Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 22 giugno 2019

Lazio Pride di Frosinone e si torna a respirare

Luciano Granieri




“Ahh fate pippa eh?” Così diceva Vichi de Casapau (alias Caterina Guzzanti) nella gag dove metteva in ridicolo i fascisti del terzo millennio. Ebbene dopo il Lazio Pride di Frosinone a fare pippa sono un po’ di persone. Il  sindaco Ottaviani, il quale per la prima volta da quando è il proprietario e padrone assoluto della città ha dovuto abbozzare che qualcuno,  LGBT, antirazzisti, antifascisti, profanasse la sua proprietà che, purtroppo per lui,  non è privata ma  di tutti i cittadini che si riconoscono nella Costituzione italiana. 

Ha fatto pippa il presidente del consiglio provinciale Daniele Maura, se fosse venuto al Pride avrebbe saputo quale è il nome giusto delle persone  transgender, avrebbe constatato   che  scene  incresciose di scabrosa promiscuità , non ci sono state. Genitori con bambini al seguito  hanno salutato contenti , forse per la prima volta da decenni, una folla di gente che reclamava libertà. 

Ciò che avrebbe fatto male ai bambini, invece, sarebbe stato  assistere al pestaggio di   quattro scagnozzi vili e fascisti contro ragazzi che avevano il solo torto di indossare la maglietta del Cinema America.  Canti, balli , baci, abbracci, scambio di effusioni sono manifestazioni di amore che non suscitano vergogna. Vergognoso e disumano è tenere 42 migranti in ostaggio su una nave per acquisire consenso . 

Ha fatto pippa la Lega di Salvini. Il camion della manifestazione si è fermato proprio sotto le finestre della sezione di Frosinone. Dalla strada si alzavano canti e gioia  mentre la finestra dei leghisti rimaneva ingloriosamente abbassata. 

Ha fatto pippa la triste ed incattivita galassia neofascista, la quale aveva promesso di contrapporre al Pride una  contro manifestazione patriottica sfilando bandiere in pugno per riaffermare il motto “Dio Patria e Famiglia”……non li abbiamo visti.  

Hanno fatto pippa gli ipocriti del “non ho niente contro i gay, basta che non sia mio figlio” oppure del “non sono razzista ma sti negri ci stanno invadendo”. 

Hanno fatto pippa i fautori dell’archetipo WAFM (White All Frusino Male) ,solo  maschio bianco frusinate, i quali hanno dovuto constatare che la varietà umana è molto più ampia, colorata, composita e il  WAFM non è che sparuta minoranza. 

Vogliamo ringraziare tutti gli organizzatori, gli animatori,  i partecipanti  e i Comuni che hanno concesso il patrocinio al Pride. Non solo LGBT, ma  tante associazioni,  fra cui l’ANPI, partiti (Democrazia Atea, Possibile, Potere al Popolo, Pcl, Sinistra Italiana, PD), gente comune,  tutti insieme in un’azione di obbedienza civile. 

Infatti sollecitare il rispetto dell’art.3 della Costituzione, in cui si sancisce che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali  davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” è un atto di pura e semplice obbedienza civile, non è nulla di sovversivo. 

Dopo il Pride di ieri forse i cittadini di Frosinone non saranno più gli stessi, forse avranno capito  che non si può vivere sempre e comunque gli uni contro gli altri, non si può passare la giornata ad inveire contro chi la pensa diversamente, ha un colore della pelle diverso,  ha orientamenti sessuali diversi. Non si può sempre e solo fare il tifo per il più forte e il più prepotente. 

Riprendersi Frosinone è possibile, basta iniziare a pensare come una comunità, una collettività. E’ cio che ha insegnato la giornata di ieri, speriamo di farne tesoro fino in fondo e di cambiare il verso ad una deriva di barbarie e cinismo.

martedì 18 giugno 2019

Ripristinare il jazz nei licei

Petizione. Dopo otto anni si è avuta l’immotivata esclusione dell’insegnamento del jazz. Contro questa “rimozione” alcuni mesi fa è stata stilata una petizione.



Il settore della formazione musicale in Italia, pre-accademico e accademico, presenta varie contraddizioni. Quasi tutti i conservatori del Bel Paese hanno dipartimenti di jazz e popular music e i loro studenti forniscono un importante “contributo” alla vita delle istituzioni per l’alta formazione musicale, in attesa di una riforma organica da decenni.Esistono da circa un decennio i Licei Musicali, nell’ambito della scuola secondaria di II grado, e dopo otto anni si è avuta l’immotivata esclusione dell’insegnamento del jazz. Contro questa “rimozione” alcuni mesi fa è stata stilata una petizione dal “Coordinamento Nazionale per il ripristino dei corsi jazz nei Licei Musicali”, organismo costituito da Stefano Luigi Mangia, Adriana Isoardi ed Alfina Sforza. La petizione ha raccolto un buon numero di qualificate firme a cui si è aggiunto una sorta di “Consulto tecnico” redatto dal musicologo Stefano Zenni e sottoscritto da varie personalità del settore.
NON E QUESTIONE di poco conto, perché gli studenti dei Licei Musicali sono, di fatto, obbligatoriamente indirizzati verso una formazione ad indirizzo classico ed è responsabilità del MIUR. Non ha creato con il DPR19 del 2016 le sottoclassi di concorso specifiche per gli strumenti jazz, provocando l’esclusione dell’insegnamento e la perdita del lavoro per i relativi docenti. In più, come ci ha dichiarato il Coordinamento, <<in un periodo storico come questo in cui c’è bisogno di incrementare cultura e creatività per tenere i ragazzi lontano da bullismo e dipendenze, “tagliare” sulla formazione musicale – come su qualsiasi altra forma di arte – equivale a togliere possibilità di “salvarsi” da queste tendenze negative a cui stiamo irrimediabilmente andando incontro ogni giorno>>.
PER RIPARARE a tale danno socio-culturale, la petizione chiede di integrare il decreto aggiornando le classi di concorso ed introducendo quelle che riguardano il jazz. Il ministro titolare del MIUR (Bussetti) in un “question time” in Senato ha liquidato la faccenda riferendosi al jazz come una musica circoscritta in un periodo storico e quindi di limitata valenza formativa. In realtà la musica di derivazione afroamericana ha tecniche strumentali ed esecutivi diverse che sono alla base di molte espressioni sonore del novecento e contemporanee. Gli studenti di liceo non potranno, tra l’altro, essere ammessi ai corsi di jazz e popular nei conservatori perché privi delle necessarie competenze, oltre ad avere una formazione unidirezionale. La petizione, con la sua proposta, non è certo contro gli studi classici ma si muove nel senso di un fondamentale ampliamento dell’offerta formativa. Il documento chiede anche l’appoggio dei direttori dei conservatori e, magari, la presentazione di una mozione a favore all’interno della conferenza che li riunisce. Per chi vuole firmare la petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT83449.
fonte "il manifesto" del 16 giugno

lunedì 17 giugno 2019

La risata del "Pride" seppellirà gli odiatori

Luciano Granieri




Astio, rancore, livore, queste le pulsioni in gran parte comuni a quel 34% che alle elezioni europee ha votato Salvini e a quell’altro 6% indirizzato verso la Meloni. 

Aggressioni verso chi indossa una maglietta inneggiante ad una cultura  inclusiva, pregnante e collettiva come quella che si  sta vivendo dentro il cinema America , violenza e dileggio  verso chi esibisce massaggi di pace: “ama il prossimo tuo”, crudeltà verso ogni tipo di sensibilità e manifestazione non conforme all’archetipo Dio, Patria Famiglia. Mari, piazze, strade, campagne…..tutto blindato, chiuso  in  nome di una sicurezza la cui mancanza si evidenzia in ben altri contesti, quello del lavoro ad esempio. 

Una domanda:  ma le persone che hanno votato come sopra descritto vivono bene? Che vita è riversare fiumi di odio sugli immigrati, sugli antifascisti, su gay, omosessuali, trans e anche su chi si schiera con loro nel rivendicare il diritto sacrosanto a vivere secondo le proprie aspirazioni? Che soddisfazione c’è a  prendersela con chi rivendica una società dove ognuno sia libero di vivere secondo la propria indole cercando di realizzare i propri sogni?  Perché anziché limitare i sogni degli altri costoro non provano a costruirsi sogni propri cercando di realizzarli anche attraverso il sorriso?

Sapete in realtà mi fanno un po’ pena questi che hanno votato Salvini e Meloni, che poi sono gli stessi di Casapound, Forzanuova, i  quali non hanno avuto il coraggio di spendere il proprio consenso per fascistoidi patacche insignificanti  e patetiche come i gruppuscoli a cui dicono di appartenere.

Mi fa pena il loro dannarsi nel provare a reprimere i diritti, le aspirazioni e i sogni degli altri.  Come vivono male! Vivono male, frustrati  e senza futuro. 

Perché quand’anche gli immigrati non sbarcheranno più, quando i Rom saranno cacciati dai loro quartieri, o quando gli LGBT verranno perseguiti e incarcerati,  la vita grama degli odiatori  rimarrà tale.  La loro fatica ad arrivare a fine mese potrebbe persino diventare più dura, le loro possibilità di curarsi qualora stessero male saranno sempre più ridotte. E allora che senso ha odiare tanto, quando poi forse non avranno più nessuno da odiare?  

Esiste invece una comunità di persone bistrattate, dileggiate, violentate, depredate del  loro diritto di esprimere la propria indole  e  personalità ,  proprio dagli odiatori di cui sopra -innescati dalla disumanità fascio leghista -  che si difende mostrando la gioia di continuare a sognare una  vita di amore di apertura verso gli altri, indipendentemente dal colore della pelle, dal genere, dalla grandezza del portafogli. 

Una comunità gaia, allegra, nonostante le angherie che deve subire. E’ la comunità del Pride, che nelle ultime settimane è scesa nelle strade e nelle piazze colorando ogni cosa esibendo la loro, la nostra, “conforme diversità”. Già perché ognuno di noi è diverso dall’altro e meno male! Ma questa diversità deve essere rispettata e coltivata come una ricchezza, non repressa da un pensiero unico, da  un modello unico razzista e fascista. 

Il 22 giugno prossimo alle  ore 15,30 da Piazza Salvo D’Acquisto a Frosinone  partirà il Frosinone Pride, la carovana gioiosa e colorata si snoderà per via Aldo Moro fino a raggiungere la Villa Comunale. Insieme agli LGBT sfileranno tutti coloro i quali difendono la prerogativa per cui i diritti civili, ma anche e soprattutto sociali, siano assicurati in modo da "rimuovere gli ostacoli al  pieno sviluppo della dignità umana”. La festa proseguirà al Parco Matusa. 

Invitiamo caldamente gli odiatori, siano essi membri del popolo o delle istituzioni, a partecipare. Chissà forse scopriranno che una vita senza odio è più lieve e sana. Una volta si diceva una risata vi seppellirà. Ebbene io aggiungo che non solo una risata vi seppellirà, ma il livore vi affogherà nella bile.

P.S. Oggi  è iniziata la settimana che porterà al Pride di Sabato prossimo. Giorni  in cui si susseguiranno incontri ed appuntamenti legati all’evento  Di seguito il programma: