classe lavoratrice, hanno lavorato alacremente per dividere i lavoratori e per favorire la completa pace sociale mentre passavano i peggiori provvedimenti governativi (blocco dei contratti, aumento dell’età pensionabile, privatizzazioni, ecc.). E’ importante che la base degli iscritti di Cgil- Cisl-Uil faccia proprio questo sciopero e vi partecipi, per unire le lotte e dare forza alla protesta. Affinché questo possa accadere è fondamentale la nascita di coordinamenti di lotte e di comitati per la costruzione dello sciopero.
E’ importante, ad esempio, rafforzare e allargare i coordinamenti che su queste basi esistono già e stanno aggregando diversi settori in lotta, come il coordinamento delle lotte No Austerity che sta aggregando avanguardie di lavoratori in lotta appartenenti a diverse sigle sindacali.
La necessità di una risposta di classe agli attacchi padronali
I licenziamenti di massa, il blocco dei contratti per i lavoratori pubblici unito a condizioni di lavoro sempre più difficili, lo sfruttamento nel mondo delle cooperative, i tagli nella scuola e nella sanità, la disoccupazione giovanile, il razzismo e il duplice sfruttamento nei confronti dei lavoratori immigrati che si concretizza, non solo nelle condizioni lavorative spesso disumane, ma anche nel rapporto fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro previsto dalla legge Bossi-Fini, ci parlano di una guerra di classe che i padroni stanno perpetrando indisturbati e con l’attiva complicità dei loro partiti, delle amministrazioni locali, dei loro governi (centrodestra, centrosinistra, tecnici o d’unità nazionale) e delle burocrazie sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl,
La barbarie si sta allargando ad interi settori della società, il mondo del lavoro è una bomba ad orologeria ed è per evitare che la rabbia si rivolga verso il vero responsabile, cioè il capitalismo che nella realtà d’ogni giorno affama miliardi di persone nel mondo attraverso miseria e guerra, che i capitalisti (industriali e banchieri)  stanno scaricando la crisi strutturale internazionale sui lavoratori e le masse popolari cercando, al contempo, attraverso i loro potenti mezzi di comunicazione, di creare paura e odio fra la classe lavoratrice, mettendo vecchi contro giovani, nativi contro immigrati, lavoratori privati contro lavoratori pubblici.  Per respingere tutto questo è necessario ripartire da quello che storicamente si è rivelato l’unico strumento per difendere i diritti e ottenerne di nuovi: lo sciopero generale, strumento indispensabile per respingere l’attacco in corso.
Non serve a nulla lamentarsi né imprecare, non servono i “vaffa…” del comico miliardario Beppe Grillo suggeriti dall’imprenditore Casaleggio (frequentatore di work-shop in compagnia di ministri, industriali e banchieri) e non servono gli appelli e il richiamo alla Costituzione borghese da parte della sinistra “governista” (Sel, Rifondazione, ecc..). I capitalisti stanno salvando sé stessi e stanno conducendo la loro guerra di classe contro il proletariato, cioè contro tutti quelli che per vivere sono costretti a vendere la loro forza-lavoro, sia essa fisica o intellettuale.
Per sua natura lo sciopero tende a mettere in discussione tutto l’impianto su cui si regge lo sfruttamento del sistema.  Le litanie di una sedicente sinistra che negli anni passati non perdeva occasione per affermare che lo “sciopero è un’arma spuntata” e che ci vogliono “forme alternative” sono ora sconfessate dalle grandiose mobilitazioni e scioperi generali che stanno infiammando le piazze di gran parte dell’Europa, in Nord Africa e di oltre oceano, come i recenti scioperi di massa in Brasile. Lo sciopero, strumento attuale per la lotta di classe, ha oggi la stessa forza e le stesse ragioni che sono state affermate dai rivoluzionari del passato.
Ci pare utile riprendere un brano di un testo di Lenin, per la sua evidente attualità: 


Quando l'immiserimento del popolo giunge ad un punto tale che (...) esistono costantemente masse di popolo senza lavoro, quando gli industriali accumulano ricchezze immense e i piccoli padroni vengono eliminati dai milionari, allora l’operaio diviene assolutamente impotente di fronte al capitalista (...). Ed ecco che, per non lasciarsi sospingere ad una tale condizione estrema, gli operai iniziano una lotta disperata. Vedendo che ognuno di loro, se isolato, è assolutamente impotente e minacciato dal pericolo di perire sotto il giogo del capitale, gli operai incominciano ad insorgere insieme contro i loro padroni (...) In tutti i Paesi la collera degli operai cominciò dapprima con rivolte isolate (...) tanto più urgente diventa per gli operai la necessità di resistere uniti, perché tanto più grave diviene la disoccupazione, tanto più forte diventa la concorrenza tra capitalisti, che tendono a produrre le merci il più a buon mercato possibile (e per farlo bisogna pagare gli operai il meno possibile), tanto più forti sono le oscillazioni nell'industria e le crisi. Quando l'industria prospera gli industriali ricavano grandi profitti e non pensano affatto a farne parte agli operai; durante la crisi, invece essi cercano di far ricadere le perdite sulle spalle degli operai (...).  Quando di fronte ai ricchi capitalisti stanno degli operai nullatenenti, isolati fra di loro, questi non possono che essere completamente asserviti. Quando però questi operai nullatenenti si uniscono, le cose cambiano (...) Gli scioperi incutono sempre terrore ai capitalisti perché incominciano a scuotere il loro dominio (...) E' l' operaio che mette in moto tutto questo meccanismo…. costruendo le case, i laboratori, le ferrovie. Quando gli operai rifiutano di lavorare, tutto questo meccanismo minaccia di arrestarsi. Ogni sciopero ricorda ai capitalisti che i veri padroni non sono loro, ma gli operai…Ogni sciopero ricorda agli operai che la loro situazione non è disperata, che essi non sono soli. (...) Durante lo sciopero egli proclama ad alta voce le proprie rivendicazioni, ricorda ai padroni tutti i loro soprusi, proclama i propri diritti, pensa non solo a se stesso e alla sua paga, ma anche a tutti i compagni che hanno abbandonato il lavoro insieme a lui (...) Lo sciopero insegna agli operai a comprendere dove sta la forza dei padroni e dove quella degli operai, insegna loro a pensare non soltanto al loro padrone e non soltanto ai loro compagni più vicini, ma a tutti i padroni, a tutta la classe dei capitalisti e a tutta la classe degli operai. Quando un industriale che si è abbondantemente arricchito sul lavoro di alcune generazioni di operai non acconsente al più modesto aumento di salario o cerca addirittura di abbassarlo ancora di più (...) gli operai vedono chiaramente che tutta la classe capitalistica è nemica di tutta la classe operaia, che gli operai possono contare soltanto su se stessi, sulla propria unione (...) 'dietro ad ogni sciopero è appostata l’idea della rivoluzione' (...) ogni sciopero rafforza e sviluppa negli operai la consapevolezza che il governo è il loro nemico, che la classe operaia deve prepararsi alla lotta contro il governo per i diritti delle masse popolari. Gli scioperi, dunque, abituano gli operai all'unione, mostrano loro che soltanto uniti, possono lottare contro i capitalisti, insegnano loro a pensare alla lotta di tutta la classe operaia contro tutta la classe degli industriali e contro il governo (...) Dagli scioperi isolati gli operai possono e devono passare (...) alla lotta di tutta la classe operaia per l’emancipazione di tutti i lavoratori.” (Estratti dallo scritto di Lenin Sugli scioperi – 1899).

Nessuna occasione vada perduta

Giuseppina Bonaviri


Il 20 settembre è andato in onda presso l’auditorium diocesano di Frosinone l’incontro ”Costruire insieme il futuro della nostra terra”. Ero presente perché invitata. Poteva essere una occasione unica di condivisione per un percorso comune tra i rappresentanti della cultura, dell’associazionismo, del volontariato, dei lavoratori, delle imprese a favore di uno spazio innovativo di apertura e dibattito  con la cittadinanza. Invece è apparsa solo come l’ennesima vetrina delle vanità dove i soliti noti, ad esclusione di qualche rappresentante della società civile, hanno sfoggiato l’abito usurato e sterile dell’autocompiacimento. Ci auguriamo, che quanto prima,da una serena riflessione a posteriori possa nascerne una proposta unitaria, prospettica e visionaria a sostegno del tanto disagio esistente in provincia.

Per un risveglio collettivo

Giuseppina Bonaviri


Sono molti i segni di disagio che vive la popolazione della provincia di Frosinone e come spesso accade, più questo fenomeno risulta elevato, e più le persone  e le famiglie si rinchiudono in se stesse per un senso di innata dignità, di fragilità, di vergogna.

Non è solo la povertà di coloro che stendono la mano per le strade che ci preoccupa ma anche quella di coloro che fino ad ieri vivevano una tranquilla esistenza  e che oggi, purtroppo, non riescono più ad assicurarsela. Dobbiamo raggiungere quelle famiglie bisognose che per pudore non chiedono aiuto ma che sono in condizioni economiche gravissime. Finora il sostegno rimane frammentario, parziale e troppo spesso impossibile al momento della fase attuativa.

Nasce da qui il mio interesse equello della Rete La Fenice per l’iniziativa “ Costruire insieme il futuro della nostra terra “. L’ avvento di un Patto di solidarietà sociale tra i diversi attori istituzionali, cittadinanza libera e volontariato che si impegni seriamente nel nostro entroterra diverrebbe lievito per l’attivazione delle coscienze e per la creazione di un movimento di pensiero sui valori ed equità al servizio dei cittadini. Tutti sappiamo che lavorare bene insieme, lasciando da parte le spinte regressive  che porgono sempre il fianco al personalismo, alle invidie, alle ambiguità- sentimenti questi da ascriversi nella costellazione psicologica delle paure distruttive- produrrebbe forti sinergie a difesa dei più deboli, degli ultimi,tra l’altro, a costo zero. Anche Papa Francesco ci ricordava che la direzione giusta è quella della collegialità, del decentramento e delle donne.

In tempi di crisi non possiamo più accettare lo spreco di denaro pubblico ne del consumo del territorio rimanendo a guardare.

Che fare ?

Intanto dare vita ad un circuito di condivisione delle soluzioni del disagio a partire dallo scambio periodico di informazioni sulle zone e situazioni emergenziali e maggiormente a rischio sostenuti in questo dalle informazioni che gli Osservatori esistenti sul territorio ci forniscono periodicamente contemporaneamente attenzionando la proposta nazionale della Caritas e dell’Acli sull’inserimento nel nostro sistema di sicurezza sociale del Reddito di inclusione sociale che può diventare una concreta soluzione per le famiglie in povertà assoluta. Sappiamo bene che per concretizzare ciò serve, innanzitutto, la volontà del Governo ma appare altrettanto indispensabile sollecitare da subito un movimento d’opinione nelle periferie che permetta al progetto di fuoriuscire da quell’isolamento tipico di tutte le fasi di ricerca  per divenire concreta espressione di accoglienza del bisogno. Lo studio di fattibilità di questo lavoro evidenzia che i fondi ci sono: concretizzarlo dipende solo dalla volontà politica e di tutti noi. Non dimentichiamo che l’Italia –assieme alla Grecia- destina alla povertà la quota più bassa tra i paesi aderenti all’eurozona.

Il valore aggiuntivo di questa proposta, che non riguarda solo la destinazione del sostegno economico sta nell’avere previsto il concorso di tutte quelle amministrazioni comunali, enti pubblici, associazione del Terzo settore come co-partecipi dalla fase progettuale. Ciò darebbe vita ad un modello unitario di nuovo welfare.
Evitiamo parole vane e da subito, con semplicità, quale incubatore di idee mattiamoci al lavoro insieme lasciandocicontaminare dalla buona pratica per un risveglio collettivo.


Frosinone, 20 settembre 2013

mercoledì 25 settembre 2013

Asl. Comunicato definitivo della consulta delle associazioni

La  Consulta delle  Associazioni della Città di Frosinone e le associazioni sottoscritte hanno  considerato con molta attenzione la proposta della  Conferenza locale per la  Sanità  per  le  modifiche  all’ Atto di Autonomia  Aziendale dell’ ASL di  Frosinone. Il  documento, approvato quasi all’unanimità dai sindaci presenti all’assemblea,  presenta delle  novità  notevoli nei contenuti ed esprime un diverso atteggiamento degli amministratori locali che può riassumersi nella rivendicazione di autonomia  e del contributo di responsabilità,  che va esercitato nei confronti della  dirigenza  ASL e della  Regione, in merito alla riorganizzazione della rete sanitaria ed  ospedaliera della  provincia di  Frosinone.
Quanto si propone  nel documento coincide con le richieste che le  Associazioni e i  Comitati sostengono da molto tempo e, in particolare , si apprezza la  richiesta che riguarda la redistribuzione dei posti letto negli Ospedali nei quali il Decreto  80/2010 ha tagliato  maggiormente,specie in quello di Anagni, per il quale si attende la sentenza del TAR circa l’ordinanza del Consiglio di Stato del 30.08.2011 che  ne bocciava la chiusura. E’ importante, altresì, la richiesta di realizzare nell’ Ospedale di  Frosinone il DEA di  2° livello e di istituire nuove ed  essenziali reparti operatori e il rafforzamento di quelli esistenti.
Tuttavia   le  Associazioni e i  Comitati dei cittadini ritengono necessario sottolineare alcune richieste, altrettanto importanti, che non sono presenti nella  proposta dei Sindaci:
- Anzitutto si deve ribadire con fermezza che al centro di un Piano Aziendale (P.A.), al di là degli   aspetti  tecnici, deve essere posta  la difesa del paziente, negata dall’ attuale organizzazione  della  sanità ciociara e che, pertanto, il P.A. deve garantire i Livelli essenziali di assistenza ( LEA) che sono al di sotto della soglia stabilita dal D.L. 95/2013. Vanno poi evidenziati altri aspetti :

-  L’ applicazione restrittiva dello stesso  Decreto  80 ha penalizzato a tutti i livelli l’assistenza sanitaria nella Provincia concentrando il risparmio solo sui tagli di posti letto e la chiusura di ospedali.
-  Ne è derivato l’ uso fortemente inadeguato delle risorse e il  mancato impegno di lotta agli sprechi,  rappresentati anzitutto dalla  mobilità passiva, dai ricoveri in altre strutture, anche  fuori  regione, con aggravio notevolissimo di spese per le famiglie, a cui  va aggiunta l’ alta  frequenza di consulenze, straordinari, prestazioni aggiuntive,utilizzo improprio del personale  e delle attrezzature. L’ accumulo di spese  legali e i contenziosi sindacali, la quasi inesistente verifica delle prestazioni e dei servizi forniti dalle strutture sanitarie convenzionate, ecc.Il totale di tutti questi sprechi è stimabile  in circa 200 milioni di euro l’anno. 
A  fronte di tanta disorganizzazione e di tanti sperperi che hanno avuto un peso rilevante nel  determinare i risultati molto insoddisfacenti della produttività aziendale, basti vedere i dati della mobilità passiva e delle liste d’attesa,  è inaccettabile che la dirigenza, in più  occasioni, premi se stessa con larghi compensi.
 Quindi è necessaria  una netta inversione di tendenza alla deriva attuale che preveda,  in primo luogo, un cambio dei vertici aziendali e poi una forte rivendicazione, a livello politico, di parità di trattamento tra tutti i cittadini del Lazio: con l’eliminazione  delle “ macroaree” che  causano la disponibilità di 7 posti letto per mille cittadini romani e neanche 2 per mille cittadini ciociari.

Urge, altresì, l’istituzione del registro dei tumori e il risanamento del territorio devastato ed inquinato.
E' indispensabile quindi fare pressioni affinché la ASL e l'Ufficio commissariale attivino le procedure per lo sblocco del turn over previste dal d.l. 138/2011, convertito dalla l. 148/2011 (articolo 1, comma 23-bis) e dal d.l. 158/2012, convertito dalla l. 189/2012 (art. 4-bis) che consentono, allo scopo di garantire i livelli essenziali di assistenza, di sbloccare le assunzioni.

La stessa Corte dei Conti nella relazione del maggio 2012 ha messo in evidenza come il blocco delle assunzioni non ha risolto il problema (quello, cioè, di risparmiare) e, anzi, ha aggravato la situazione poiché il ricorso a misure alternative alle assunzioni (turni aggiuntivi, straordinario, acquisto di prestazioni da privato), ha generato costi maggiori rispetto ai risparmi che si volevano conseguire come hanno sempre sostenuto e denunciato le associazioni.
 Si deve chiedere e pretendere, per le regioni sottoposte a piano di rientro da disavanzo sanitario come il Lazio, di procedere al turn over del personale sanitario con limitazioni che non siano incompatibili col mantenimento dei livelli essenziali di assistenza. Pena la diseguaglianza dei cittadini e l’aumento dei costi, anche sociali.

Frosinone 25.09.2013
-Consulta delle associazioni della Città di Frosinone – Francesco Notarcola
- Associaione Anagni Viva
- Cittadinanzattiva-Tribunale difesa diritti malato - Renato Galluzzi
- Associazione Italiana Pazienti anticoagulati e cardiopatici – Antonio Marino
- Frosinone Bella e Brutta – Luciano Bracaglia
- Associazione Diritto Alla Salute - Alessandro Compagno – Anagni
- Aut Frosinone . Luciano Granieri
- Gruppo Civico Vitaminek – Mauro Meazza –Anagni
- Associazione Oltre l’Occidente  - Paolo Iafrate
- Associazione “Alle Venti” – Amedeo Di Salvatore
- Osservatorio Peppino Impastato – Mario Catania
- Coordinamento Frosinone “Salviamo il paesaggio” – Luciano Bacaglia
-  Comitato Salviamo l'ospedale di Anagni - Piero Ammanniti
 - Associazione Forming Onlus - Riccardo Spaziani
 - Associazione Cofile – Antonio Mattia
 - Comitato provinciale acqua pubblica – Severo Lutrario
 - Associazione Colle Dottorino-Madonna della Neve – Fulvio Pica
 - Comitato Colle Cottorino – Dario Martini