La direttrice generale della Asl di Frosinone nella riunione
della Commissione Regionale Salute del 26 marzo ha affermato che, all’atto del
suo insediamento, ha registrato: “ una diffusa illegalità a tutti i livelli” .
Non abbiamo potuto sentire, purtroppo, se oggi la legalità è tornata di casa
alla Asl.
Ma è legale, in assenza di un atto aziendale approvato da
parte della commissione tecnica regionale, non esaminato e discusso dalla competente
commissione salute, non legittimato dalla firma del Commissario ad acta ,
assumere decisioni che hanno di fatto peggiorato l’assetto organizzativo e di efficienza dell’intera struttura sanitaria,
ospedaliera e territoriale, di questa provincia?
Davanti alla commissione sanità la dg ha esaltato il risultato
raggiunto dalla casa della salute di Pontecorvo con circa 700 pazienti
diabetici presi in carico. Siamo al ridicolo. Meno di due pazienti al giorno.
Prestazioni che un qualsiasi ambulatorio medico di medicina generale supera
abbondantemente. E poi, è certo che questi pazienti siano seguiti da medici in
possesso della specifica specializzazione? Non abbiamo avuto il piacere,
inoltre, di sentire quanto costa questa casa della salute che ogni giorno
produce risentimenti, proteste e insoddisfazioni dei cittadini di Pontecorvo e
dei comuni limitrofi.
La dg ha anche annunciato l’inaugurazione, a breve, della
casa della salute ad Atina che sarà anche punto di riferimento come centro per
le demenze. E’ noto a tutto il mondo che
tale progetto è stato creato dai comuni del consorzio della Val di Comino e
finanziato dall’UE.
Questi sono stati annunciati come eventi di un progetto di
costruzione di una nuova rete socio sanitaria territoriale. Questo si annuncia,
mentre si opera in senso assolutamente contrario. Infatti la Asl ha ridotto
drasticamente i servizi per tutte le categorie svantaggiate; si accinge a breve
a chiudere sette centri periferici di prelievo per le analisi di laboratorio; ha
ridotto l’attività domiciliare del CAD ai minimi termini, mentre le prestazioni
sono state progressivamente trasferite alle strutture private convenzionate; il
sistema riabilitativo pubblico è stato smantellato a favore del privato, così come
è accaduto per le RSA. A questo proposito è stato annunciato che nelle liste di
attesa per le RSA ci sono solamente 5 pazienti. Questo è un dato drammatico e
negativo che dovrebbe far riflettere chi ha chiuso le RSA pubbliche e ridotto i
posti letto. Esso ci dimostra che le persone anziane rinunciano a curarsi in
quanto nè loro né i loro familiari riescono più a sostenere le spese di
ricovero, diventate stratosferiche, consentite da una politica scellerata della
Regione Lazio. Infine ci si aspettava di conoscere finalmente quali sono i
costi unitari imputabili alle strutture private convenzionate, confrontati, ma onestamente,
con quelli delle strutture pubbliche. Ci si aspettava di conoscere inoltre quali
sono i controlli che vengono effettuati sulle strutture private convenzionate
circa la appropriatezza delle prestazioni erogate. Ci aspettavamo di sapere se
ci sono ancora sforamenti o meno come quelli riscontrati nel passato che hanno
prodotto ingenti danni economici. E’ strano, è stato fatto un solo cenno
all’appropriatezza delle prestazioni ambulatoriali specialistiche. Attendavamo
pure di conoscere quali innovazioni si intendessero apportare sulle istanze di
partecipazione e sulla trasparenza. Ancora una volta abbiamo, nostro malgrado,
dovuto registrare la volontà di una vecchia e strumentale concezione fortemente
sospettabile di clientelismo.
Poi, incredibile ma vero:
La rappresentante della commissione tecnica presente alla
riunione della commissione consiliare salute ha comunicato che l’esame del
nuovo atto aziendale sarebbe stato calendarizzato una settimana dopo l’audizione
della dg in commissione salute, evidenziando il ruolo subalterno della politica
rispetto ai tecnici.
A ciò segue una logica e spontanea domanda: ma chi in
Regione Lazio ha pensato di regalare questi bei tesori alla provincia di
Frosinone? In mano a chi stiamo? E tutto questo quanto costa al contribuente?