La foto di Joe Filo |
Siamo agli inizi di maggio del 1970. Gli studenti della Kent
State University dell’Ohio sono in subbuglio. La sollevazione studentesca
contro la guerra in Vietnam coinvolge molte università d’America.
Quel comunicato trasmesso in TV il primo
maggio dal presidente Nixon, in si cui annuncia l’invasione della Cambogia da parte
dell’esercito USA, riempie di rabbia gli studenti della Kent State. In fretta e furia si organizza una grande manifestazione di protesta per il successivo
4 maggio.
Il preside provvede a tappezzare l’istituto di
locandine nella quale si intima l’annullamento del corteo. Nonostante ciò
duemila studenti si radunano davanti all’ateneo per manifestare la loro rabbia
e la loro protesta contro la decisione guerrafondaia del presidente Nixon.
Lo
scontro con la guardia nazionale in assetto antisommossa è inevitabile. Gli
studenti sono fermi nel loro intento, neanche i lacrimogeni riescono a
disperderli. Ma alle 12,22 di quel maledetto 4 maggio di 39 anni fa la guardia
nazionale apre il fuoco contro i ragazzi disarmati.
Nove di loro rimangono
feriti. Ma a terra privi di vita restano anche quattro studenti fra i 19 e 20 anni.
Due, Jeffrey Miller e Allison Krause, sono attivisti, gli altri Sandra Scheuer e William Schroder stavano semplicemente cambiando
aula fra una lezione e l’altra.
Una ragazzina di 14 anni, Mary Ann Vecchio, all’epoca
quattordicenne, scappata di casa
per partecipare alla protesta, corre disperata vero il corpo di Jeffrey Miller
riverso in una pozza di sangue. Si china, urla disperata, ma non c’è nulla da
fare.
L’attimo drammatico viene immortalato dallo scatto di uno studente di
fotogiornalismo, John Filo,che esce dalla sua aula al rumore degli spari. Credendo che i proiettili fossero finti in un
primo momento scatta la foto, poi accortosi che i colpi erano veri fugge
atterrito .
Lo scatto ormai realizzato gli valse il premio Pulitzer del 1971 nella sezione Spot News
Photography. Filo ricorda il disprezzo con cui un soldato
rovesciò il corpo di Miller nella sua pozza di sangue per accertarsi che fosse
morto. La foto di John Filo fece il giro del mondo e divenne un’icona della lotta pacifista in America.
L’eccidio
non provocò particolare indignazione nella popolazione americana. I soldati
della guardia nazionali responsabili della strage verranno assolti. Il presidente Nixon e il governatore dell’Ohio
Williams Rohdes saranno rieletti senza troppi problemi negli anni successivi.
A
non rimanere indifferente, ma anzi profondamente colpito dai fatti, fu Neil Young.
Il 19 maggio vide la foto in un reportage della
rivista Life. In 12 minuti
scrisse una brano per condannare la violenza governativa contro gli studenti rilanciare la lotta contro la guerra in Vietnam.
Il titolo era “Ohio” iniziava con questi versi “Tin soldiers and Nixon coming”
(i soldatini di latta e Nixon stanno arrivando). Il pezzo uscì come singolo del
gruppo Crosby Still Nash & Young.
Fu bandito
dalle radio per le dure critiche all’amministrazione Nixon. Ma i passaggi ripetuti nelle radio clandestine ed underground ne decretarono ugualmente il
successo. Altri tempi!