Alcune volte lo spettacolo della natura lascia a bocca
aperta. Sorprende sempre. Anche se da
certi scenari ci si aspettano visioni
eccezionali, il quadro che essi rimandano supera ogni più entusiasmante
aspettativa. E’ il caso del golfo di
Gaeta e del faro di Punta Rossa a San Felice Circeo. Come si nota due località
ad un tiro di schioppo da noi. Per godere di certe poetiche visioni non è
necessario andare alle Seyschelles.
Ciò
che mi ha inebriato è stata l’immagine di un mare prorompente nei colori, ma discreto
nei suoni, inserito nel suo contesto naturale. Non violentato da ombrelloni, non violato dai potenti motori di stucchevoli
motoscafi, o moto d’acqua, non aggredito da vocianti bagnanti in cerca di
qualcuno famoso con il mojito in mano per farsi un selfie, pratica, oggi come oggi, di molto
iettatrice.
Quando la natura rimanda
una fusione di elementi così perfetta,
dove perfino la mano dell’uomo si è impegnata ad impreziosire, piuttosto che a
sfregiare, è difficile non emozionarsi e
non provare a fantasticare. Il mare che sussurra non può non rimandare ad altre
emozioni, quelle che arrivano dalla musica.
Il bisbiglio di un viaggio in barca a vela. Questa è stata la prima
immagine ad affollare la mia mente. Un primo viaggio
con le suggestioni ancora tutte
da scoprire, spettacoli di vento, onde, scogli scolpiti. Un viaggio inaugurale,
un percorso nuovo al di fuori delle
sconcezze di una vita tiranneggiata dalla voglia di prevalere, prevaricare. Una
vita urlata e costruita da falsi immaginari velenosi, malati, che i social
fanno sembrare veri anzi diventano
veri, e sono branditi con violenza come
armi di disintegrazione dell’”altro”. Un viaggio inaugurale per chi prende il
mare rischiando la vita, con l’unico scopo di approdare ad una propria dimensione,
nuova, dignitosa, umana.
Mayden Voyage, il viaggio inaugurale, è
anche il titolo dell’album inciso da Herbie Hancock nel 1966, per la Blue Note,
dedicato proprio al mare. Il brano di
apertura, Mayden Voyage appunto, che da il titolo al disco, sembra
proprio composto per rendere in suoni il sospiro del mare. Un respiro sereno, che evoca spazi aperti,
inesplorati, esposto in musica con
improvvisazioni basate quasi per intero
su un unico accordo, privo di spigoli ed asprezze, come l’accogliente e calma
visione del Golfo di Gaeta e del Faro di Punta Rossa. Buone suggestioni a tutti.
P.S. La versione di
Mayden Voyage che accompagna il video, fatto con il mio cellulare, è
eseguita da Herbie Hancock in duo con Jaco Pastorius, e fa parte del disco “Herbie Hancock & Jaco Pastorius
registrato dal vivo il 16 febbraio 1977 all’Ivanhoe Theater di Chicago.
Buon ascolto e visione.